Zanzare e virus West Nile: i consigli su come prevenire il contagio

C’è preoccupazione per i nuovi casi della malattia trasmessa all’uomo dalla puntura di zanzara. Ecco i consigli per proteggersi dagli insetti vettori del virus

di Redazione Mamme Magazine

 

Tra i primi casi del virus West Nile (virus del Nilo Occidentale) del 2025, sette i contagi registrati anche nella regione Lazio, tra cui un decesso. L’andamento epidemiologico del 2025 è in linea con gli altri anni. Lo assicura il Ministero della salute che monitora costantemente la situazione in stretto raccordo con la Regione Lazio e in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Centro Nazionale Sangue e Centro Nazionale Trapianti. “Sono state attivate tutte le misure previste dal Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi 2020-2025 con il supporto del Gruppo Operativo Arbovirosi”, le parole di Maria Rosaria Campitiello, al vertice del Dipartimento di Prevenzione del Ministero.

Di cosa si tratta

Il West Nile Virus è un Arbovirus che può infettare l’uomo in conseguenza della puntura di zanzara infetta (che può colpire anche cani, gatti e altri mammiferi). Non si trasmette da persona a persona tramite contatto con persone affette.

Asintomatica la maggior parte delle persone infette: non mostra alcun sintomo 80 per cento mentre nel 20 per cento dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale. In una minima percentuale, lo 0,1 per cento, l’infezione virale può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite.

Come si trasmette

Sono serbatoi del virus gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Più rari gli altri mezzi di infezione documentati: trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. Secondo le evidenze scientifiche nazionali e internazionali per consegnare informazioni precoci sulla circolazione del virus hanno efficacia i piani di sorveglianza, volti al monitoraggio della circolazione del vettore infetto (zanzare del genere Culex) e alla sorveglianza attiva degli uccelli selvatici.

Terapie

L’Istituto Superiore di sanità (Iss) ricorda che  non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

I consigli per difendersi

Al momento non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Quindi le misure di prevenzione per l’Iss consistono soprattutto nella riduzione all’esposizione alle punture di zanzare e alla loro facile riproduzione:

1. usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto;
2 porre delle zanzariere alle finestre;
3. svuotare di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante;
4. cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali;
5. tenere le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

Foto: Pixabay

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