L’editoriale è stato pubblicato sul cartacei di Mamme Magazine del 29 novembre 2025
di Manila Alfano
Sono una madre che ha scelto di mandare i figli in un asilo nel bosco e poi, da grandi, in una scuola Waldorf dove il contatto con la natura e il rifiuto dalla tecnologia sono la base e il fondamento dell’esperienza educativa. Insomma: un paio di stivali sporchi di fango e zero iPhone (a questo proposito devo ammettere di aver già patteggiato con la maggiore un telefono a quattordici anni dopo continui ostinati e ovvi mugugni).
Anche nella Silicon Valley da anni si fanno scelte simili: lì, dove i tablet li inventano, li vietano ai più piccoli che frequentano scuole Waldorf. Capisco dunque la leva che ha mosso la coppia di genitori anglo australiani che, in polemica con la piega che ha preso il mondo, ha scelto di ritirarsi in un bosco in Abruzzo. Non contenti, hanno smantellato quello che di moderno poteva presentare un casolare mezzo diroccato. Hanno tolto tubature e rubinetti che oltre all’acqua corrente portavano cloro, hanno abbattuto il bagno per metterlo fuori, hanno rinunciato alla corrente elettrica perché vuoi mettere la luce calda di una candela, hanno perfino chiuso il riscaldamento. Finchè un’intossicazione di funghi li ha costretti a bussare alla porta di quel mondo che avevano rifiutato e che gli ha presentato il conto.
Sono iniziati i controlli pressanti dei servizi sociali, le richieste di conformità, i certificati per documentare un’esistenza a norma, la scuola, i vaccini, la divisione delle stanze fino all’allontanamento dei tre bambini del Tribunale. La storia si inceppa qui. Oltre c’è lo strappo, la ferita, il dolore indelebile che spazzerebbe via ogni dubbio. Qual è il limite? Quando è il caso di mitigare gli estremismi? Invece i genitori per lungo tempo hanno rifiutato ristrutturazioni, hanno detto no fino a pochi giorni fa ad ammodernamenti, barricati nella loro bolla anti inquinamento, refrattari alla contaminazione, in difficoltà a scendere a compromessi.
Poi, ci hanno ripensato e hanno accettato le chiavi di una casa a norma. E allora viene il dubbio che quel ri-tirarsi, ovvero quel tirarsi indietro, quel sottrarsi al mondo poteva essere una soluzione solo fino a un certo punto oltre il quale non si può andare. Oltre il limite del buon senso ogni scelta tracima nell’estremismo, diventa egoismo, si trasforma in guerra ideologica con quello Stato che ha deciso di toglierti i figli che restano lì, scombussolati e sconfitti. Perché tutti i bambini sognano di avere un cavallo in salotto ma solo Pippi Calzelunghe non piangeva la sera in una casa senza mamma e papà.
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