L’indagine del 2023 su quasi 40mila individui restituisce le informazioni sui giovani tra gli 11 e i 19 anni e coinvolge il 68,5 per cento di loro. Anche il ministro dell’Istruzione sottolinea che i dati mostrano un fenomeno in crescita. I più bullizzati? Rumeni e ucraini
di Manuela Vacca
Il problema esiste e riguarda moltissimi dei 5 milioni e 140mila ragazzi, di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, residenti in Italia. I numeri dell’Istat lo attestano: un quinto dei ragazzi subisce atti di bullismo più volte al mese, cioè atti aggressivi di natura fisica e/o verbale e/o psicologica.
L’indagine del 2023 intitolata “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri” ha esaminato i dati sui comportamenti offensivi e aggressivi in un campione di 39.214 individui. Tra di loro, ben il 68,5 per cento dei ragazzi 11-19enni dichiara di aver subìto, nei 12 mesi precedenti, un qualche episodio offensivo, aggressivo, diffamatorio o di esclusione sia online che offline. Ad avere subìto questi atti più volte al mese è il 21 per cento dei ragazzi e per circa l’8 per cento la frequenza è stata almeno settimanale.
Il fenomeno
Si parla di bullismo diretto e indiretto. Nel primo si assiste a un attacco frontale del bullo verso la vittima. Invece, in quello indiretto le azioni vessatorie non appaiono visibili per la mancanza di contatto tra i soggetti. Gli attacchi possono essere verbali e fisici. Le azioni dirette possono così consistere in offese o minacce/aggressioni fisiche volte a svilire la vittima, provocando sofferenza e vergogna. Le azioni indirette sono volte a diffamare con pettegolezzi e calunnie o a escludere la vittima dal gruppo dei pari.
La scuola
“Il tema è drammaticamente in crescita“, ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante la conferenza stampa. “Abbiamo messo al centro della scuola la cultura del rispetto, non è un caso che abbiamo proposto ai giovani, in occasione dell’ultimo esame di stato, una traccia sul tema del rispetto. Mi fa piacere – ha proseguito il ministro – che questa traccia sia stata la più gettonata e con percentuali molto alte, normalmente non così alte negli anni passati per la prova più scelta. Vuol dire che i giovani si rendono conto della drammaticità del problema e che c’è una sensibilità diffusa nell’affrontarlo”. Rispetto, bullismo e cyberbullismo sono tematiche presenti come prioritarie nelle nuove linee guida sull’educazione civica in vigore da settembre dello scorso anno. E la quasi totalità delle scuole, il 96,7 per cento, ha avviato percorsi di educazione al rispetto della donna e alle relazioni.
La fotografia: bullismo tra età e genere
Sono i maschi a subire di più: 21,5 per cento contro il 20,5 per cento delle femmine. La cadenza più che mensile si verifica soprattutto tra i giovanissimi e ha interessato il 23,7 per cento degli 11-13enni e meno nella fascia i 14-19enni (19,8 per cento). Le vittime sono soprattutto al Nord e meno nel Mezzogiorno. Infatti, sono state vittime il 22,1 per cento dei ragazzi del Nord-est, il 21,6 per cento di quelli del Nord-ovest e il 21 per cento di quelli del Centro. Risulta più contenuta la quota tra i residenti nel Mezzogiorno (20 per cento).
Minacce e offese
Tra gli 11-19enni vengono denunciate soprattutto azioni dirette nelle forme di offese e degli insulti. Oltre metà dei ragazzi (55,7 per cento) si è sentita, almeno una volta, offesa o insultata. Invece le minacce e le aggressioni hanno riguardato circa 11 ragazzi su 100. Tra le forme indirette spicca l’esclusione/emarginazione: almeno una volta dal 43 per cento dei giovani. Poi, ha riguardato quasi un ragazzo su quattro la diffamazione, che è massima tra i maschi 11-13enni (almeno una volta nel 28 per cento dei casi) mentre è al minimo tra le ragazze nella classe tra i 14 e i 19 anni (22 diffamate ogni 100 ragazze).
L’esclusione per le ragazze
Offese e insulti accadono con cadenza più che mensile per oltre il 14 per cento degli 11-19enni. Invece l’esclusione coinvolge quotidianamente oltre un giovane su dieci. Le offese continue sono il 16 per cento dei maschi e il 12,3 delle femmine. Sono ripetutamente escluse 1l 12,2 per cento delle 11-19enni. I ragazzi solo nell’8,5 per cento dei casi.
Dal confronto tra gli 11-13enni e i 14-19enni emerge che i primi subiscono maggiormente forme vessatorie di tipo verbale: le offese e gli insulti sono stati sperimentati, almeno una volta nell’anno, dal 58 per cento. La diffamazione da oltre uno su quattro. Invece, i 14-19enni risultano colpiti soprattutto dai comportamenti di natura fisica: minacce e aggressioni: l’11,2 per cento contro il 10 per cento registrato tra gli 11-13enni. Infine gli atteggiamenti di esclusione colpiscono una quota del 43,4 per cento contro il 42,3 per cento tra gli 11-13enni.
Cyberbullismo: oltraggio online
Sono gli adolescenti i maggiori fruitori di tecnologia nel quotidiano: oltre il 90 per cento dei giovani 11-19enni ha dichiarato di trascorrere su Internet almeno un paio di ore al giorno. Inevitabile la presenza di cyberbullismo con invio di messaggi offensivi, insulti o di foto umilianti tramite sms, e-mail, chat o social network. Il 30,1 per cento degli 11-19enni ha dichiarato di aver subìto atti vessatori sia offline sia online. Ad essere stato vittima di atti esclusivamente online è il 3,8 per cento dei ragazzi.
In generale i maschi sono stati afflitti più delle ragazze, anche in termini di esclusione/emarginazione (19 per cento contro 16,6 per cento). La differenza tra i due generi è, comunque, decisamente più ampia con riferimento alle offese e agli insulti: oltre 7 punti percentuali in più per i maschi offesi online. Se si misurano gli oltraggi online ripetuti nel tempo, è confermata la maggiore incidenza tra i maschi che si dichiarano oltraggiati più volte al mese nell’8,9 per cento dei casi contro il 6,6 per cento delle femmine (7,8 per cento nell’insieme).
I ragazzi di origine straniera sono i più colpiti
Gli episodi di bullismo online e/o offline interessano più frequentemente i ragazzi di nazionalità estera. Il 26,8 per cento dei ragazzi stranieri, infatti, dichiara di avere subìto, nell’ultimo anno, atti vessatori con una cadenza più che mensile contro il 20,4 per cento riscontrato tra i coetanei italiani. Particolarmente afflitti sono i ragazzi di nazionalità rumena e ucraina, rispettivamente nel 29,2 per cento e nel 27,8 per cento dei casi. Si fotografano cifre superiori a quelle dei coetanei italiani anche tra gli 11-19enni di cittadinanza cinese, che dichiarano atti vessatori continui in un caso su quattro, e fra quelli di nazionalità albanese e marocchina (oltre il 22 per cento).
Welfare
“Il divario nella presenza di episodi di bullismo tra Nord e Sud, con la prevalenza di episodi al Nord può essere spiegata anche dalla resistenza delle reti parentali al Sud. In molti casi ci sono ancora cugini, fratelli, zii e questo crea una sorta di rete di protezione per un bambino, un giovane. Mentre al nord, soprattutto nelle grandi città, questa rete è smagliata”, ha dichiarato la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, a margine della conferenza stampa proponendo un welfare di prossimità.
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