Una donna in dolce attesa può lavorare fino al nono mese? Cosa è importante sapere? Quali i falsi miti sulla gravidanza. Ne parla a Mamme Magazine la ginecologa Anna Paola Cavalieri. Nella foto: Alessandra Amoroso (profilo IG)
di Angelica Amodei
Brillavano sul palco: lei e il suo pancione. Alessandra Amoroso è tornata sulle scene in dolce attesa avanzata e piena di energia. È fuori il suo nuovo album “Io non sarei” e il tour estivo è già partito dalle Terme di Caracalla a Roma. Nel frattempo, la cantante si prepara alla nascita della sua bambina, Penelope Maria, prevista per settembre, e racconta di vivere un momento di profonda armonia, in cui la musica ha un sapore nuovo. La gravidanza non ha rallentato il suo lavoro, anzi le ha regalato “uno stato di grazia”.
Ma viene naturale chiedersi: si può davvero lavorare durante la gravidanza? Fino a quando è sicuro farlo? Ci sono dei limiti o precauzioni da rispettare?
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Anna Paola Cavalieri, ginecologa esperta in Neuroendocrinologia della riproduzione a Roma. “Una gravidanza fisiologica non è una malattia”, chiarisce subito la dottoressa Cavalieri . “È uno stato che va vissuto con consapevolezza, imparando ad ascoltare di più il proprio corpo. consiglio sempre alle mie pazienti in dolce attesa di ascoltare il proprio corpo. Se la donna sta bene e ha il via libera del medico, può lavorare anche fino a pochi giorni prima del parto. Oggi la legge lo consente. Si può lavorare fino al nono mese”. Naturalmente, ogni situazione è diversa. “Sì, in caso di complicazioni, come minaccia di parto pretermine, gravidanze gemellari, gestosi o condizioni ad alto rischio, sarà il ginecologo a valutare caso per caso quanto è possibile continuare a lavorare o svolgere altre attività”.
Attività fisica e lavoro: sì, ma con equilibrio

Spesso si pensa che in gravidanza sia meglio evitare qualsiasi sforzo, ma è un falso mito: “Il movimento non solo non è controindicato, ma in molti casi è persino terapeutico, ad esempio nel diabete gestazionale”, spiega Cavalieri. “Chi era già abituata a fare sport, potrà continuare in sicurezza; chi invece è sedentaria, potrà iniziare con calma, sempre seguendo i segnali del proprio corpo e con la supervisione del medico. È certamente importante non affaticarsi. Il primo trimestre, per esempio, è spesso accompagnato da stanchezza e sonnolenza, effetti ormonali del tutto normali. È quindi naturale rallentare. Il secondo trimestre, al contrario, è spesso il più energico, con maggiore benessere generale. Nel terzo trimestre, invece, tutto dipende da come è andata la gravidanza fino a quel punto: molte donne continuano a lavorare, uscire, camminare, altre invece scelgono un ritmo più tranquillo”.
Alimentazione, chili e sedentarietà
Non è vero che in gravidanza bisogna mangiare per due: “È importante seguire una dieta sana, evitare l’alcol in ogni forma per tutta la durata della gravidanza, e mantenere un controllo sul peso. Anche la sedentarietà è da evitare: un’attività moderata e costante è benefica sia per la mamma che per il bambino”.
Falsi miti da sfatare
Durante l’attesa, circolano moltissime informazioni non sempre corrette. Vediamo i principali falsi miti segnalati dalla ginecologa.
Niente movimento? Falso. Muoversi è consigliato, se la gravidanza è fisiologica.
Addio tinta ai capelli e smalto? Non necessariamente. Basta avvisare il parrucchiere o l’estetista che si è in dolce attesa: esistono prodotti adatti e sicuri.
Niente rapporti sessuali? Non è detto. L’attività sessuale può essere mantenuta, salvo indicazioni specifiche del medico (per esempio in caso di placenta previa o rischio di parto prematuro).
Esporsi al sole? Con attenzione. In gravidanza è più facile sviluppare macchie scure sul viso (cloasma gravidico) a causa degli ormoni. Mai senza protezione solare e meglio usare cappelli e filtri alti, soprattutto sul volto.