Dolori addominali, gas intestinali sono diffusissimi, anche in gravidanza. Spesso i fastidi condizionano vita e abbigliamento. La colpa? Non solo il cibo, ma anche la testa. I consigli del professor Giovanni Leonetti
di Angelica Amodei
Ho la pancia gonfia. Alzi la mano a chi non è mai capitato di sentire il bottone del pantalone che tira, la necessità di allentare la cintura o addirittura di indossare abiti con l’elastico in vita. Il ventre che “borbotta”, ma anche quelle fitte quà e là nell’addome o addirittura quei dolori ricorrenti nell’intestino sono disturbi comunissimi. Spesso la cosiddetta pancia gonfia non è altro che causata da meteorismo (o colite) ed è strettamente collegata al nostro stile di vita, in particolare alimentare. Tutto poi si fa sentire in modo ancor più evidente in gravidanza. Complice la crescita del piccolo in grembo, disturbi digestivi, gonfiore e reflusso spesso aumentano in maniera esponenziale.
Non solo in gravidanza
Cause più frequenti della pancia gonfia
“Si tratta di un disturbo caratterizzato dalla presenza di quantità eccessiva di gas nell’apparato digerente, in sede gastrica o anche nell’intestino, spesso accompagnata da dolori, spasmi e distensione addominale. Questo non è altro che il cosiddetto meteorismo. Lo stato di gonfiore può variare nel corso della giornata ed aumentare con la digestione ed è solitamente collegato al tipo e alla quantità di alimenti assunti con la dieta”.
La colite: cosa dobbiamo sapere
“La colite è causata da uno stato infiammatorio del colon, che può essere acuto (per cui temporaneo) o cronica (quando il disturbo è ricorrente). La colite non è altro che una malattia digestiva, più o meno fastidiosa dal punto di vista della sintomatologia. I disturbi più frequenti oltre al senso di gonfiore, associato anche a dolore sono: flatulenza, stipsi, ma anche diarrea; crampi addominali che migliorano in seguito alla defecazione e alla liberazione dei gas nell’intestino. Può comparire il muco nelle feci e, seppure più raramente, anche sangue. Quando abbiamo un cosiddetto attacco di colite tutto ci stringe in vita e anche il solito pantalone può risultare stretto”.
I consigli pratici
Ecco alcune indicazioni per contrastare i sintomi di gonfiore, in assenza di patologie o condizioni parafisiologiche:
Masticare lentamente durante i pasti evitando le abbuffate serali e in generale di coricarsi dopo mangiato.
Seguire una dieta varia ed equilibrata, introducendo le giuste proporzioni di macronutrienti energetici, fibre, prebiotici, vitamine e minerali.
Mangiare la frutta dolce lontano dai pasti, soprattutto in caso di colite fermentativa. A fine pasto, infatti, la frutta viene digerita più lentamente, in quanto abbinata alle altre portate, e fermenta di più.
Inoltre:
Tentare di mantenere una flora batterica intestinale equilibrata. Come? Mangiando in maniera corretta, consumando yogurt o kefir ricchi di probiotici, fibre da cereali e da vegetali crudi e cotti.
Consumare legumi ben ammollati e cotti, molto meglio se passati e senza buccia, e prediligere i cereali raffinati.
Evitare le cotture e le pietanze troppo elaborate che rallentano la digestione
Evitare di mescolare troppe verdure all’interno di uno stesso pasto. Meglio un contorno alla volta.
Ancora:
I vegetali più consigliati sono: i finocchi che aiutano a contrastare le fermentazioni intestinali e favorisce l’espulsione dei gas. Tra la frutta mele e pere, melone, papaia, avocado e ananas. Altro aiuto dai frutti rossi come i mirtilli che aiutano a contrastare i gonfiori.
Evitare o limitare il consumo di cibi ricchi irritanti come il caffè, il tè nero, l’alcol, la cioccolata e le bevande energizzanti, latte e latticini freschi. Limitare il consumo di bevande gassate.
Limitare gli additivi che possono essere fermentati dai batteri intestinali, ad esempio i dolcificanti artificiali che contengono polialcoli.
L’utilizzo di piante ad azione carminativa, come i semi di finocchio o altri aiuti naturali come la melissa o la camomilla sono di grande aiuto. Tutti questi rimedi possono essere presi sotto forma di tisana. Inoltre, sembra banale dirlo, ma l’assunzione del giusto introito di acqua riesce sicuramente ad alleggerire la fastidiosa sensazione di gonfiore determinata dal meteorismo.
Gli errori più frequenti
Le più comuni cause di meteorismo sono legate ad errori durante i pasti come masticare, bere e parlare velocemente mentre si mangia ma anche bere bevande gassate e masticare chewing-gum. Questo perché insieme agli alimenti o alle bevande, facciamo entrare nel canale gastrointestinale una quota di aria non necessaria che promuove la sensazione di pancia gonfia ed aerofagia.
Legumi sì o no?
Le leguminose come i fagioli, i ceci, le lenticchie, ma anche fave, piselli e cicerchie sono alimenti ottimi dal punto di vista nutrizionale. Sono però considerati pro-meteorismo e per questo spesso vengono eliminati dall’alimentazione settimanale. Ma è un errore. Per questo proprio quando ci sentiamo bene e non stiamo attraversando fasi acute di irritazione intestinale, bisogna consumarli magari passandoli in passaverdure, inserendoli gradualmente nella nostra dieta, iniziando da una volta a settimana per poi arrivare fino a tre. Scegliamo, però, sempre degli ottimi legumi secchi (meglio di quelli precotti in scatola), da preparare con alcuni accorgimenti anti-gonfiore come lasciarli in ammollo per una notte cambiando l’acqua, almeno una volta. Possono essere cotti con acqua ed erbe aromatiche.
Quando rivolgersi allo specialista
Bisogna rivolgersi allo specialista nel caso di dolori addominali persistenti, cambiamenti repentini dell’alvo, anemia, sangue nelle feci e perdita di peso. È bene anche escludere eventuali allergie o intolleranze che potrebbe causare i disturbi diversi gastroenterici. L’intolleranza al lattosio, per esempio, non diagnosticata può dare disturbi diversi, dal gonfiore addominale, fino a dolori e disturbi dell’alvo, come stipsi o diarrea. Stessa cosa per il glutine: anche questo (anche se non si è celiaci) può in alcuni soggetti che “abusano” di alimenti contenenti il glutine provocare problematiche intestinali diverse.
Pancia: il nostro secondo cervello
Tutto l’apparato gastroenterico è anche soprannominato secondo cervello: qui si depositano ansia, stress, tensioni emotive. Questi malesseri possono stimolare gli spasmi del colon nelle persone affette da sindrome del colon irritabile, in quanto questo ha molte terminazioni nervose che lo collegano al cervello. In poche parole: l’intestino reagisce allo stress. Non a caso, quando non stiamo bene mentalmente, avvertiamo anche dolori addominali. Anche il sistema immunitario reagisce allo stress: se un intestino è in salute si alzeranno le nostre difese naturali, al contrario si può essere più fragili. Ecco perché le tensioni emotive vanno trattate di pari passo con le altre cure per il colon irritabile. Semplici aiuti come yoga, camminate, esercizi di rilassamento, fino al supporto psicologico. L’attività fisica regolare, anche leggera aiuta a stare meglio, così come un riposo notturno regolare.