Un solo bicchiere può cambiare una vita intera di un bambino. L’Iss informa sui rischi
di Redazione Mamme Magazine
Meglio non rischiare se si aspetta un bambino: anche un solo bicchiere di alcol potrebbe cambiare una vita intera. È il messaggio di zero alcol in gravidanza che l’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato in occasione della giornata internazionale dedicata alla sindrome feto-alcolica ai ragazzi e alle ragazze del 9 settembre.
L’Iss, con il Centro nazionale Dipendenze e Doping, è impegnato a informare sui gravi danni al feto causati dall’assunzione di alcol in gravidanza anche gli operatori sanitari nell’ambito del progetto “Salute materno-infantile: formazione degli operatori socio-sanitari ed empowerment delle giovani donne (18-24 anni) sui rischi connessi al consumo di alcol in gravidanza” realizzato con il supporto finanziario del Ministero della Salute,.
La sindrome feto alcolica
L’acronimo Fasd sta per Fetal Alcohol Spectrum Disorders e rappresenta l’insieme di condizioni causate dall’esposizione prenatale all’alcol: una serie di problemi fisici, comportamentali e cognitivi di diversa gravità. Chi ha una Fasd può avere difficoltà nell’apprendimento, problemi di attenzione e caratteristiche fisiche distintive, specialmente nella Fas (Fetal Alcohol Syndrome) ossia la forma completa di questi disturbi.
Bassa statura, microcefalia e ritardo mentale si associano ad altre caratteristiche facciali distintive, come setto nasale corto e allargato e narici che tendono ad essere prominenti, occhi che appaiono piccoli e distanti e le orecchie basse e girate verso la parte posteriore della testa. Il prolabio (o filtro), ossia il solco tra il naso e il labbro superiore, esteso e appiattito e il labbro superiore sottile.
La formazione
Il programma di formazione nazionale degli esperti Iss online e rivolto agli operatori sanitari si è concluso con un numero importante di adesioni. In tutto si sono svolti quattro corsi di formazione, per un totale di oltre 23.600 iscrizioni e 15.590 completamenti (oltre il 60 per cento degli iscritti). Tra i corsi quello dedicato agli elementi base della diagnosi ha visto quasi 10mila professionisti.
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