Gli esperti dell’Iss informano: quali sono i segnali per intervenire precocemente e gli stili di vita per prevenirlo
di Redazione Mamme Magazine
L’ictus colpisce 15 milioni di persone ogni anno a livello globale: 5 milioni muoiono e 5 milioni riportano disabilità permanente. In occasione della Giornata mondiale dell’Ictus del 29 ottobre il punto sulla malattia, sui sintomi e sull’importanza dell’intervento precoce e della prevenzione
Quindici milioni di persone ogni anno sono colpiti da ictus: cinque milioni perdono la vita e altri cinque rimangono permanentemente disabili, con un conseguente onere per la famiglia e la comunità. Chi sopravvive può infatti subire perdita della vista o della parola, paralisi e confusione. E chi ha già avuto un ictus hanno un rischio di ulteriori di episodi significativamente aumentato.
Grazie a un migliore controllo dell’ipertensione e alla riduzione dei livelli di fumo l’incidenza dell’ictus, di cui il 29 ottobre si celebra la giornata mondiale – è in diminuzione in molti paesi ad alto reddito sebbene il numero assoluto di ictus continua ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione.
La fotografia del Belpaese
In Italia, in linea con l’Europa ma diversamente dai Paesi a basso-medio reddito, negli ultimi tre decenni si assiste a un calo del numero dei casi e della mortalità per ictus: il tasso di mortalità standardizzato (Eurostat 2013) si è ridotto dell’10,9% nei 6 anni dal 2017 al 2022.
Le malattie del sistema circolatorio – incluso l’ictus oltre alle malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie cardiache – rappresentano la prima causa di morte con il 30,9 per cento di tutti i decessi nel 2022 (ultimo dato di mortalità disponibile). E, sul totale dei decessi per malattie del sistema circolatorio, quelli per le malattie cerebrovascolari sono il 24,6%. Osservando la tendenza dal 1980 fino al 2022, il tasso di mortalità delle malattie cerebrovascolari si è ridotto del 73,4% (75,1% negli uomini e 72,7% nelle donne).
“Questa riduzione della mortalità per le malattie del sistema circolatorio, incluso l’ictus, è stata favorita dal miglioramento dell’efficacia delle misure di prevenzione e terapeutiche. Parallelamente, il potenziamento degli interventi assistenziali e riabilitativi hanno contribuito a ridurre la disabilità associata a queste patologie”, affermano Luigi Palmieri, e Chiara Donfrancesco, ricercatori del Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità –
Come riconoscerlo: i sei sintomi
“L’ictus è una patologia tempo-correlata vale a dire che più precoce è l’intervento più alta è la probabilità di un recupero completo. Quindi è fondamentale riconoscerne repentinamente i segnali – proseguono Palmieri e Donfrancesco -. Se si vede qualcuno che mostra segni di ictus, chiamare immediatamente un medico o un’ambulanza comunicando il sospetto ictus. È opportuno farlo anche se i sintomi non sono molto gravi, perché un ictus può progredire”. Ecco quali sono i sintomi dell’ictus:
- intorpidimento del viso, del braccio o della gamba, soprattutto su un solo lato del corpo;
- confusione, difficoltà a parlare o a comprendere il discorso;
- difficoltà a vedere con uno o entrambi gli occhi;
- difficoltà a camminare, vertigini, perdita di equilibrio o coordinazione;
- forte mal di testa senza causa nota;
- svenimento o perdita di coscienza.
Come prevenire
Secondo i ricercatori Iss, l’Istituto superiore di Sanità, “anche quando le persone colpite da ictus hanno accesso a trattamenti moderni e avanzati, il 60 per cento muore o riporta disabilità. È quindi importante conoscere i segnali d’allarme e agire rapidamente, ma è ancora meglio prevenire. La ricerca dimostra che diversi fattori aumentano la probabilità di avere un ictus. Alcuni fattori di rischio sono legati alle scelte che facciamo nel nostro stile di vita”. Gli stili di vita nella prevenzione dell’ictus sono:
1. evitare l’abitudine al fumo e consumo di tabacco;
2. alimentazione sana, compreso un uso non eccessivo di sale;
3. attività fisica regolare.
Tre problemi fisici possono verificarsi a seguito di scelte di stile di vita sbagliate:
• pressione alta (ipertensione);
• glicemia alta (diabete);
• livelli elevati di grassi nel sangue (iperlipidemia).
L’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) riporta che per ogni 10 persone che muoiono di ictus, quattro avrebbero potuto essere salvate se la loro pressione arteriosa fosse stata sotto controllo.
Il progetto Cuore dell’Iss
In base ai dati preliminari raccolti attraverso l’esame in corso sulla popolazione generale, nell’ambito della periodica Italian Health Examination Survey (ITA-HES) – Progetto Cuore condotto dall’Iss, mostrano, per il 2023-2024, che per le persone tra i 35 e i 74 anni il livello medio di pressione arteriosa sistolica è pari a 135 mmHg negli uomini e a 126 mmHg nelle donne; il 49% degli uomini e il 37% delle donne risulta avere livelli di pressione arteriosa elevati o è in trattamento farmacologico specifico (tra questi 4 uomini su 10 e 3 donne su 10 non ne sono consapevoli)
Poi il livello medio di sale quotidiano consumato è pari a 9,3 g negli uomini e a 7,2 g nelle donne (livello raccomandato dall’Oms – meno di 5 g/giorno), con solo il 9,2 % degli uomini e il 23,7 % delle donne a target Oms.
Sul sito del Progetto sono disponibili sezioni dedicate al rischio cardiovascolare globale assoluto, un indicatore individuale che permette di valutare e monitorare la propria probabilità di avere un evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei successivi 10 anni conoscendo il livello di alcuni fattori di rischio.
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