Presentato il programma del capoluogo abruzzese per un nno da Capitale che passa anche per la restituzione di alcuni luoghi della cultura, a 17 anni dal sisma
di Redazione Mamme Magazine
L’Aquila ha un’occasione speciale ed è pronta a coglierla con una serie di iniziative che porteranno milioni di persone a scoprire “un territorio fatto di mille capitali”. Il capoluogo abruzzese è Capitale della Cultura 2026 e, come tale, vuole lasciare il segno: oltre 300 eventi in 300 giorni di programmazione, svelati e presentati nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Al centro l’arte e la musica, il teatro, il cinema, la danza, la ricerca che passano anche dalla restituzione di alcuni luoghi a 17 anni dal sisma.
Non solo una città che si fa cultura, ma un intero territorio, con un progetto che vuole fare scuola e distinguersi per il suo valore identitario, frutto di un percorso partecipato che mette al centro le città medie e le aree interne fragili dell’Appennino, definendo un modello esportabile di rilancio, un modello policentrico che valorizza una regione intera, interconnessa in ogni suo angolo. Sì, tanta ricchezza storica e paesaggistica, ma nulla sarebbe possibile senza il capitale umano, la determinazione e l’ingegno creativo che distingue gli abitanti di un territorio che sulla rinascita ha dovuto costruire il suo presente e da questa ferita rimarginata prende linfa per un futuro di benessere costruito sulla cultura, da esportare e far conoscere.
Alla conferenza di presentazione il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha lanciato il programma di eventi organizzati per il 2026. Accanto a lui il ministro della Cultura Alessandro Giuli; il coordinatore scientifico di candidatura Pier Luigi Sacco; il direttore di candidatura Alessandro Crociata; il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi; il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, insieme ai rappresentanti del Comitato dei garanti e del Comitato di sostegno dei privati.
Ci sono investimenti importanti dietro al progetto, con il Comune dell’Aquila che per il solo 2026 – tra programmazione culturale, grandi esposizioni, produzioni, attività diffuse e azioni di rigenerazione – ha messo sul piatto oltre 16 milioni di euro, segno di una volontà politica chiara: affiancare alla ricostruzione materiale una strategia culturale strutturale, capace di generare futuro. Il punto di partenza sono le eccellenze del territorio, ospitando produzioni originali di rilievo nazionale. Ad esempio, su commissione della Società Aquilana dei Concerti “Bonaventura Barattelli”, l’opera in prima esecuzione assoluta di Nicola Piovani, per gli 80 anni dalla fondazione; con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, le parole di Davide Rondoni, la musica di Roberto Molinelli e il canto di Simona Molinari si incontrano in un progetto inedito per l’ottavo centenario dalla morte di San Francesco; I Solisti Aquilani organizzano la prima edizione dell’International Conducting Competition “Vittorio Antonellini” per giovani direttori d’orchestra con giuria presieduta da Salvatore Accardo, a 10 anni dalla scomparsa del loro fondatore. Nel 2026 torneranno anche gli eventi identitari della città — Perdonanza Celestiniana, I Cantieri dell’Immaginario, Jazz Italiano per le Terre del Sisma, Festival delle Città del Medioevo — in una programmazione potenziata.
Gli eventi sono 300 e alla presentazione è stata offerta una prima spolverata. In occasione del centenario della nascita di Fabio Mauri (1926-2009), una mostra a cura di Maurizio Cattelan e Marta Papini rende omaggio all’artista, figura centrale dell’arte italiana e del pensiero del Novecento. La mostra, in programma in autunno 2026 al MAXXI L’Aquila, si focalizza sulle opere che Fabio Mauri ha ideato e messo in scena dal 1979 al 1999, periodo in cui è stato docente di Estetica della Sperimentazione all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, valorizzando il legame tra la sua opera, la città e i suoi abitanti.
E poi, sempre in collaborazione con MAXXI L’Aquila, la mostra Convergenze e continuità. Architetture e paesaggi urbani in Abruzzo 1930-1960, curata da Mario Centofanti, Raffaele Giannantonio e Andrea Mantovano e ospitata da giugno a dicembre a Palazzo ONMI. L’esposizione traccia una linea continua nello sviluppo del paesaggio urbano in Abruzzo, dagli anni Trenta ai Sessanta attraverso materiali grafici, fotografie e documenti tratti da archivi pubblici e privati e una committenza fotografica d’autore a cura di Andrea Jemolo, per rileggere nel contesto urbano attuale le architetture narrate in mostra.
Ancora, a fine maggio con “Sond – The School of Narrative Dance” di Marinella Senatore, la città si trasforma in un palcoscenico diffuso, coinvolgendo cittadini, associazioni, scuole e gruppi in una parata di danza, musica, teatro e creatività condivisa. Il progetto è stato presentato dalla Fondazione MAXXI, che ne coordinerà le fasi attuative.
“Oltre il visibile” è il progetto dell’artista cinese Liu Bolin, realizzato da Audentes Consulting – Strategital Vanguard in collaborazione con Galleria Gaburro, che punta a valorizzare i luoghi simbolo del territorio abruzzese attraverso l’arte. Liu Bolin, noto a livello internazionale come “l’uomo invisibile” per le sue performance di mimetizzazione con spazi urbani e naturali, realizzerà tre scatti fotografici inediti in luoghi iconici dell’Aquila e dell’Abruzzo: la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, Rocca Calascio e le foreste vetuste del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Ogni immagine sarà il culmine di una performance pubblica, in cui l’artista, attraverso il body painting, si fonderà con il paesaggio, creando opere potenti e simboliche. Prodotte in serie limitata, saranno esposte in città da giugno a settembre in uno spazio individuato in collaborazione con l’Amministrazione comunale.
Ampio spazio è dedicato alle istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale. All’Aquila, infatti, si svolgerà la XX edizione del Premio nazionale delle arti e, sempre con l’Accademia cittadina di Belle arti, saranno ospitate quelle di Roma, Napoli, Brera, Carrara e Ravenna per una grande mostra di scultura contemporanea.
Il Conservatorio “A. Casella”, concluderà il suo viaggio internazionale con il festival ItARTS – Back to L’Aquila a febbraio. Il progetto “Ecosistema delle imprese culturali e creative e internazionalizzazione”, invece, prevede un gemellaggio con Bourges – città francese delle aree interne, simile per dimensioni al capoluogo d’Abruzzo – Capitale Europea della Cultura 2028.
Con il milione di euro stanziato dal ministero della Cultura sono in fase di avvio cantieri culturali diffusi, programmi di partecipazione e cittadinanza attiva (come quello con la Fondazione Cittadellarte di Michelangelo Pistoletto), progetti di rigenerazione urbana e innovazione digitale, azioni pilota in quartieri e borghi del territorio.
L’anno da Capitale passa anche per la restituzione di alcuni luoghi della cultura, a 17 anni dal sisma: la riapertura del Teatro Comunale, per esempio, nel 2026, che poi sarà sede dell’evento conclusivo dell’anno con una grande opera lirica a cura del Teatro Stabile d’Abruzzo o il rientro del Museo Nazionale d’Abruzzo nel Castello cinquecentesco a dicembre 2025. Così come tornerà al pubblico anche il Teatro San Filippo, restaurato grazie anche ai proventi della canzone “Domani”, realizzata all’indomani del sisma dagli Artisti uniti per l’Abruzzo.
Tutti i progetti sono validati da un ampio Comitato trasversale di garanti composto da esperti, uffici speciali per la ricostruzione, Regione Abruzzo, rappresentanti del Consiglio comunale. Accanto anche un Comitato di sostegno, costituito da Ance della provincia dell’Aquila e Fondazione Carispaq, per sostenere e cofinanziare progetti artistici e culturali coerenti con il dossier, favorire attività di raccolta fondi (fundraising) e consolidare il coinvolgimento del tessuto economico e sociale cittadino in vista dell’appuntamento.
Foto di apertura dal sito del Comune

