Più protezione in provincia di Pavia per le donne che hanno appena partorito e saranno accompagnate nel loro percorso dal punto nascita alla propria abitazione insieme alla loro nuova piccola vita
di Redazione Mamme Magazine
Dopo il parto le neomamme tornano alle proprie case e devono affrontare la fase successiva con i propri neonati. E sanno che non sarà facile: è tutto nuovo, sarà faticoso e ci saranno anche aspettative sociali. Insomma, l’assistenza sanitaria potrebbe non bastare. Un supporto con un’ostetrica a domicilio arriva in provincia di Pavia e altri centri lombardi grazie al progetto pilota che la Regione farà partire con Asst, ossia la locale Azienda socio sanitaria territoriale) e il policlinico San Matteo.
Dove essere assistite
Per la prima applicazione del modello di continuità assistenziale ostetrica sono stati infatti individuali: Irccs San Matteo di Pavia, Asst Pavia, Asst Lariana, Asst Sette Laghi, Asst Valle Olona, Asst Valtellina e Alto Lario, Asst Valcamonica, Asst Papa Giovanni XXIII, ASST Bergamo Est, Asst Bergamo Ovest, Asst Fatebenefratelli Sacco, Asst Spedali Civili di Brescia, Irccs Policlinico di Milano. Le risorse a disposizioni sono pari a 500mila euro. ogni ente sarà finanziato con 47mila euro mentre 10mila euro sono destinati agli enti che svolgono formazione.
Il progetto: a cosa serve
Il modello pilota, della durata di un anno, si chiama esattamente “Continuità assistenziale ostetrica: la prima visita di assistenza al domicilio alle donne dopo il parto a cura dell’ostetrica/o“. Dagli allegati alla delibera si legge che “questo modello costituisce un’opportunità anche per programmi-interventi di prevenzione-promozione della salute (es: counselling motivazionale breve per il cambiamento degli stili di vita “Mamme Libere dal Fumo”, …) oltre che per interventi addizionali e specialistici”.
Il progetto pensa quindi a rafforzare le iniziative già operative in ospedali e consultori tramite i percorsi pre-post parto. Risulta particolarmente utile per chi è alla prima gravidanza, o per quelle famiglie prive di una estesa rete sociale in grado di aiutare le neomamme nel frangente successivo alla nascita.
Il funzionamento a casa
Il supporto alle neomamme prevede una visita a domicilio di un’ostetrica entro sette giorni dal parto ma anche prima qualora fosse necessario per le condizioni della mamma. Le donne possono aderire o meno al progetto a seconda delle sue condizioni sociali o di salute – valutate durante il ricovero in ospedale – viene stabilito un ordine di priorità per mettere la prima visita. Sarà particolarmente utile alle neomamme che vino in zone di montagna o comunque periferiche.
Se il parto è stato complicato
Nel caso di un parto senza complicazioni, ben seguito nei mesi precedenti e avvenuto nell’ambito di un contesto familiare tranquillo, l’incontro con l’ostetrica può avvenire entro una settimana dalla nascita. Ma i tempi si possono accorciare fino a 3-5 giorni nel caso di nascite valutate come più difficili, o che richiedono ulteriori attenzioni per via della salute della donna o a causa di difficoltà fisiche – come nel caso dell’allattamento – psicologiche o sociali, attivando ulteriori consulti specialistici nel caso in cui servano.
Un supporto alla natalità
Negli allegati alla delibera sono citati i dati Istat, che ricordano lo scorso anno come quello di un nuovo minimo storico della natalità in Italia. “La flessione delle nascite è un fenomeno trasversale a livello nazionale: ha pesato particolarmente in Valle d’Aosta (-40,4%) e in Sardegna (-40,4%) oppure nelle Marche (-36,2%), superando la tendenza media nazionale anche in Lombardia e in Lazio (-32,9%), ma anche in alcune regioni meridionali”, si legge.
Foto: Pixabay
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