Come costruire una città che sia adatta alle mamme e ai papà? I primi mille giorni di vita del bambino sono un frangente di sviluppo fondamentale per la salute fisica. A Mamme Magazine l’opinione di Lamberto Bertolé, presidente della Rete Città Sane Oms
di Manuela Vacca
Quante volte il comportamento scorretto di un automobilista impedisce il passaggio a un pedone e rende impossibile l’accesso a una sedia a rotelle oppure a un passeggino? Girare in bicicletta diventa spesso difficile e i bambini devono rinunciarci sempre di più. Strangolati dal tran tran quotidiano, troppe volte non ci si sente a casa nelle nostre città. Se poi si ha un figlio o una figlia entrano in gioco tante altre variabili e ci si chiede se sia possibile una città salutare, ideale per consentire alle mamme di svolgere il difficile compito di crescere i bambini in sicurezza, senza disuguaglianze e con servizi adeguati.
Certo, occorre uno spazio urbano che sia idoneo innanzi tutto per le donne anche per i servizi sanitari. Il contesto dimostra che occorre inoltre rafforzare la medicina di genere, come ha ricordato solo due giorni fa il presidente della Repubblica. Per quanto riguarda l’essere madri sono necessari servizi adeguati, che non possono essere limitati esclusivamente agli asili nido e agli spazi pubblici ma devono contemplare anche le reti di sostegno.

“Costruire città a misura di genitori significa costruire città a misura di comunità. Dove un padre e una madre possono trovare un nido sotto casa, ricevere ascolto in un consultorio, sentirsi parte di una rete”, dice a Mamme Magazine Lamberto Bertolé, presidente della Rete Città Sane Oms, che avverte: “Le città sane investono nei primi mille giorni di vita, perché sanno che lì si gioca gran parte del futuro. Come Rete, siamo impegnati a promuovere contesti urbani che sostengano chi cura, che valorizzino la genitorialità e che mettano la salute materno-infantile al centro delle politiche urbane”.
La Rete Città Sane considera che i primi mille giorni di vita del bambino sono un frangente di sviluppo fondamentale per la salute fisica, mentale e relazionale dell’essere umano. Di conseguenza gli ambienti urbani influiscono profondamente su crescita e benessere. Lo fa presente non solo l’Organizzazione mondiale della sanità ma lo dicono anche le linee guida dell’Unione europea e il Piano nazionale della prevenzione 2020–2025. Non può configurarsi banalmente quale “sfondo” in quanto è fattore attivo di salute.
Infatti lo spazio urbano risulta il primo ecosistema di vita per tantissime mamme e per i loro piccoli. Garantire l’accesso a servizi per l’infanzia come a spazi pubblici curati e a reti di sostegno alla genitorialità permette di prevenire fragilità, ridurre le disuguaglianze e rafforzare la coesione sociale. Invece, qualora manchino questi elementi, le conseguenze sono isolamento, povertà educativa, stress e rischio di esclusione. Ecco che l’organizzazione sottolinea che “investire in città maternamente accoglienti significa non solo tutelare i diritti delle madri e dei bambini, ma anche costruire capitale umano, salute pubblica e democrazia relazionale”.
I dati sui servizi all’infanzia
Ancora insufficiente la copertura dei servizi per la prima infanzia. Sebbene ci si avvicini all’obiettivo europeo del 33 per cento con 30 posti in asili nido e servizi per la prima infanzia ogni cento bambini sotto i tre anni (dati del 2022), in Italia restano significative disuguaglianze territoriali. Per esempio: in Umbria si arriva a una copertura del 44 per cento ma in Campania e Sicilia si scende rispettivamente al 13 e 13,9 per cento.
Spazi verdi e città bollenti
Che i bambini non abbiano più cortili per giocare è noto. E dalla fotografia fornita lo scorso anno da Save the children, nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, le aree verdi urbane si limitano al 2,9 per cento dei territori comunali nei capoluoghi italiani. I parchi gioco sono appena il 10,9 per cento del verde urbano e le disparità territoriali sono rilevanti. E non è tutto: a luglio dello scorso anno, 349mila bambini sono stati esposti a temperature al suolo medie pari o superiori ai 40 gradi. Si tratta di un trend in forte crescita nell’ultimo quinquennio per i mesi di luglio e agosto.
Spazi culturali e contro le povertà
Delle 8.131 biblioteche in Italia, 8 su 10 sono di pubblica lettura e di queste poco più della metà il 58,8 per cento, ha uno spazio dedicato ai bambini da 0 a 6 anni secondo i dati 2022.
Save the children è impegnata sul fronte della povertà educativa dei bambini e delle bambine in diverse città italiane: nei programmi Fiocchi in Ospedale, Spazio Mamme e Poli Millegiorni si promuoviamo opportunità di tipo educativo, di accompagnamento ai servizi pubblici e di supporto alla cura e alla genitorialità. In particolare, nell’ottica dell’inclusione, in 11 città italiane sono attivi gli Spazi mamme, che offrono luoghi di confronto, sportelli legale e di orientamento oltre a tanti laboratori.
Ripensare le città
Sulle nuove idee degli spazi urbani si sono confrontati negli anni esperti di tutte le discipline. Quando si diventa genitori, la necessità di ripensare le città è ancora più evidente. Uno sforzo collettivo che non andrebbe ulteriormente rimandato perché le ricadute positive vanno a beneficio dell’interà cittadinanza.
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