Disturbi alimentari, allarme liste d’attesa: arriva il progetto ‘Terapia sospesa’

Crescono i disturbi alimentari e c’è da aspettare per le cure. Il 2 giugno, in occasione del World Eating Disorders Action Day (la giornata mondiale d’azione sui disturbi alimentari9 si rilancia “Terapia sospesa”

di Redazione Mamme Magazine

 

Continua a preoccupare la crescita costante dei disturbi dell’alimentazione quali anoressia, bulimia, binge eating e altri. Ne soffrono, secondo le stime 3,5 milioni di italiani. Ma nel frattempo i centri specializzati e i posti letto disponibili non riescono a stare al passo con il rischio potranno curarsi solo i pazienti che possono permetterselo.

Dati e liste di attesa

“La pandemia da Covid-19 ha determinato un aumento del 30% di questi disturbi, con gravi ripercussioni sulle famiglie, che, disarmate, si trovano a fronteggiare i disagi dei propri figli causati dalla riduzione significativa dei contesti di socialità. Nel corso del 2024 le richieste di aiuto pervenute al numero verde SOS DCA istituito dalla Presidenza del Consiglio sono più che triplicate”, le parole di Laura Dalla Ragione, psichiatra, fondatrice della Rete DCA Umbria 1 e del numero verde SOS DCA e presidente del Comitato scientifico della Fondazione Ananke di Villa Miralago.

L’età di esordio dei disturbi alimentari si è abbassata in maniera significativa, ponendosi mediamente attorno ai 12/13 anni, con esordi anche in bambini di 8/9 anni. Nel 2023 i decessi per malattie legate al disturbo alimentare sono stati 3.780: si tratta, ormai, della prima causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali.

In base all’ultimo censimento dell’Istituto Superiore di Sanità risultano insufficienti le 214 strutture sul territorio nazionale (79 al Nord, 34 al Centro Italia e 51 tra Sud e Isole) e le liste di attesa al Servizio sanitario nazionale sono lunghissime. Si arriva agli 8 ai 13 mesi e più prima di ricevere le cure. C’è chi ha disponibilità economica e si rivolge alle strutture private. I restanti stanno ad aspettare mentre la patologia si aggrava con il trascorrere del tempo.

L’idea

Per queste ragioni, in vista della Giornata mondiale d’azione sui disturbi alimentari (World Eating Disorders Action Day, il prossimo 2 giugno), la Fondazione Ananke di Villa Miralago rilancia il progetto “Terapia sospesa” ideato dall’associazione Ananke Family Aps, che si occupa attivamente di prevenzione e informazione sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e fornisce sostegno ai familiari di pazienti con tali disturbi.

A spiegare che il progetto nasce dalla tradizione napoletana del caffè sospeso è la presidente di Ananke Family Cinzia Fumagalli: “Questa usanza iniziò durante la Seconda Guerra Mondiale, quando, in tempi molto difficili, la gente era solita pagare due tazze di caffè: una per sé stessa, ed una per chi non poteva permetterselo – chiarisce -. La tradizione del ‘caffè sospeso’, quindi rappresenta l’umanità, l’incredibile sentimento dell’amore, della compassione, della comprensione e di tutti gli altri sentimenti positivi che non dobbiamo mai dimenticare. La ‘terapia sospesa’ segue la stessa logica di gesto solidale, ma può salvare delle vite”.

I percorsi di cura

“I disturbi dell’alimentazione sono patologie complesse che richiedano una gestione effettuata da un’equipe multidisciplinare che sia in grado di effettuare una valutazione diagnostica multidimensionale (psichiatrica, psicologica, internistica e nutrizionale) e che possa proporre modelli di trattamento in grado di affrontare la psicopatologia specifica del disturbo e l’eventuale comorbilità psichiatrica, internistica e nutrizionale associata – afferma Eugenia Dozio, responsabile dell’Area nutrizione di Villa Miralago –. Purtroppo, a livello nazionale sono ancora esigui gli strumenti messi in campo per un monitoraggio sistematico dello stato di queste patologie, soprattutto in riferimento alla persistente crisi economica”.

Da quando il progetto è nato nel 2023, il progetto “Terapia sospesa” l’associazione ha garantito cure a centinaia di pazienti lungo tutto il territorio nazionale. È possibile donare attraverso il sito ufficiale www.anankefamily.it o contattando direttamente i referenti. Si può donare una terapia sospesa (una seduta, un pacchetto, un intero percorso) oppure chiedere sostegno in forma anonima e riservata e diffondere consapevolezza su un tema ancora troppo poco conosciuto. Le donazioni sono destinate al pagamento di percorsi terapeutici presso professionisti qualificati su tutto il territorio nazionale indipendentemente dall’appartenenza a una struttura specifica.

“Il percorso di cura dei disturbi dell’alimentazione è spesso lungo e complesso. I tempi di accesso agli ambulatori pubblici possono risultare dilatati e, in alcuni casi, viene a mancare quell’empatia fondamentale tra paziente e professionisti – commenta Giuseppe Rauso, presidente di Emmepi4Ever la cui figlia Maria Paola perse la vita anche a causa dei ritardi dovuti alle lunghe attese –. In queste situazioni, i familiari si trovano costretti a cercare alternative, talvolta orientandosi verso percorsi di cura privati, che possono rappresentare una valida opzione, un’autentica ancora di salvezza. Ben vengano, quindi, iniziative come questa, che offrono un concreto supporto alle famiglie: già provate dall’impatto della malattia, spesso si trovano a dover affrontare anche difficoltà economiche”.

“Ogni donazione può fare la differenza. In un Paese in cui la sanità pubblica non riesce a coprire tutte le fragilità, la solidarietà diventa cura, presenza, salvezza. Un gesto d’amore che può salvare una vita”, conclude Cinzia Fumagalli.

 

Foto: Pixabay

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