Edifici scolastici statali: 9 su 10 non sono a norma

Il rapporto di Tuttoscuola dice che 36mila dei 40mila edifici scolastici statali non possono essere definiti a norma

di Redazione Mamme Magazine

 

Tra poco riprende la scuola, di fatto la seconda casa dei giovanissimi. Ma ben nove edifici scolastici su dieci sono privi di una o più certificazioni obbligatorie in tema di sicurezza. Il dato giunge dall’ultimo Report Tuttoscuola che, tra gli open data dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica pubblicati dal Mim, il ministero dell’istruzione, ha analizzato i dati completi dell’anno scolastico 2023-24.

“Sono oltre sette milioni gli alunni delle scuole statali di ogni ordine e grado che tra pochi giorni riempiranno di vita i 40 mila edifici scolastici italiani. Vi trascorreranno oltre duecento giorni, per un totale in media di mille ore. Con loro (e per loro), sotto lo stesso tetto, un milione tra docenti, dirigenti, personale amministrativo e collaboratori scolastici”, scrivono.

L’analisi

Il Dossier aggiorna il quadro con gli ultimi dati riferiti all’anno scolastico 2023-24, ma non solo: per la prima volta esamina la situazione a livello di singolo edificio, verificando di quante certificazioni dispone ciascuno dei 39.993 edifici. In questo modo viene restituita una fotografia di sintesi di quanti edifici sono a norma e quanti no, Regione per regione. Emerge che non possono essere definiti a norma 36 mila dei 40 mila edifici scolastici statali, dove o non sono stati fatti/superati i collaudi o non sono stati elaborati i piani che valutano i rischi e stabiliscono le regole di evacuazione.

Cinque le certificazioni fondamentali previste dalla normativa in materia di sicurezza: Certificato di agibilità, Certificato di prevenzione incendi, Certificato di omologazione centrale termica, Piano di evacuazione e Documento di valutazione dei rischi. Mentre i primi tre sono rilasciati da enti esterni, gli ultimi due sono prodotti dall’istituzione scolastica a cui fanno capo gli edifici. Ciascuno dei cinque documenti riguarda aspetti essenziali per l’incolumità di chi entra a qualsiasi titolo in un immobile.

Totalmente irregolari in 3.588

In generale. dire che non sono a norma non implica direttamente che esista un pericolo per chi sta dentro. Sicuramente mancano le “garanzie legali di sicurezza” per la difformità alle prescrizioni di legge. Ma appare giusto che famiglie e personale siano informati della situazione di un luogo in cui i propri figli o loro stessi passano tanto tempo. Ancora di più se il 9 per cento degli edifici (pari a 3.588 strutture) risultano totalmente privi delle certificazioni di sicurezza. Si stima che vi studino o lavorino circa 700 mila persone.

La sicurezza

Tuttoscuola – che da 50 anni racconta il mondo della scuola con inchieste, analisi e proposte – sottolinea: “Quel che è certo è che sono circa 60-70 l’anno i casi di crolli, cedimenti o altri incidenti in edifici scolastici censiti dall’Osservatorio di Cittadinanzattiva. Non pochi, e il trend è in aumento. Del resto il patrimonio immobiliare messo a disposizione delle scuole da Comuni e Province ha un’anzianità media che si avvicina a sessant’anni, ma alcuni immobili risalgono al XIX secolo o prima ancora (1.526 edifici sono stati costruiti prima del 1920, secondo quanto comunicato dal Mim alcuni anni fa)”.

La mappa: criticità al sud

La sintesi per aree geografiche evidenzia la minor criticità del Nord e del Centro. Invece, nel Mezzogiorno (dove sta il 38 per cento del totale degli edifici scolastici italiani) si trovano i due terzi dei 3.588 edifici scolastici privi completamente di certificazioni. Fa bene la Valle d’Aosta. In coda Campania, Calabria e, fanalino di coda, l’Abruzzo.

Le percentuali

Dopo la Valle d’Aosta, seguono le Marche (solo lo 0,5% di edifici risultano privi di alcuna certificazione), la Lombardia (1,8%), Veneto (2,1%), Piemonte (2,5%). Si segnala che sopra la media nazionale si trovano le regioni settentrionali e anche quelle centrali, salvo il Lazio. E il Molise con il 5,5% di edifici scolastici privi delle cinque certificazioni/documenti, appare l’unica regione meridionale sopra la media nazionale del 9%. Tutte le altre regioni del Sud e delle Isole registrano percentuali di totale assenza di certificazioni sotto la media nazionale. In fondo alla graduatoria si trova l’Abruzzo con il 32,4% (quasi un terzo di tutti gli edifici scolastici) preceduto da Campania e Calabria.

Il rischio sismico

E ci si chiede: “23 anni dalla tragedia di San Giuliano di Puglia, a 16 anni dal terremoto de L’Aquila e a 9 da quello di Amatrice, qual è lo stato delle certificazioni antisismiche negli edifici scolastici italiani? Il Certificato di collaudo statico (o certificato di idoneità statica, Cis) attesta la sicurezza di un fabbricato dal punto di vista strutturale: è posseduto da poco più della metà degli edifici“.

Tuttoscuola nota che se la media nazionale è pari al 53%, “ci si aspetterebbe che nelle scuole delle zone 1 e 2 la media sia molto superiore. E invece meno della metà possiedono il certificato di collaudo statico. In particolare, nelle zone a più alto rischio possiedono questo importante certificato il 49,4% degli edifici scolastici rispetto al 56,4% delle zone classificate a minor rischio sismico. Nel report ci sono alcuni “carotaggi” in zone in cui l’allarme sismico è particolarmente forte, con evidenze che fanno rabbrividire”.

Foto: Pixabay

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