Stop dall’Europa su alcune sostanze per le unghie: rischi anche per la salute riproduttiva

Parte il divieto per i prodotti chimici utilizzati negli smalti e nella cura delle unghie. Per la sicurezza dei consumatori l’Europa ha messo al bando il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide (Tpo) e il Dimethyltolylamine (Dmta)

di Redazione Mamme Magazine

 

Le mani curate e unghie smaltate sono irrinunciabili? Bisogna però fare attenzione alla sicurezza e alla salute, persino riproduttiva. Arriva, a partire dal 1° settembre, il divieto europeo ai prodotti chimici ampiamente usati per la cura e ricostruzione delle unghie: il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide (Tpo) e il Dimethyltolylamine (Dmta).

Entrambe le sostanze sono classificate come tossiche. È quindi vietata l’immissione sul mercato e l’utilizzo nei prodotti cosmetici che le contengono. I centri estetici non potranno quindi più usare i prodotti indicati nemmeno se già in possesso e i prodotti fuori legge dovranno essere smaltiti.

Le sostanze

Il Tpo è un “fotoiniziatore” usato negli smalti in gel essenziale per la polimerizzazione degli smalti in gel sotto luce ultravioletta, mentre la Dmta è un condizionante che favorisce l’adesione di primer, smalti e gel. Chi lavora nel settore e i consumatori devono evitare queste sostanze verificandone la presenza in etichetta. Le aziende dovranno smaltire i prodotti non conformi.

Tossicità riproduttiva

Le nuove restrizioni, secondo la Commissione Europea, servono a ridurre i rischi derivanti dall’esposizione prolungata a sostanze chimiche sospette. Con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2024/197, la Commissione Europea ha aggiornato l’allegato VI del Regolamento CLP (Classificazione, Etichettatura e Imballaggio delle sostanze pericolose) con modifiche rilevanti in materia di classificazione ed etichettatura di sostanze chimiche pericolose. Le valutazioni, che hanno condotto all’aggiornamento dell’allegato sono state effettuate da esperti tramite test chimici standardizzati, tra i quali il test di screening sulla tossicità riproduttiva/per lo sviluppo.

Foto: Pixabay

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