Salute della donna e violenza: schiaffi, calci, pugni e tutto il resto sono danni pervasivi

L’Istat rilascia una prima fotografia dell’indagine, ancora in corso, sulla violenza contro le donne. Dai dati emergono le conseguenze sulla salute femminile

di Manuela Vacca

 

La violenza subita e protratta spesso per anni, lascia il segno sulle sue vittime. I dati Istat, nella nuova Indagine sulla violenza contro le donne, fotografano che circa 6 milioni e 400mila donne italiane hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita e sottolineano il maggior rischio per giovanissime e studentesse. Inoltre, alle violenze fisiche e sessuali, si sommano gli atti persecutori, lo stalking, attuati per lo più al momento o dopo la separazione dagli ex partner (14,7 per cento) sia al di fuori della coppia, da parte di altri autori (9 per cento). Per le donne che sono o sono state in coppia va aggiunta la violenza psicologica e quella economica.

Dal partner una violenza pervasiva

La salute della donna è a rischio per le ripetute violenze da parte del partner, sia fisiche che sessuali a causa della loro particolare gravità e per la durata nel tempo. Cosa riferiscono le circa 255mila donne (16-75 anni) che subiscono violenze ripetute da parte del partner attuale?

Per il 19,2 per cento di loro gli episodi si protraggono da oltre dieci anni e il 16,4 per cento da più di cinque. Durata elevata pure tra le vittime di violenze ripetute da parte di un ex partner (circa 1milione 413mila): per il 21,9 per cento parla di episodi protratti per oltre cinque anni.

Tra ferite, ricoveri in ospedale e perdita di autostima

In numerosi casi, le violenze determinano conseguenze fisiche rilevanti, con circa 718mila donne ferite nel corso della vita. Pronto soccorso, durante una relazione, per il 17,9 per cento delle donne e ricovero ospedaliero per il 17,4 per cento. Il 4,4 per cento ha dovuto interrompere l’attività lavorativa. La quotidianità è inoltre minata anche dalle forme di violenza psicologica ed economica, che contribuiscono a mantenere una condizione di soggezione e dipendenza.

Dalla disperazione sino alla difficoltà di gestione dei figli

Oltre la metà delle vittime soffre di perdita di fiducia e autostima (54,8 per cento) a seguito delle ripetute violenze fisiche o sessuali subite dai partner attuali o passati. Tra le conseguenze sono molto frequenti anche ansia, fobia e attacchi di panico (48,4 per cento), disperazione e sensazione di impotenza (44,4 per cento), disturbi del sonno e dell’alimentazione (43,6 per cento), depressione (31,6 per cento), nonché difficoltà a concentrarsi e perdita della memoria (26,4 per cento), dolori ricorrenti nel corpo (18 per cento), autolesionismo o idee di suicidio (11,7 per cento) e infine difficoltà nel gestire i figli (10,7 per cento).

Le donne con problemi di salute hanno subito più violenze

Tra le 6milioni e 500mila donne che hanno dei problemi fisici, cioè riferiscono di stare male o molto male, hanno limitazioni dell’autonomia personale o hanno malattie croniche, il 36,1 per cento dichiara di avere subito violenze fisiche o sessuali (circa 2milioni 350mila). Si tratta di una percentuale più elevata rispetto al valore medio, pari al 31,9 per cento.

Più frequente la violenza fisica o sessuale fra chi dichiara di sentirsi male o molto male (38,8 per cento, 332.783), chi è affetto da malattie croniche (37,1 per cento, 2.109.160) e chi ha limitazioni gravi (39,4 per cento, 230.074). Considerando invece le violenze subite negli ultimi cinque anni, è minore la prevalenza delle donne che hanno problemi di salute e subiscono violenza (9,5 per cento, 540.560 donne, rispetto all’11 per cento del dato medio). Sono circa 60mila le vittime in cattiva salute, circa 39mila hanno limitazioni gravi e circa 479mila segnalano malattie croniche.

Schiaffi, calci, pugni e minacce

La percentuali di donne di 16-75 anni che sono state minacciate di essere colpite fisicamente si attesta sul L’11 per cento. Il 10,5 per cento la percentuale di coloro che sono state spinte, strattonate, afferrate, è stato loro storto un braccio o sono stati loro tirati i capelli.

Il 5,6 per cento è stata colpita con oggetti e una quota del tutto analoga è stata schiaffeggiata, presa a calci, pugni o morsi. La violenza fisica con uso o minaccia di usare pistola o coltelli arriva al 1,6 per cento, come anche il tentativo di strangolamento o soffocamento e ustione.

Il sesso senza consenso

Nei casi di violenza sessuale, spiccano al primo posto le molestie con contatto, seguite dai rapporti sessuali non desiderati (4,5 per cento), lo stupro (3,9 per cento), il tentato stupro (3,1 per cento), i rapporti sessuali degradanti e umilianti (1,6 per cento). In misura minore le donne hanno subito rapporti sessuali quando non erano in grado di rifiutarsi e opporsi (1 per cento), sono state costrette o si è tentato di costringerle ad avere attività sessuali con altre persone (0,4 per cento) o hanno subito altre forme di violenze sessuali (0,2 per cento).

Lo stalking

Gli atti persecutori – il nome italiano del delitto di stalking – sono attuati al momento o dopo la separazione dagli ex partner (14,7 per cento) sia al di fuori della coppia, da parte di altri autori (9 per cento). Per le donne che sono o sono state in coppia va aggiunta la violenza psicologica (17,9%) e la violenza economica (6,6%).

Foto: Pixabay

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