Fertilità e sindrome dell’ovaio policistico: senza diagnosi 7 donne su 10

Sulla sindrome dell’ovaio policistico, in occasione del mese della prevenzione di settembre, interviene l’esperto

di Redazione Mamme Magazine

 

Spesso risulta una sindrome invisibile e difficile da riconoscere tanto che, secondo i dati dell’Oms, sono senza diagnosi 7 donne su 10. È la sindrome dell’ovaio policistico (Pcos), uno dei disturbi ormonali più diffusi tra le donne in età fertile per il quale non esiste ancora una cura. Risulta però fondamentale per la salute femminile riconoscere i segnali e intervenire,

“Di norma la sindrome dell’ovaio policistico si manifesta durante l’adolescenza – spiega il dottor Marco Grassi, ginecologo dell’Ospedale ‘C. e G. Mazzoni’ di Ascoli Piceno in occasione del mese di settembre, dedicato alla sensibilizzazione della sindrome Pcos. E prosegue: “È un disturbo ormonale cronico che non può essere curato, ma solo gestito. È caratterizzato da squilibri ormonali, livelli eccessivi di androgeni e cisti ovariche, con cicli irregolari e mancanza di ovulazione, che rendono più difficile il concepimento. Motivo per cui la Pcos è uno dei fattori che incidono maggiormente sulla fertilità femminile”.

I segnali d’allarme

Cicli mestruali irregolari o assenti, acne persistente, crescita eccessiva di peli su viso e corpo, diradamento dei capelli e difficoltà a concepire, sono solo alcuni dei segnali possibili della Sindrome dell’ovaio policistico. I sintomi possono variare da donna a donna e comparire gradualmente, rendendo la condizione difficile da riconoscere.

Le cause

Le origini della Pcos non sono ancora completamente note, e sembrano derivare da un malfunzionamento del sistema riproduttivo legato a squilibri metabolici, fattori genetici e ambientali, che generano un vero e proprio “ciclo perpetuo” della condizione. Tra i principali fattori coinvolti vi sono:

squilibri ormonali: le ovaie e le ghiandole che ne regolano l’attività (ipofisi e ipotalamo) producono un eccesso di androgeni, causando acne, irsutismo e, talvolta, perdita di capelli.

Sindrome metabolica: l’eccesso di insulina, dovuto alla resistenza cellulare, stimola la produzione di androgeni e può ostacolare l’ovulazione. Infiammazione di basso grado: può favorire la produzione di androgeni da parte delle ovaie e, nel tempo, contribuire a problemi cardiovascolari.

Fattori genetici: legame tra la Pcos e specifici geni familiari. Sovrappeso o obesità: queste condizioni aumentano il rischio di manifestare la sindrome; la perdita di peso può favorire il ripristino dell’ovulazione.

Sintomi e diagnosi

La Pcos si manifesta spesso durante la pubertà, con i primi cicli mestruali, ma può comparire anche più tardi. I sintomi sono vari e spesso rendono difficile una diagnosi precisa. Di solito la condizione viene diagnosticata quando sono presenti almeno due dei seguenti elementi:

– cicli mestruali irregolari: pochi flussi all’anno, intervalli lunghi tra un ciclo e l’altro o mestruazioni abbondanti;
– eccesso di ormoni maschili: crescita di peli in zone maschili, acne grave o perdita di capelli;
– ovaie policistiche: ingrossamento ovarico con più follicoli e possibile assenza di ovulazione.
Nei casi di sovrappeso o obesità, i sintomi possono essere più evidenti.

Secondo il dottor Grassi “gli esami del sangue possono aiutare a identificare alterazioni ormonali caratteristiche come l’aumento dei livelli di testosterone, che regola la crescita dei capelli, di estrogeni, che stimolano l’endometrio, dell’ ormone luteinizzante (LH), fondamentale per l’ovulazione, dell’insulina, coinvolta nel metabolismo energetico, e dell’ormone antimulleriano, indicatore della riserva ovarica”.

Sviluppo di possibili altre malattie

Le donne con Pcos presentano un maggiore rischio di sviluppare altre patologie tra cui: diabete di tipo 2, ipertensione, colesterolo alto, malattie cardiache e tumore dell’endometrio. Oltre agli effetti fisici, può avere un impatto psicologico significativo generando ansia, depressione e percezione negativa dell’immagine corporea sono frequenti.

Quale trattamento?

“Non esiste una cura definitiva ma i sintomi possono essere gestiti – chiarisce il dottor Marco Grassi – nelle donne con Pcos che non desiderano una gravidanza, per ridurre gli ormoni androgeni circolanti e le irregolarità mestruali, si prescrive di solito una terapia ormonale a base di estrogeni e progestinici. Le terapie combinate con estrogeni/progestinici più un antiandrogeno (ad esempio, spironolattone, ciproterone acetato) aiutano a ridurre gli androgeni e i sintomi correlati come l’irsutismo e l’acne”.

Poi aggiunge: “Solitamente la terapia ormonale viene per via orale, in alternativa, è possibile anche utilizzare un cerotto o un dispositivo vaginale. Una altra scelta terapeutica è rappresentata dall’inositolo: è un elemento chiave, poiché promuove una corretta ovulazione. l’inositolo è una sostanza naturale utile a correggere i disturbi endocrino-metabolici legati alla sindrome dell’ovaio policistico (iperandrogenismo, iperglicemia, aumentata resistenza insulinica), ma la scelta dipende dalle esigenze individuali”.

Prevenzione e stile di vita

Uno stile di vita sano ed equilibrato è un alleato prezioso contro la Pcos. Anche se non esiste una cura definitiva, adottare abitudini corrette può aiutare a restare in salute, a ridurre la comparsa dei sintomi e a gestirli nel tempo

Alimentazione bilanciata, attività fisica regolare e controllo del peso sono elementi fondamentali secondo l’esperto. “Seguire una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, limitando zuccheri e grassi poco salutari, sostiene il benessere generale. Muoversi con costanza, evitare fumo e alcol e rispettare le indicazioni mediche completano il sostegno necessario per migliorare l’equilibrio ormonale e le condizioni fisiologiche”, conclude il dottor Grassi.

Foto: It.freepik.com

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