Relazioni tossiche, Roberta Bruzzone: “Ecco i segnali da non sottovalutare (anche tra le giovanissime)
A Mamme Magazine la criminologa più celebre del Belpaese racconta come riconoscere e non sottovalutare i segnali di un rapporto violento
di Manila Alfano
Sale sul palco con una determinazione che sembra rabbia. Roberta Bruzzone, la criminologa più famosa d’Italia, non concede sdolcinature neppure alla sua voce che arriva ferma, decisa, battagliera. Amara come un antidoto. Sono arrivate oltre settecento persone per vederla a Campiglia Marittima, cuore della Maremma Toscana, agli Incontri di Villa Mussio condotti da Stefano Zurlo, inviato de Il Giornale con la partecipazione de Il Tirreno. Il suo pubblico è per la maggior parte femminile, e per esserci si sono organizzate per tempo: arrivano in gruppi con le macchine, qualcuna ha preso la navetta che porta direttamente al teatro romano all’aperto.
Ci sono signore con i mariti, giovani donne focalizzate sulla carriera, madri con le figlie. Tutte vogliono capire, ascoltare questa voce ruvida che non ricorre a giri di parole per ricordare di non abbassare mai la guardia, perché è una fatica essere forti, ed è facile dire non farti schiacciare ma poi leggi i casi di cronaca, una vittima di femminicidio ogni tre giorni, in mezzo casi di maltrattamenti, vessazioni psicologiche. A Mamme Magazine racconta come riconoscere i rischi e i pericoli di una relazione violenta perché i segnali, inascoltati e sottovalutati, sono sempre l’introduzione di un racconto che finisce troppo spesso in tragedia.
Dottoressa Bruzzone, sempre più persone si trovano invischiate in relazioni tossiche senza riuscire a uscirne. Qual è, secondo lei, la prima cosa da sapere per riconoscere una relazione tossica?
“Il primo passo è smettere di giustificare l’inspiegabile. Quando una relazione ci lascia costantemente esausti, confusi, svalutati e insicuri, dobbiamo iniziare a farci delle domande serie. Una relazione malevola, soprattutto se gestita da un narcisista manipolatore, non parte mai con la violenza o l’umiliazione. Parte con il fascino. E proprio lì sta il pericolo”.
Perché?
“Tutto sembra perfetto, all’inizio: è il love bombing. È un vero e proprio bombardamento affettivo: messaggi continui, dichiarazioni travolgenti, promesse di eternità, idealizzazione estrema. Sembra di aver trovato l’anima gemella. Ma in realtà, si tratta di una fase di aggancio, in cui il narcisista costruisce un’immagine ideale per conquistare la fiducia della vittima, fino a farla dipendere emotivamente. Poi iniziano le prime crepe: la manipolazione è già in atto”.
Quando le cose iniziano a cambiare?
“Il cambiamento è graduale ma sistematico. Dopo l’idillio iniziale, cominciano piccole svalutazioni mascherate da “scherzi”, battute sarcastiche, critiche travestite da premure. In parallelo, iniziano spesso dinamiche di isolamento: il partner narcisista può insinuare che gli amici siano invidiosi, che la famiglia non ci capisca, inducendo lentamente la vittima ad allontanarsi da tutto il suo mondo”.
Quali sono gli indicatori principali per riconoscere se si è coinvolti con un narcisista manipolatore?
“Esiste un elenco chiaro di red flags da non ignorare che parte dall’idealizzazione rapida seguita da svalutazione costante, poi c è il gaslighting, ovvero quando ti fanno dubitare della tua memoria, delle tue percezioni, della tua realtà. Spesso azionano un controllo mascherato da premura: vogliono sapere sempre dove sei, con chi, come ti vesti, intanto si scivola verso un isolamento relazionale progressivo. Questi partner tendono a fare l’inversione delle colpe: se ti lamenti, sei tu il problema, l’ingrata, l’isterica, e fuori hanno sempre il doppio volto: incantatori in pubblico, destabilizzanti in privato. Mancano totalmente di empatia. I tuoi bisogni emotivi non contano mai davvero. Innescano cicli tossici, fasi di punizione emotiva alternate a fasi di riavvicinamento, bugie continue e promesse mai mantenute e la vittima ha una crescente sensazione di non riconoscersi più, perde autostima, entusiasmo”.
Perché è così difficile uscirne?
“Perché questi individui sono abilissimi nel manipolare il senso di colpa e nel rendersi indispensabili. Ti convincono che senza di loro non vali nulla. E se provi ad allontanarti, intensificano il controllo o la seduzione. È un gioco perverso, ma calcolato. Uscirne richiede consapevolezza, supporto psicologico e spesso una rete che ti aiuti a ricostruire il tuo sé. Non si guarisce chi ti fa ammalare”.
Chiunque può cadere nella trappola?
“Sì nessuno è immune, neppure le giovanissime, ma chi conosce i segnali ha più possibilità di salvarsi. Il narcisista manipolatore non sceglie a caso: cerca persone empatiche, sensibili, forti ma desiderose di amore autentico. Ma nessuno deve restare incastrato in una relazione che logora. Conoscere i segnali è già un primo atto di libertà. E se c’è un dubbio, è il momento di ascoltarsi. Chi ti ama davvero non ti spegne, ti accende”.