Gli specialisti della Federazione logopedisti italiani consigliano sulle pratiche per sviluppare le abilità linguistiche
di A.A.
Una percentuale alta di bambini in età scolare ha difficoltà linguistiche. Cosa possono fare i genitori? Ecco le indicazioni della Fli, la Federazione logopedisti italiani: cinque pratiche utili per aiutare i più piccoli. “Come logopedisti sottolineiamo da sempre il ruolo cruciale dell’ambiente, ricco di stimoli, strutturato, come fonte per l’acquisizione di vocaboli, parole, esperienze – spiega Tiziana Rossetto, logopedista e presidente della Fli. Tutto questo, integrato a stimoli visivi e sonori, contribuisce a favorire lo sviluppo e il mantenimento delle competenze comunicative. Queste ultime, a loro volta, sono un fattore chiave per la salute della persona”.
La stimolazioni linguistica ed extralinguistica
Crescono inoltre le evidenze secondo cui la stimolazione linguistica, inclusa la lettura condivisa di libri, da parte della famiglia nei primi mesi e anni di vita promuova competenza e capacità comunicative presenti e future del bambino. Non solo. “Anche la stimolazione extralinguistica, come una passeggiata nella natura, una visita al museo, la frequentazione di un centro sportivo, sono dei plus importanti per le abilità comunicazionali – precisa Francesco Campanella, logopedista del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive all’Università di Trento –. Tutte queste stimolazioni, in modo graduale e funzionale all’età, se necessario anche con il supporto del logopedista vanno proposte al bambino a partire dai primi due anni di vita; esse rappresentano infatti dei mattoni per la sua formazione futura, sociale, scolastica, relazionale e successivamente professionale”.
“Vi è evidenza che anche in età adulta l’ambiente influenza le competenze comunicative e cognitive, prevenendo ad esempio il decadimento cognitivo patologico”, dichiara Marco Simoni, logopedista al Centro Regionale Invecchiamento cerebrale dell’Azienda ospedale Università di Padova. “Ciò significa che a fianco di un’alimentazione sana, della pratica fisica, anche il mantenere una rete di relazioni sociali in contesti ambientali positivi costituisce un ‘determinante’ di salute”.
Le buone pratiche
Le best practice per la promozione dell’interazione linguaggio-ambiente devono seguire cinque punti:
1. Favorire l’incontro reale con l’ambiente, limitando di conseguenza l’utilizzo di strumenti digitali. L’American Academy of Pediatrics (2024) raccomanda di ridurre lo screen time (il tempo trascorso sugli schermi) e l’uso dei media per i bambini di età inferiore ai due anni quale possibile fattore di rischio per lo sviluppo di minori competenze linguistiche e socio-emotive nei piccoli, eccezion fatta se la visione di contenuti educativi avviene sotto la supervisione del genitore/caregiver.
2. Promuovere un tempo libero di qualità con iniziative che stimolino la creatività, l’interazione con il prossimo, il dialogo e la comunicazione, l’esplorazione dell’ambiente circostante.
3. Includere il linguaggio e l’interazione sociale fra i determinanti di salute, ovvero tra i fattori di “vita sana” insieme all’alimentazione e al movimento.
4. Arricchire l’ambiente di stimoli per arricchire la comunicazione e per arricchire sia bambini che adulti di possibilità e opportunità per il loro futuro.
5. Sensibilizzare al ruolo del logopedista come sentinella per l’intercettazione dei disturbi del linguaggio, professionista competente e autorevole in grado di intervenire nella cura della patologia e promuovere un contesto ambientale favorevole”.