Tumore al seno: l’immunoterapia pre-intervento rivoluziona le cure

Anche per il cancro al seno l’immunoterapia pre-intervento sta rivoluzionando le cure. Di questo e altri tumori si sta parlando a Napoli con specialisti di tutto il mondo. Ascierto: “Carichiamo il sistema immunitario prima del “bisturi”

di Redazione Mamme Magazine

 

Gli esperti da tutto il mondo si stanno confrontanto a Napoli, oggi venerdì 11 luglio 2025 e sino a domani, sul trattamento del cancro prima dell’intervento chirurgico in occasione della seconda edizione di “I.N.N.O.VA.T.E. – International Neoadjuvant Immunotherapy Across Cancers”. Sono sempre più numerosi i tumori per cui la somministrazione dell’immunoterapia neoadiuvante appare efficace in quanto preparare il sistema immunitario contro il cancro prima della rimozione chirurgica produce, infatti, significativi miglioramenti rispetto all’immunoterapia adiuvante, quella post-intervento.

Una migliore risposta immunitaria

A spiegare che l’immunoterapia neoadiuvante (quella somministrata prima dell’intervento chirurgico) porta  benefici che migliorano l’efficacia del trattamento e la qualità della vita dei pazienti è il responsabile scientifico dell’evento Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli: “In primo luogo, l’immunoterapia pre-intervento ha la capacità di potenziare la risposta immunitaria: quando gli inibitori dei checkpoint immunitari (farmaci immunoterapici che sbloccano i ‘freni’ che impediscono al sistema immunitario di attaccare il tumore) vengono somministrati in presenza del tumore primario e/o dei linfonodi, si verifica un massivo attacco del sistema immunitario verso gli antigeni tumorali e una conseguente attivazione e proliferazione delle cellule T. Questo porta a una risposta immunitaria più diversificata, efficace e duratura sia contro il tumore primario che contro le micrometastasi”.

Chirurgia meno invasiva

E aggiunge: “Al contrario l’immunoterapia adiuvante, cioè quella somministrata dopo la rimozione del tumore, può generare una risposta immunitaria meno robusta. Un ulteriore vantaggio di questa terapia potrebbe essere la conseguente riduzione del tumore, rendendo operabili masse inizialmente non resecabili e consentendo interventi chirurgici meno invasivi. Questo si traduce in una minore morbilità e nella possibilità di preservare gli organi coinvolti”.

Cancro al seno

Le evidenze scientifiche riguardano i vari tumori. Si è visto che l’aggiunta dell’immunoterapico pembrolizumab alla chemioterapia neoadiuvante, seguita poi ancora da pembrolizumab dopo l’intervento chirurgico, ha aumentato i tassi di risposta e la sopravvivenza globale a cinque anni, rispetto alla sola chemioterapia nei casi di tumore del seno, in particolare quello triplo negativo, una delle forme di cancro al seno più aggressive.

“Alla luce di così tante evidenze positive circa l’immunoterapia neoadiuvante, la ricerca si sta ora concentrando sulla comprensione dei biomarcatori che possono prevedere la risposta al trattamento pre-intervento – conclude Ascierto –. Questi includono caratteristiche legate alle cellule tumorali, al microambiente tumorale e all’ospite. Inoltre, sono in fase di studio nuove combinazioni di immunoterapie con farmaci non immunoterapici, come gli anticorpi farmaco-coniugati e le terapie mirate”.

Foto: Pixabay

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