L’eccellenza in Italia. L’articolo è uscito sul cartaceo di Mamme Magazine di sabato 25 ottobre 2025
di Manuela Vacca
Como c’è un luogo in cui la formazione sostiene la crescita e contrasta la dispersione scolastica. Di più: un ambiente dove si impara attraverso l’esperienza e si favorisce la piena espressione dei talenti di ciascuno. Cometa è una realtà nata trent’anni fa per accogliere bambini e ragazzi e promuoverne un armonioso sviluppo, formandoli e accompagnandoli al mondo del lavoro. Si tratta di una scuola che allo studio teorico unisce la praticità tipica di ogni specifico corso: Design del tessile, Falegnameria e progettazione d’interni e Ristorazione-sala bar e il Liceo Imprenditoriale Artigianale del Design.
E non è tutto. In risposta all’abbandono scolastico e per raggiungere l’occupabilità, vengono proposti dei corsi personalizzati e i laboratori accettano alcune commesse per fare davvero impresa, anche se a scopo formativo. Nell’integrazione scuola-lavoro Cometa ha aperto un bar e un ristorante gestiti dai ragazzi. I clienti sono veri. «Abbiamo ribaltato il paradigma: i giovani partono dall’esperienza e, attraverso il lavoro, arrivano alla conoscenza», riferisce a “Mamme Magazine” il direttore generale Alessandro Mele, che chiarisce: «La Commissione europea ci ha riconosciuto centro di eccellenza europeo di inclusione, non solo di formazione».
In effetti questa è una scuola per tutti, che siano giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione professionale – oppure migranti e disabili. Oltre 400 studenti che riescono a integrarsi con gli altri e a trovare occupazione al termine del loro percorso. Molte organizzazioni estere hanno deciso di avviare modelli simili nei propri Paesi, da Amsterdam a Barcellona, da Düsseldorf al Caucaso. Da qui, esattamente dalla Georgia, sono stati inviati alcuni docenti per comprendere nel profondo un sistema educativo di successo e riproporlo localmente.
«Il nostro è un modello pedagogico riconosciuto dall’Unesco che ha ispirato altre iniziative – ammette con orgoglio Mele –. Per esempio una scuola di Brno, in Repubblica ceca, ha replicato il nostro bar in una via cittadina creando un luogo molto bello gestito dai ragazzi in apprendimento». La bellezza, intesa come cura delle relazioni, fa parte del metodo. «Ogni giorno gli studenti, che sono attesi al cancello dal preside e accolti in aule luminose dagli insegnanti, arrivano a scuola contenti, si sentono voluti», sorride il direttore.

