Il bimbo sta per entrare nel mondo sconosciuto dei cibi solidi. L’esperta illustra tutte le fasi del “primo vero viaggio sensoriale di tuo figlio”
di Monica Giovacchini*
Lo svezzamento non è soltanto un cambio di alimentazione, ma un vero e proprio rito di passaggio, una tappa di crescita profonda tanto quanto muovere i primi passi o dire le prime parole. Nei primi mesi di vita, il latte, che sia materno o artificiale, rappresenta tutto: nutrimento, sicurezza, affetto. Poi arriva il momento in cui non basta più. Il corpo del bambino chiede di più, le sue esigenze cambiano, e si apre davanti a lui un mondo tutto nuovo, fatto di sapori, consistenze, cucchiaini e abitudini da costruire.
Quel nuovo nutrimento
Entrare nel mondo del cibo solido è un po’ come affrontare un viaggio in un paese sconosciuto. Immagina di trovarti a cena in un posto lontano, e ti viene servito un piatto mai visto prima. Lo osservi, lo annusi, forse lo assaggi con diffidenza. Per tuo figlio, ogni nuovo cucchiaino è esattamente questo: un piccolo salto nell’ignoto. E come ogni grande scoperta, va vissuta con pazienza, rispetto e senza forzature. Il bambino ha bisogno di tempo per esplorare, assaggiare, sputare, accettare o rifiutare. E poi riprovare, a modo suo e coi suoi tempi.
In quale mese cambiare
Il momento ideale per iniziare si colloca tra il quarto e il sesto mese, un periodo in cui il piccolo comincia a mostrare interesse per il cibo degli adulti, mantiene la testa dritta senza aiuto e ha perso il riflesso che lo porta a spingere fuori tutto con la lingua. Le sue gengive iniziano a esercitarsi nei movimenti masticatori, anche se i dentini non sono ancora comparsi. In presenza di dubbi o familiarità con allergie, è sempre bene confrontarsi con il pediatra prima di iniziare.
Quali cibi?
Lo svezzamento comincia con semplicità. Si propongono alimenti morbidi e digeribili, presentati singolarmente. Brodi vegetali filtrati a cui si aggiungono via via farine di cereali, meglio se inizialmente prive di glutine. A seguire, piccole quantità di verdure dolci, frutta cotta, e più avanti proteine leggere come carni bianche ben omogeneizzate o legumi decorticati e frullati. Ogni nuovo alimento richiede un periodo di osservazione di due o tre giorni, durante i quali è meglio non introdurre altre novità. Questo aiuta il bambino ad adattarsi e permette di riconoscere facilmente eventuali reazioni avverse.
Durante questa fase, il sale va evitato del tutto, così come zucchero, spezie, dadi e condimenti. I reni del bambino sono ancora immaturi e un eccesso di sodio o di stimolazioni gustative può risultare dannoso. L’ideale è una cucina semplice, naturale, che lasci emergere il gusto vero degli alimenti. Il palato dei più piccoli è puro, non ha ancora conosciuto sapori artefatti, e questa è un’occasione preziosa per educarlo fin da subito a una relazione sana con il cibo.
Se si sceglie di utilizzare alimenti confezionati, è fondamentale leggere bene le etichette. I prodotti destinati alla prima infanzia devono riportare specifiche indicazioni normative. Il codice 500/94 si riferisce ai latti per neonati, mentre il codice 128/99 riguarda gli altri alimenti. In assenza di queste indicazioni, è meglio evitare l’acquisto, perché anche le confezioni più accattivanti possono nascondere prodotti poco adatti.
Cibo biologico
Il biologico può essere una scelta valida, ma va fatta in modo consapevole. La dicitura “agricoltura biologica” garantisce che almeno il 95% degli ingredienti provenga da coltivazioni certificate. Quando invece si legge “da agricoltura biologica”, la percentuale può scendere fino al 75%. Termini come “oasi ecologica” sono più suggestivi che normati e non offrono reali garanzie.
Lo svezzamento non è solo nutrizione, è relazione, comunicazione, fiducia. Ogni cucchiaino è un’occasione per costruire un dialogo silenzioso con il proprio bambino, per osservarlo, comprenderlo, accompagnarlo nel suo percorso verso l’autonomia. Non servono ricette perfette o tabelle rigide. Servono presenza, coerenza e tanto amore. Lo svezzamento è il primo vero viaggio sensoriale di tuo figlio. Un cammino fatto di odori, colori, consistenze e nuove scoperte. Lascialo libero di esplorare, senza ansia, senza fretta. Il cibo è molto più che nutrimento: è emozione, relazione, crescita.

Biologa nutrizionista
Foto: Pixabay
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