Montagna sicura per famiglie e adolescenti: cosa fare se ci si perde

Cosa fare in attesa dei soccorsi quando ci smarrisce in montagna? Ecco le indicazioni degli esperti e di chi la montagna la vive anche con la propria famiglia

di Redazione Mamme Magazine

La montagna è una soluzione per vacanze anticaldo anche per molti adolescenti e per le loro famiglie. La triste notizia arrivata dalla Valle d’Aosta della morte del quindicenne, dopo essersi smarrito in montagna, porta all’attenzione la necessità di darsi delle severe regole anche in famiglia.

Il Soccorso alpino e le guide consigliano sempre di partire dallo studio del percorso, dall’attrezzatura, dall’organizzazione dello zaino (che deve avere anche un kit di primo soccorso di base con cerotti, garze sterili, disinfettante, pinzette e pomata lenitiva) e dalla consultazione dei bollettini meteo. Buona regola è sempre partire in compagnia e lasciare comunque a qualcuno le informazioni sull’itinerario.

Alcuni suggerimenti a misura familiare arrivano dal sito “La montagna dei ragazzi“, che si presenta come “una famiglia come tante papà, mamma, due ragazzi e un cane con in comune la passione per la montagna”.

Vediamo ora cosa fare e cosa non fare mai in caso di smarrimento:

Suggeriscono che, se si è in gruppo è sempre meglio rimanere uniti: “Mai disperarsi, è controproducente: serve sempre una mente lucida per potersi salvare (se possibile infondere fiducia nei compagni scoraggiati). In zone fredde mantenersi sempre coperti e “caldi” (il movimento genera calore). Se possibile indossare qualcosa di visibile e chiaro, che attiri l’attenzione anche a distanza. Non mangiare/toccare niente di cui non si è più che certi. Stare a debita distanza da pericoli quali: corsi d’acqua (torrenti, laghi, ecc.), dirupi, terreni non stabili e animali”.

In attesa dei soccorsi bisogna restate caldi e asciutti

“Per prima cosa, appena ci accorgiamo di esserci dispersi, proviamo a chiamare e urlare con tutte le nostre forze (se ciò non dovesse avere esito positivo entro 10-15 minuti, smettiamo immediatamente e sediamoci per recuperare le energie) – l’avvertenza in questi casi, ma anche avere un fischietto sarebbe di grande aiuto -. “Stare in un posto fisso ed evitare di allontanarsi (i soccorsi e gli ultimi che ci hanno visti saranno facilitati nel ritrovarci). Trovare un posto sicuro e comodo per aspettare, l’attesa non ci spaventa (niente luoghi nascosti, meglio anzi optare per aree che garantiscano visuale, sicurezza e un riparo). In assenza di aree sicure approntare un riparo temporaneo”.

Fissare i punti di riferimento

Cosa fare se si è certi che nessuno ci troverà? “Prendere una direzione (preferibilmente quella da cui siamo venuti e/o quella che ci sembra più corta) e seguirla senza cambiare mai (se ci si trova ad esempio in un bosco, seguendo questo metodo prima o poi se ne uscirà); in montagna ad esempio cercare di scendere a valle (in aree non ripide, dalle quali sia possibile fare eventualmente “retromarcia”). Orientarsi con i punti cardinali. Proseguire su sentieri e/o luoghi in cui troviamo segni di civiltà (oggetti, asfalto, luoghi abitati, ecc.). Mantenere un passo regolare: “lungo e ben disteso”. Di tanto in tanto riposarsi approfittando ad esempio della pausa per lasciare qualche segno che resista alle intemperie (una freccia, una scritta, ecc.). Mantenere un conteggio del tempo e dello spazio percorso (es. contando i passi e i movimenti del sole)”.

Foto: Pixaday

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