Aumentano i rischi per i bambini a seguito dell’utilizzo delle nuove tecnologie. Il Garante Privacy ha sottolineato il rischio di contatto con contenuti inappropriati e che i pericoli sono “intollerabili”, se non c’è consapevolezza
di M.V.
I minori e i rischi del digitale, con un focus sull’intelligenza artificiali (ia), sono stati trattati oggi a Roma, in occasione della relazione annuale dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
IA e pedopornografia
“Gli incomparabili benefici che, potenzialmente, l’i.a. può offrire possono risolversi in pericoli intollerabili in assenza della necessaria consapevolezza che ne esige l’uso – le parole del presidente Pasquale Stanzione -. Questo vale soprattutto per i minori che, come “nativi digitali”, intessono con le neotecnologie un rapporto quasi osmotico, con indubbi benefici (si pensi soltanto allo sconfinato patrimonio d’informazioni dischiuso da un solo click) ma anche, talora, rischi notevoli. In due soli anni sono, infatti, cresciuti del 380 per cento i casi di uso d’i.a. per creare materiale pedopornografico, talora a partire da immagini reali cedute dietro ricatto dagli stessi minori, con un’esposizione di adolescenti cresciuta del 35 per cento per i ragazzi e del 67 per cento per le ragazze nello stesso arco temporale”.
Sharenting: quando il genitore deve “condividere i figli”
A mettere a rischio la privacy dei bambini sono spesso gli stessi adulti con lo sharenting, ovvero la pratica diffusa tra i genitori di condividere sui social media foto, video e altri contenuti che riguardano i propri figli. “Incide fortemente sull’identità personale – ha sottolineato il giurista nel suo discorso – oltre a creare, potenzialmente, tensioni significative nel rapporto con i genitori (e persino tra loro stessi), ogniqualvolta la scelta di diffondere le immagini non sia condivisa con i figli. E naturalmente i rischi non sono soltanto quelli di precostituire a ciascun ragazzo un’immagine che, sin da subito o anche, magari anni dopo, egli non ritenga rifletta la sua identità, ma anche di prestarne l’immagine, pur non volendolo, ad abusi anche gravissimi, quali pedopornografia, sexting, deep fake e così via”.
Contatto con contenuti inappropriati
Oltre a parlare di adolescenza, bullismo e cyberbullismo citando le stime Istat, nel suo intervento Stanzione ha evidenziato quanto l‘intelligenza artificiale generativa innervi profondamente le vite degli adolescenti. “Per questa ragione – ha considerato il presidente – è importante che l’accesso a tali dispositivi e, più in generale, alla rete, non avvenga in solitudine e in assenza della necessaria “pedagogia digitale”, comunque eludendo i limiti di età previsti normativamente per un consapevole consenso digitale. Per questo, anche, il Garante ha osservato il massimo rigore nel controllo dei meccanismi di verifica dell’età adottati on-line e, da ultimo, anche dai sistemi di i.a. generativa, per impedire che i minori vengano a contatto con contenuti inappropriati per il loro grado di sviluppo cognitivo e personologico”.
Foto: Pixabay
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