11 aprile 2025 – Sono 186 milioni di persone a soffrire di infertilità nel mondo. In Italia colpisce 15 per cento delle coppie con il minimo storico di nuovi nati. Tra i fattori che mettono a rischio l’infertilità il microbiota intestinale, un tema che sarà affrontato nel Congresso sulla salute riproduttiva e sessuale della coppia, organizzato dalla Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (Siams), in corso a Firenze sino a domani, 12 aprile
di Redazione Mamme Magazine
C’è un legame tra intestino e fertilità e lo dimostra uno studio pubblicato su Scientific Reports, del gruppo Nature, svolto all’Università di Pechino. I ricercatori sono partiti da dati genetici nella valutazione della composizione del microbiota intestinale e hanno identificato 15 gruppi di batteri alleati della fertilità maschile e femminile, e due ceppi microbici “nemici” della capacità riproduttiva. Un lavoro che può condurre a nuovi spunti per la diagnosi precoce, la prevenzione e il trattamento dell’infertilità. Se ne parla al centro del Congresso organizzato dalla Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (Siams), in corso a Firenze.
Linda Vignozzi, presidente della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità e ordinaria di Endocrinologia all’Università di Firenze, sostiene: “L’infertilità ha, non solo un profondo impatto sulla coppia, ma rappresenta una sfida, sia a livello nazionale che internazionale, anche dal punto di vista economico e sociale. Nonostante su scala globale colpisca 186milioni di persone e, in Italia, riguardi quasi 2 coppie su 5, i fattori di rischio dell’infertilità sono ancora poco noti ed esplorati”. Per la specialista nel contesto “è crescente l’attenzione per lo studio del microbiota intestinale, il più grande e complesso insieme di batteri, virus e funghi del nostro organismo, in grado di pesare fino a due chili, che, in caso di squilibrio, può essere un fattore cruciale nell’insorgenza dell’infertilità. Fino ad oggi mancava, però, un’analisi che consentisse di identificare in maniera chiara, un nesso causale tra microbiota intestinale e infertilità, per la presenza di fattori confondenti e modificabili come lo stile di vita e l’alimentazione”.
I ricercatori
Lo studio ha indagato i dati sul genoma associati al microbiota, derivati da campioni raccolti su oltre 18mila persone tra i 50 e i 62 anni di differenti Paesi (tra cui Regno unito, Stati Uniti, Israele, Corea del Sud e Germania). Le informazioni sono state poi combinate con quelli relativi a un campione di 994 uomini infertili e 9831 casi di infertilità femminile.
“I ricercatori hanno studiato 196 tipologie di batteri per valutarne l’impatto sulla capacità riproduttiva maschile e femminile, individuandone 17 che sembrerebberoinfluenzare la fertilità”, spiega Linda Vignozzi e prosegue: “Nello specifico, per quanto riguarda gli uomini, sono stati identificati cinque gruppi di batteri con effetto protettivo, in quanto associati a una minore probabilità di sviluppare problemi di fertilità,come i batteri appartenenti ai gruppi Bacteroidaceae e Enterobacteriales, tra i quali l’Escherichia coli. È stata, invece, collegata a un rischio maggiore di infertilità maschile, la presenza deibatteri del genere Allisonella che, promuovendo lo stress ossidativo, favoriscono un microambiente infiammatorioe danneggiano il Dna degli spermatozoi, riducendone numero e motilità”. E precisa: “Per quanto riguarda le donne, su 11 gruppi batterici rilevanti, solo uno ha mostrato un’influenza negativa sulla fertilità, alterando la concentrazione di estrogeni circolanti, che può provocare ovaio policistico ed endometriosi. Gli altri 10 tipi di batteri tra cui, ad esempio, quelli appartenenti al gruppo Bifidobacteriales, sono stati, invece, associati a una migliore capacità riproduttiva femminile”.
Microbiota in salute
Dalla comprensione del ruolo del microbiota intestinale derivano nuove opportunità di migliorare i tassi di successo dei trattamenti di fertilità, come suggerisce l’esperta: “Per mantenere il microbiota in buona salute, fondamentale è una dieta equilibrata con alimenti ricchi di fibre prebiotiche, attraverso frutta, verdura e cereali integrali, l’assunzione di probiotici naturali come lo yogurt e optare per grassi sani, come gli omega-3 del pesce azzurro, l’olio di oliva e le noci. Essenziale per favorire la crescita di batteri benefici, anche limitare il consumo di zuccheri e di alimenti trasformati, ridurre fumo e consumo di alcol, ed evitare l’uso eccessivo di antibiotici”.
Le nuove conoscenze potrebbero tracciare nuove vie. “Queste conoscenze potrebbero cambiare le cure e aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per correggere le alterazioni dei parametri spermatici e delle funzionalità ovarica e migliorare la fertilità di entrambi i sessi”, conclude Vignozzi.
Foto: Pixabay
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