Le famiglie vanno in vacanza ma spesso le mamme sono stressate. Ne abbiamo parlato con lo psicologo e psicoterapeuta Efrem Sabatti
di Angelica Amodei
Le vacanze dovrebbero rappresentare quel vero periodo di relax, breve ma rigenerante per corpo e mente. Ma non è sempre così. Non per tutti almeno. Non è sempre facile ‘staccare la spina’, specie per le neo-mamme alle prese con bimbi piccoli e nuove organizzazioni. A volte uscire dalla zona di comfort crea stress, anche in vacanza.
Prima regola: non sentirsi ‘un marziano’, questo stato d’animo è piuttosto comune. Ma non sempre le persone sono pronte ad ammetterlo. Abbiamo chiesto alcuni consigli al dottor Efrem Sabatti, psicologo e psicoterapeuta, specializzato in analisi bioenergetica.

Mamme stressate e bimbi in vacanza
“Per molte mamme, la vacanza con i figli non è sinonimo di relax. Cambia la cornice, ma non cambia il copione: pasti da organizzare, capricci da gestire, giochi da inventare, orari da rispettare (o da reinventare ogni giorno). Il problema è che, fuori dalla routine, si perdono i punti di riferimento: niente orari di scuola, spazi nuovi, cibi diversi… e il tanto sognato ‘cambio d’aria’ può trasformarsi in un piccolo terremoto emotivo, sia per i bambini che per i genitori. Per una mamma, uscire dalla zona di comfort significa affrontare imprevisti continui, spesso con la sensazione di non staccare mai davvero”.
Un consiglio per viverle meglio
“La chiave di volta, abbassare le pretese e alzare la capacità di adattamento. Se immaginiamo la vacanza come un ‘copione perfetto’, ogni deviazione ci sembrerà un problema. Se invece la vediamo come un’avventura, ogni imprevisto può diventare un racconto da ricordare e per farci una risata. Per le mamme (e i papà), significa anche prendersi spazi propri, anche solo 10 minuti al giorno per respirare, leggere, o semplicemente stare in silenzio. Non è egoismo: è ricarica. Perché un genitore che si concede una pausa è un genitore più presente e sereno”.
Come riuscire a ‘staccare’ veramente?
“Se non possiamo spegnere il telefono, almeno possiamo silenziare le notifiche. Restare incollati alle e-mail di lavoro o ai social non significa vivere l’esperienza… ma solo documentarla per gli altri, spesso prima ancora di goderne noi stessi. È come gustare un gelato preoccupandosi più della foto perfetta che del sapore. La vera domanda è: vogliamo vivere o condividere?
Rimanere sempre connessi significa anche esporsi al confronto continuo. Ci sarà sempre qualcuno con vacanze più avventurose, più lussuose, più fotogeniche delle nostre. Scorrere le foto altrui è come sfogliare un catalogo di cartoline perfette: mari turchesi, cieli immacolati, sorrisi da pubblicità. All’improvviso, le nostre ferie sembrano la fiammella di una candela accanto al sole di mezzogiorno. Ma ricordiamo: dietro ogni scatto c’è una regia. Nessuno pubblica le zanzare, le code infinite o le discussioni sotto l’ombrellone”.
Ricordiamo che: il vero lusso è il dolce far niente. Le vacanze non sono un test di efficienza né una gara a chi fa di più. Sono un invito a rallentare. Come scrisse Seneca:Non è poco il tempo che abbiamo, è molto quello che sprechiamo.

