Emergenza e bambini in estate, l’esperta di rianimazione pediatrica: “Serve massima attenzione”

Dopo gli episodi della neonata lasciata in spiaggia e del bimbo morto in auto, a Mamme Magazine l’intervista alla dottoressa Carla Aromatario, referente nazionale Sis118 per le emergenze pediatriche

di Manuela Vacca

 

“Un bambino piccolo non può stare alle 13 in spiaggia perché va incontro a disidratazione e colpo di calore. E se strilla sta manifestando disagio”. A ricordare a Mamme Magazine i pericoli estivi per i neonati e giovanissimi è la dottoressa Carla Aromatario, anestesista-rianimatore all’Ospedale di Pescara, da un anno anche referente nazionale Sis118 per le emergenze pediatriche.

Carla Aromatario

Ci sono accorgimenti di buon senso che, in quanto tali, appaiono ovvi ma è sempre bene ricordarli, specialmente alla luce delle cronache delle ultime ore della neonata lasciata sotto il sole cocente a Jesolo. Ora sta bene, per fortuna. Invece, non c’è stato lieto fine per il bambino che si è allontanato dalla casa delle vacanze nel nord Sardegna, mentre i genitori riposavano, ed è stato trovato privo di sensi in auto.

La Sis118 (Società Italiana Sistema 118) aveva denunciato l’aumento di chiamate di emergenza in questa torrida estate e quindi diffuso un decalogo di regole. Raccomandazioni che sono ancora più utili se si è da poco genitori come se non lo si è affatto ma ci si rende attivi in situazioni dove i bambini sono in pericolo o presentano una sintomatologia per cui è necessario lanciare subito l’allarme.

La dottoressa Aromatario ne ha viste tante: lavora in emergenza neonatale e pediatrica da 25 anni. Ha all’attivo centinaia di casi di neonati/bambini molto piccoli gestiti in situazioni di emergenza, sia nel punto nascita che nell’emergenza neonatale e pediatrica. “Con la pediatrica mi sono trovata subito in sintonia per questo ho detto di sì quando il primario mi chiese di occuparmene”, racconta. Certo, ha scelto un campo tutt’altro che facile. “È un’anestesia di nicchia: i bambini hanno delle particolarità per cui ci vuole qualche competenza in più per seguirli”.

Quali sono le chiamate più comuni al 118 relative all’urgenza pediatrica?

“Chiamate per traumi, crisi convulsive, febbre elevata. Poi problematiche respiratorie e gastroenteriche. In particolare in estate reazioni allergiche da punture di insetto, ustioni, colpi di calore e i casi di bambino in acqua su cui abbiamo discusso con il presidente nazionale del Sis118 Mario Balzanelli per la scrittura delle linee di comportamento. Sono situazioni normali che sembrano prive di pericolo e invece sono pericolose. Il bambino può sembrare autonomo ma non lo è, per cui i genitori o altro adulto devono stare molto vicini e controllarlo a vista. Deve essere, come diceva mia nonna, a portata di mano. Magari si allontana: non si rende conto e si disorienta. Basta un attimo e si perde il bambino, l’attenzione deve essere massima”.

Cosa succede quando arriva una chiamata al pronto soccorso per un neonato o un bambino?

“La centrale operativa del 118 valuta il livello di gravità e invia sulla scena il mezzo di soccorso con l’equipaggio più idoneo e vicino. Una volta sul posto si rivaluta la situazione e, in contatto con la centrale operativa, il punto migliore per gestire l’urgenza”.

Come deve essere l’approccio con i genitori?

“È importantissimo rapportarsi in maniera corretta con il genitore sia per cercare di mantenere la calma – e tanto più piccolo è il bambino, tanto maggiore risulta l’ansia – che per l’anamnesi, dove il contributo appare fondamentale. È infatti il genitore a riferire cosa è successo, non solo in quel momento di problematica ma anche nei momenti, ore e giorni precedenti. Per esempio, se vado a un’urgenza e trovo un piccolo disidratato e la madre mi dice che ha avuto al tosse nei giorni precedenti, posso definire la problematica che devo gestire. Inoltre non si deve mai staccare il bambino dai genitori, anzi bisogna mantenerlo vicino. La gestione del bambino non è semplicissima: è il paziente per definizione non collaborante e serve allora la massima collaborazione del padre o della madre per manternerlo tranquillo e calmo, sempre che la condizione del bambino lo permetta”.

Torniamo alle chiamate: in questi mesi di alte temperature quali sono state le emergenze più frequenti da gestire?

“Indubbiamente colpo di calore, collassi cardiocircolatori perché questa è la storia clinica: si disidrata, prende un colpo di calore e va incontro al collasso cardiocircolatorio. Come Sis 118 ricordiamo che non bisogna lasciare i bambini in ambienti chiusi come le auto, nemmeno con i finestrini aperti in quanto ambienti che si riscaldano facilmente. Per questo ora è vietato anche lasciare in macchina i cani. Lo ricordiamo perché, ogni tanto, la cronaca ci dice che sono fatti che accadono, pur essendo assurdi”.

Talvolta si sottovalutano alcune situazioni di pericolo in età pediatrica. Davanti a quali sintomi occorre chiamare immediatamente il 118?

“Alterazione dello stato di coscienza o dell’attività respiratoria, convulsioni, ferite profonde, pianti inconsolabili. Poi nei casi di caduta, per esempio da un fasciatoio, perché un trauma che apparentemente non ha prodotto effetti potrebbe invece averne avuto. Ancora, i traumi in acqua perché basta un attimo. Oppure un bambino particolarmente sonnolento, inappetente, poco reattivo e scarsamente responsivo agli stimoli esterni: va chiamato il 118 per effettuare i controlli. Bisogna dire che le mamme sono molto brave a valutare. In generale sono attente, perspicaci e sensibili dinanzi alle difficoltà dei figli”.

I padri sono altrettanto sensibili?

“Nel quotidiano il ruolo di maggiore controllo e cura è riservato in genere alla mamma che, quindi, è piu favorita nel cogliere alcuni aspetti. Ma va detto che i padri attenti sono veramente molto scrupolosi”.

C’è un caso che più di altri che ha sempre presente come se fosse successo ieri?

“Ci sono tanti episodi. Uno che mi è rimasto nel cuore riguarda una bambina che aveva ingerito una batteria a bottone di un telecomando. La mamma aveva visto la scena in diretta senza riuscire a fermarla in tempo. In seguito, dato che la piccola non aveva difficoltà, non aveva chiamato subito il 118, pensando che quella piccola batteria sarebbe uscita da sola. Chiamò perciò con notevole ritardo, dopo che la bambina presentò ipersalivazione, difficoltà alla deglutizione, fastidio alla gola con tosse stizzosa e mani alla gola. Fu operata e si risolse con esito positivo ma per lungo tempo fu sottoposta a pratiche di dilatazione esofagea in quanto le batterie rilasciano sostanze che lesionano i tessuti con cui vengono in contatto e, a livello esofageo, si era quindi formata una stenosi cicatriziale (un restringimento del canale, ndr)“.

Quali altre raccomandazioni da dare ai genitori?

“In realtà informazione e formazione che abbiano impatto salvavita. Vogliamo infatti dare ai genitori gli strumenti per fare quello che si può direttamente nel momento immediato di emergenza. Quindi con Sis118 faremo eventi aperti non solo agli operatori sanitari ma soprattutto ai genitori, che sono il primo anello della catena: se succede qualcosa a casa ci sono loro a gestire certe situazioni drammatiche che non danno al 118 nemmeno il tempo di arrivare”.

Quindi ci dobbiamo aspettare novità in autunno?

“Certamente. Ho approcciato questa realtà grazie a Mario Balzanelli, che è un vulcano, e abbiamo trovato tanti elementi in comune ed elementi da perfezionare per il 118. Abbiamo in programma tante cose: il terreno è molto fertile”.

Foto: Pixabay

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