Bonus Asilo nido, le novità estendono il contributo

Dall’Inps chiarimenti e novità operative dal 1° gennaio 2026 sul contributo economico che aiuta le famiglie a coprire le spese per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati

di M.V.

 

L’Inps ha recepito le modifiche relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, introdotte dall’articolo 6-bis del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95, convertito dalla legge 8 agosto 2025, n. 118, dispositivo che estende il bonus e introduce la validità pluriennale delle domande.

La misura

Il sostegno è un bonus su base annua (11 mensilità) introdotto dalla legge 232 del 2016 per i nuovi nati dal 1 gennaio 2016. Serve quindi al pagamento delle rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati o per l’introduzione di forme di supporto in casa per bambini sotto i tre anni, affetti da gravi patologie croniche.

La cifra

Inizialmente l’importo era di mille euro, quindi è stato aumentato in base alla situazione economica del nucleo familiare definita dall’Isee, ossi l’Indicatore della situazione economica equivalente, e alla composizione del nucleo familiare di chi richiede il sostegno.

La novità

L’Inps chiarisce l’ambito di applicazione del contributo e le importanti novità a partire dal 1° gennaio 2026. Il contributo asilo nido non si limita più solo alla frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati. È infatti esteso anche a:
nidi e micronidi, che accolgono bambine/i tra tre e trentasei mesi di età e concorrono con le famiglie alla loro cura, educazione e socializzazione, promuovendone il benessere e lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia e delle competenze;
sezioni primavera, che accolgono bambine/i tra ventiquattro e trentasei mesi di età e favoriscono la continuità del percorso educativo da zero a sei anni di età;
servizi integrativi abilitati come spazi gioco e servizi educativi in contesto domiciliare, nel rispetto delle normative regionali.

Le spese escluse

Non sono ammesse le spese riguardanti centri per bambini e famiglie e a servizi non riconducibili all’educazione per la prima infanzia, come per esempio i servizi ricreativi, pre-scuola o post-scuola.

Ultrattività delle domande

A partire dal 1° gennaio 2026, le domande presentate e accolte produrranno effetti anche per gli anni successivi, fino al mese di agosto dell’anno in cui il bambino compie tre anni, previa verifica dei requisiti e prenotazione delle mensilità.

Documentazione necessaria

Per avere il bonus è necessario allegare la documentazione di pagamento di almeno una retta. Basta l’iscrizione o l’inserimento in graduatoria per gli asili pubblici con pagamento posticipato. Infine, per il contributo a sostegno in l’abitazione, è necessaria un’attestazione del pediatra che certifichi l’impossibilità alla frequenza per gravi patologie croniche.

Foto: Pixabay

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