La maternità tra gioia e buio: il tabù della depressione post partum

Persone comuni e vip come Gwyneth Paltrow e Adele : la depressione post partum colpisce una madre su dieci e non è sempre riconosciuto un distrubo complesso. Invece bisogna sempre ricordare che madri non si nasce, come dice a Mamma Magazine l’esperta Antonella Elena Rossi

di Emma Liorni

 

La nascita di un bambino è spesso descritta come uno dei momenti più felici e straordinari della vita di una donna. Tuttavia, dietro la gioia di stringere il proprio figlio tra le braccia, molte madri affrontano una realtà meno visibile ma altrettanto profonda: la “depressione post partum”. Un disturbo complesso che, se non riconosciuto e trattato, può trasformare l’entusiasmo della maternità in una spirale di isolamento, ansia e sofferenza.

I sintomi

Non si tratta solo di stanchezza o difficoltà nell’adattarsi alla nuova routine: la depressione post partum è una condizione psicologica con sintomi ben definiti e cause profonde. Secondo gli esperti, colpisce circa una madre su dieci, ma il numero potrebbe essere ancora più alto, considerando che molte donne non parlano apertamente del loro disagio per timore di essere giudicate. Nei giorni immediatamente successivi al parto, molte madri sperimentano il baby blues, un fenomeno transitorio legato ai cambiamenti ormonali, caratterizzato da sbalzi d’umore, pianti improvvisi e ansia. Ma mentre il baby blues tende a svanire entro poche settimane, la depressione post partum ha sintomi più intensi e persistenti, che possono durare mesi se non trattati.

L’esperta

Secondo Antonella Elena Rossi, psicologa, “la società tende a minimizzare il disagio delle neomamme, attribuendolo alla stanchezza. In realtà, è fondamentale riconoscere i segnali e intervenire tempestivamente. I segnali includono: tristezza profonda e continua, pianto frequente senza una causa apparente, ansia costante e irritabilità, perdita di interesse per le attività quotidiane, difficoltà nel prendersi cura del bambino, senso di colpa e paura di poter fare del male al piccolo, insonnia o eccessivo bisogno di dormire, pensieri ossessivi e intrusivi”.

Spesso, le donne con depressione post partum rifiutano l’aiuto, anche se partner e familiari cercano di sostenerle. Questo porta a un circolo vizioso di isolamento e solitudine, che può sfociare in pensieri autolesivi o suicidari. “Molte madri si sentono inadeguate e, paradossalmente, rifiutano il supporto proprio nel momento in cui ne avrebbero più bisogno – spiega la psicologa – La depressione post partum non ha una sola causa, ma è spesso il risultato di una combinazione di fattori:  quali per esempio squilibri ormonali, dovuti al brusco calo degli estrogeni e del progesterone dopo il parto, fattori ambientali, come la solitudine, la mancanza di aiuto da parte del partner o la difficoltà nel gestire le aspettative sociali, aspetti psicologici, tra cui il perfezionismo, esperienze traumatiche passate o una storia pregressa di depressione, pressioni culturali, legate all’idea che una madre debba essere sempre forte, felice e capace di gestire tutto da sola”.

Essere mamme

“Madri non si nasce, si diventa. È fondamentale prepararsi emotivamente e avere un supporto adeguato per affrontare le difficoltà della maternità – sottolinea Antonella Elena RossiDiventare mamma è un processo che richiede preparazione psicologica. Per questo, è importante ricevere sostegno durante la gravidanza, tramite corsi preparto che affrontino anche l’aspetto emotivo, costruire una rete di supporto con amici, partner e familiari, chiedere aiuto senza timori, specialmente se si avverte paura o ansia legata alla maternità condividere le responsabilità, evitando il sovraccarico e garantendo momenti di riposo alla madre, affidarsi a gruppi di supporto , dove confrontarsi con altre neomamme che vivono esperienze simili”.

La salute mentale materna

La cura della depressione post partum passa attraverso diversi livelli di intervento. “La terapia psicologica gioca un ruolo chiave, con approcci come la terapia cognitivo-comportamentale (Cbt), che aiuta a gestire ansia e pensieri negativi. In alcuni casi, può essere necessario l’uso di antidepressivi, sempre sotto stretta supervisione medica, soprattutto per le madri che allattano”, aggiunge l’esperta. Fondamentale è il sostegno sociale: avere una rete di supporto tra partner, amici e familiari può fare la differenza nel recupero della madre. Anche la condivisione delle responsabilità e il tempo dedicato al benessere personale sono aspetti molto importanti da non dimenticare. È necessario abbattere i tabù sulla salute mentale materna e creare un ambiente in cui ogni neomamma possa sentirsi libera di chiedere aiuto senza paura o vergogna. “Riconoscere i segnali e intervenire tempestivamente è la chiave per garantire il benessere della madre, del bambino e dell’intera famiglia”, conclude Antonella Elena Rossi.

Vip e influencer

La depressione post partum è stata anche raccontata da donne vip, attrici, influencer. Una di queste è Gwyneth Paltrow: l’attrice premio Oscar ha parlato più volte della depressione che l’ha colpita dopo la nascita del secondo figlio, Moses, avuto dal cantante dei Coldplay, Chris Martin: “per cinque mesi sono stata costantemente a disagio”, ha spiegato, rivelando anche di aver rinunciato ad avere un terzo bambino proprio per paura della “caduta” emotiva. Courtney Cox, l’ex Monica della sitcom ‘Friends’, ha sofferto di depressione post parto dopo la nascita della figlia Coco nel giugno 2004, avuta da David Arquette, allora suo marito.

Alena Seredova, l’ex moglie del portiere Gigi Buffon, madre di David Lee e di Louis Thomas, è fra le donne che hanno sofferto di depressione post partum dopo la nascita del suo secondogenito “Chiamatelo come volete, maternity blues o depressione post partum: mi è piovuto addosso circa tre mesi dopo quell’indimenticabile 28 dicembre 2007”.

“La depressione post partum mi ha quasi spinta al suicidio”. È la dura esperienza dell'attrice americana Brooke Shields che sull’argomento ha anche scritto un libro. Madre di due bambine il maternity blues l’ha colpita dopo la nascita della primogenita Rowan Francis il 15 maggio 2003. La cantante britannica Adele è stata colpita dal maternity blues dopo la nascita del figlio Angelo James, cinque anni, avuto dal compagno Simon Konecki: “Funziona così: non vuoi stare con il bambino, hai paura di potergli fare male, che tu non stia facendo un buon lavoro. Ossessionata, mi sentivo inadeguata, come se avessi preso la peggiore decisione della mia vita”.

 

Foto: Pixabay

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