Per chiarire i dubbi sull’uso del ciuccio interviene a Mamme Magazine un’esperta: la dottoressa Angelica Dessì, professoressa di Pediatria all’Università degli Studi di Cagliari e formatrice per l’allattamento Oms e Unicef
di Manuela Vacca
Per ogni neonato la suzione è meccanismo innato in quanto permette di ricevere il nutrimento dal seno materno. Il succhiotto o ciuccio viene dato ai bambini per calmarli stimolando il riflesso naturale della suzione. Infatti la suzione non nutritiva aiuta le funzioni neurovegetative, quindi regola l’umore e il ritmo sonno-veglia, oltre a tenere sotto controllo lo stress.
Il ciuccio è consigliato in tutti i momenti in cui il bambino si trova in difficoltà. Ma a parte i tanti benefici esistono dei rischi? Ne parla a Mamme Magazine la dottoressa Angelica Dessì, professoressa di Pediatria all’Università degli Studi di Cagliari e formatrice per l’allattamento Oms e Unicef. L’esperta è autrice di oltre cento pubblicazioni scientifiche e di due libri per i genitori (“Come diventare genitori esperti in pochi giorni” e “Come diventare genitori esperti nello svezzamento”).
Quali sono i benefici derivanti dall’uso del ciuccio?
“Diversi studi hanno riportato un effetto protettivo dei ciucci sull’incidenza della morte in culla (Sids), in particolare quando utilizzati durante il sonno, con un rischio ridotto di Sids che varia dal 50 al 90 per cento. L’Accademia Americana dei Pediatri Dentisti lo considera utile anche nei nati prematuri per sviluppare il riflesso di suzione. Inoltre, ha un effetto calmante e analgesico e può ridurre il rischio di instaurare l’abitudine al succhiamento del dito”.
Quali sono invece i rischi?
“L’uso prolungato del succhiotto è correlato in modo consistente a malocclusioni come morso aperto, crossbite posteriore e aumento dell’overjet. La durata dell’abitudine è considerata il fattore più importante: oltre i 36 mesi il rischio aumenta in modo significativo. Altre criticità sono l’aumento di incidenza di otite media (dopo sei mesi) e il rischio di infezioni orali da Candida/Streptococcus. L’Accademia Americana dei Pediatri Dentisti afferma inoltre che alcune malocclusioni dentali sono state riscontrate più comunemente tra gli utilizzatori di ciuccio rispetto ai non utilizzatori, ma tali differenze generalmente scompaiono dopo la cessazione del ciuccio perciò conclude che è improbabile che questo tipo di suzione nei bambini fino di tre anni di età possa causare problemi a lungo termine”.
Come incide la scelta del design del ciuccio?
“Uno studio recentissimo (firmato quest’anno da Maintz et altri), che ha considerato gli aspetti biomeccanici dei ciucci, conclude che il design del ciuccio può influenzare la distribuzione delle pressioni sul palato. Forme larghe generano pressioni più estese sulle zone laterali, quindi può essere possibile un’influenza sulla dimensione trasversale del palato. Invece forme arrotondate concentrano la pressione nella parte anteriore. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici che dimostrino che il design debba essere considerato nella scelta perché sembra influenzare le pressioni sul palato e quindi si pone come meccanismo potenziale (sperimentale) anche se non ancora clinicamente dimostrato nella riduzione delle malocclusioni”.
Il ciuccio può inficiare la buona riuscita dell’allattamento al seno?

Quindi come si devono regolare i neogenitori?
“Prendendo in considerazione tutte queste premesse e sapendo quali siano i rischi e benefici, probabilmente il messaggio che si può trarre è quello di cercare di effettuare un corretto utilizzo del ciuccio. Ovverosia è importante non dare il ciuccio al bambino prima della poppata e cioè quando ha fame ma utilizzarlo magari per il sonno o nei casi in cui il piccolo ha bisogno di un conforto e soprattutto solamente quando ormai c’è un buon avvio dell’allattamento”.
Foto: Pixabay
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