Asma e allergie alimentari: il ruolo dei primi 1000 giorni di vita

Studi recenti hanno evidenziato che un’alterazione del microbiota intestinale nei primissimi anni di vita può aumentare il rischio di sviluppare allergie o asma non solo da bambini, ma anche in età adulta

di Angelica Amodei

 

Due studi pubblicati su Annals of Allergy, Asthma & Immunology e Gut Microbes hanno fatto luce su un aspetto importante finora poco compreso: perché le allergie e l’asma cambiano nel tempo. Le nuove evidenze scientifiche indicano che un’alterazione del microbiota intestinale nei primissimi anni di vita può aumentare il rischio di sviluppare allergie o asma non solo da bambini, ma anche in età adulta o avanzata. Un risultato che apre la strada a strategie di prevenzione basate su dieta, probiotici e prebiotici fin dai primi mesi di vita – e persino durante la gravidanza.

Il microbiota intestinale

Per anni si è pensato che l’origine delle allergie fosse soprattutto genetica. Oggi sappiamo che non è così: a determinare la reale comparsa della malattia è il microbiota intestinale, l’insieme di miliardi di microrganismi che popolano l’intestino e che si forma dal concepimento fino ai primi due anni di vita. È in questa finestra temporale – i cosiddetti ‘primi 1000 giorni’– che il microbiota programma il sistema immunitario, insegnandogli a distinguere tra sostanze innocue e potenziali minacce.

“Non è solo questione di geni – spiega Vincenzo Patella, presidente SIAAIC. È il microbiota a decidere se le predisposizioni genetiche si tradurranno in malattie allergiche come asma, dermatite atopica o allergie alimentari”.

Il microbiota può essere paragonato a un pianista che interpreta il nostro spartito genetico. Quando l’armonia è rispettata, il corpo funziona bene; se viene disturbata da fattori come parto cesareo, uso eccessivo di antibiotici, dieta sbilanciata, stress o inquinamento, l’organismo diventa più vulnerabile. “I primi 1000 giorni sono una finestra critica”, ricorda Alessio Fasano, gastroenterologo e pediatra del Massachusetts General Hospital e docente ad Harvard. “In quel periodo si gettano le basi per un microbioma equilibrato, capace di proteggere da allergie e asma per tutta la vita”.

Gli studi hanno individuato una correlazione precisa: una ridotta presenza di Bifidobacterium e di alcuni ceppi di Clostridia nei primi anni è associata a un rischio più alto di sviluppare allergie alimentari e malattie atopiche. Questi batteri, infatti, producono acidi grassi a catena corta che rafforzano la barriera intestinale e favoriscono la maturazione delle cellule T regolatorie (Treg), indispensabili per evitare reazioni immunitarie eccessive. Al contrario, un microbiota povero di diversità e dominato da Enterobacteriaceae favorisce infiammazione e perdita di tolleranza immunitaria.

Le allergie non hanno età

Oggi oltre un terzo della popolazione mondiale soffre di qualche forma allergica, e i numeri sono in aumento. In Italia, l’asma colpisce il 10% dei bambini e il 5% degli adulti; le allergie alimentari interessano fino all’8% dei più piccoli e al 3% degli adulti; le dermatiti atopiche e la rinite allergica raggiungono rispettivamente il 10% e il 20% della popolazione. Circa il 30% dei soggetti allergici presenta più disturbi contemporaneamente, con sintomi più gravi e trattamenti complessi.

Con l’età, il sistema immunitario subisce modifiche e il microbiota perde diversità, riducendo la presenza di batteri “amici” come Bifidobacterium e aumentando quelli pro-infiammatori. È così che anche gli anziani, pur non avendo mai sofferto di allergie, possono svilupparle improvvisamente.

Verso nuove strategie di prevenzione

Capire come il microbiota influenzi la risposta immunitaria è la chiave per future strategie di prevenzione. “L’obiettivo è intervenire fin dai primi mesi di vita, o persino prima della nascita, con alimentazione equilibrata, probiotici e prebiotici per favorire un microbiota sano e una migliore tolleranza immunitaria”, conclude Patella.

Foto: Pixabay

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