I pericoli del taser: rischio di vita per il nascituro se usato su una donna incinta

Sull’uso della pistola a impulsi elettici interviene Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis118, che spiega a Mamme Magazine i rischi nel caso in cui venisse usato su una donna in stato interessante

di Manuela Vacca

 

I due decessi, uno a Olbia e uno a Genova, in sole 48 ore hanno riacceso il dibattito – e conseguenti polemiche – sull’uso del taser, ossia la pistola elettrica in dotazione alle forze dell’ordine italiane dal 2018. Tra le voci più lucide c’è quella del medico Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis118 (Società Italiana Sistema 118), che suggerisce una revisione delle modalità d’impiego “in quanto il suo utilizzo si è dimostrato potenzialmente pericoloso, sia nell’immediato sia a distanza di alcuni minuti, per la vita dei soggetti colpiti”.

Il pericolo raddoppia se si è in dolce attesa

Non è mai successo in Italia che il taser – evoluzione del manganello elettrico e acronimo di “Thomas A. Swift’s Electronic Rifle”, dal nome di un personaggio di un fumetto – sia stato usato su bambini, fatto accaduto invece negli Stati Uniti dove venne adoperato, per esempio, nel 2009 a Los Angeles contro un 12enne autistico e nel 2017, a Dallas, su un piccolo di sette anni sofferente di Adhd, il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Nel 2015, in Gran Bretagna, fece scandalo l’abuso del taser, utilizzato su oltre 400 minorenni, compreso un bambino di 9 anni.

Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis118

Nel 2017, a New York, la polizia utilizzò il teaser contro una 17enne, nonostante lei avesse ripetuto più volte che era incinta. Per fortuna nel nostro Paese non si segnalano episodi che hanno interessato donne in dolce attesa. Ma se accadesse proprio a una donna incinta  ci potrebbero essere complicazioni anche per il bambino? “Se il soggetto in marcata agitazione psicomotoria nei confronti del quale si dovesse utilizzare il taser fosse una donna gravida, in caso di subentrato arresto cardiaco si rischierebbe, addirittura, la perdita di due vite“, riferisce a Mamme Magazine il dottor Balzanelli.

Il funzionamento

Per far comprendere le conseguenze l’esperto cita anche Douglas Zipes, uno degli aritmologi più autorevoli al mondo, e dice: “Il taser spara due freccette, unite da fili elettrici, le quali colpiscono il soggetto ricevente per immobilizzarlo temporaneamente. Attraverso la scarica elettrica, ad alta tensione (50mila volt) e a bassa intensità (sei milliampere), somministrata al soggetto colpito mediante impulsi elettrici ripetuti e assai ravvicinati in un intervallo temporale assai ristretto – il soggetto riceve 20 scariche al secondo per la durata complessiva di 5 secondi -, il soggetto può andare in arresto cardiaco improvviso”.

Le conseguenze per la salute

Quindi chiarisce cosa succede in caso di improvviso arresto del muscolo cardiaco: “In questi casi, non pochi in assoluto, quali documentati negli Usa, e più volte verificatisi nel nostro Paese, l’arresto cardiaco improvviso del soggetto colpito è insorto prevalentemente con ritmo di fibrillazione ventricolare. Ritengo assolutamente inappropriato correre il rischio, per quanto molto ridotto, di uccidere un uomo solo per immobilizzarlo”.

L’ipotesi imprevista

Immaginiamo che un terzo soggetto si trovi disgraziatamente coinvolto in questa situazione. “Non può escludersi che – afferma il dottor Balzanelli – nella traiettoria compiuta dalle freccette sparate dal taser si interponga, casualmente, qualcuno, che riceverebbe le scosse elettriche al posto del soggetto per cui si sia deciso di sparare, sempre con le possibili citate nefaste conseguenze”.

Cosa si può fare

Pur nel rispetto dell’operato delle forze dell’ordine e del loro impegnativo compito, secondo il medico andrebbero rivisti i criteri di utilizzo del taser, a livello normativo, in maniera più restrittiva possibile  oppure decidere di sospenderne l’utilizzo.

“Dovrebbe essere, intanto, sancita quale obbligatoria la presenza contestuale di un defibrillatore semiautomatico da prevedersi in dotazione di tutti gli equipaggi delle forze di Polizia dotati di taser, i cui componenti dovrebbero essere periodicamente addestrati e certificati nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare avanzata e di defibrillazione precoce (Blsd). Ma, anche in questo caso – conclude il medico alla presidenza del Sis118 – non è scontato, anche se molto probabile, che l’utilizzo, per quanto immediato, del defibrillatore e della rianimazione cardiopolmonare possa garantire l’effetto auspicato, quale il ripristino della circolazione spontanea e l’assenza di esiti neurologici, particolarmente qualora il soggetto dovesse essere cardiopatico”.

Foto: Wikipedia – jasonesbain – Taser, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2910699

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