Dall’asma alla rinite, il vademecum sulle allergie degli esperti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù

Non solo polline: sulla qualità di vita di bambini possono influire altri fattori. Gli specialisti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù spiegano tutti i sintomi e la prevenzione: lo scorso anno si sono registrati quasi 500 accessi al pronto soccorso per le punture di imenotteri e con l’arrivo della primavera, aumentano i casi di allergie stagionali nei bambini, causate principalmente dai pollini e dalle punture di insetti.

di Manuela Vacca

 

La primavera è arrivata e gli specialisti di diverse discipline sono da tempo mobilitati sia sul piano ambientale – dal monitoraggio della qualità dell’aria allo studio dei fenomeni legati al riscaldamento del pianeta – come  in quello sanitario. Un approccio integrato consente infatti di avere i dati fondamentali nella ricerca, nella prevenzione e nella cura di patologie allergiche respiratorie. In molti si sono confrontati in occasione della Giornata nazionale del polline, giunta alla XVIII edizione.

Gli allergologi hanno manifestato la preoccupazione per le allergie in un contesto di mutamenti climatici importanti. Non ci sono solo i pollini, tra i vari allergeni: funghi o muffe, derivati di mammiferi o di artropodi, polveri organiche e inorganiche possono provocare rinite allergica, asma allergico e congiuntivite allergica. Di certo i sintomi non vanno presi sotto gamba, come chiarisce il professor Alessandro Giovanni Fiocchi, responsabile di allergologia del Bambino Gesù: “Le allergie primaverili possono influire significativamente sulla qualità della vita dei bambini, causando sintomi respiratori e cutanei che, se non trattati, possono peggiorare”. Gli esperti dell’ospedale pediatrico consigliano come affrontare queste allergie, quali sono le cure disponibili e le misure di prevenzione più efficaci per i più piccoli.

Allergie ai pollini: la rinite e non solo

Quelle ai pollini sono ai primi posti come malattie croniche, tra il 10 e il 40% della popolazione secondo i dati dell’Oms. La rinite allergica è il tipo di allergia che colpisce il maggior numero di persone (la stima è del 40 per cento per l’Europa). Si stima che riguardi circa 9 milioni di italiani, di cui 4 devono ricorrere alle cure. “La diagnosi di allergia ai pollini si basa principalmente sulla storia clinica del bambino e sulle prove allergologiche, come il prick test”, spiega il professor Fiocchi.

Come spiegano gli esperti, la rinite allergica è “un’infiammazione della mucosa del naso che causa la comparsa di una serie di sintomi come salve di starnuti (starnuti che si succedono in modo ravvicinato), rinorrea (naso che “gocciola”), ostruzione (naso “chiuso”) o prurito nasale. Gli antistaminici sono i farmaci più importanti per la cura della rinite allergica. L’istamina è una dei principali mediatori delle reazioni allergiche”. Il ricorso all’antistaminico consente la riduzione di starnuti, prurito e secrezioni nasali.

L’asma

Provocata dal broncospasmo, ossia dal rapido restringimento dei bronchi, l’asma è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi. Porta difficoltà a respirare, a produrre suoni respiratori (rantoli o fischi) e accessi di tosse secca sino a dispnea – la cosiddetta “fame d’aria” – nei casi più seri.

Tutti i pazienti con asma persistente meritano una terapia di fondo (cioè a lungo termine) con farmaci antinfiammatori come i cortisonici inalatori che possono essere associati a broncodilatatori a lunga durata d’azione (i cosiddetti broncodilatatori “long-acting”), sempre da inalare, che agiscono più a lungo dei broncodilatatori “classici”. Infine, se l’asma si manifesta principalmente in seguito a sforzi fisici, normalmente ci si affida ai farmaci antileucotrienici.

La congiuntivite allergica

Esistono almeno quattro diversi tipi di malattia allergica oculare sotto il nome di congiuntivite allergica. Quella legata a sensibilizzazione allergica è la congiuntivite allergica propriamente detta. Poi la cheratocongiuntivite primaverile e la cheratocongiuntivite atopica (associata a dermatite atopica di una certa gravità). Quindi  la congiuntivite papillare gigante, legata all’uso di lenti a contatto o protesi oculari. Le ultime due forme non riconoscono una causa allergica, ma causano sintomi e segni oculari sovrapponibili a quelli della congiuntivite allergica.

Tutti gli antistaminici per bocca hanno una qualche efficacia nella congiuntivite allergica. Poiché la congiuntivite allergica è spessa associata alla rinite allergica, gli antistaminici possono essere una terapia utile per entrambe le patologie. Gli antistaminici riducono la necessità di terapia topica con spray nasali e colliri, da usare solo al bisogno. Per trattare la congiuntivite allergica possono essere utilizzati anche degli appositi colliri, che sono di tre tipi: stabilizzatori della membrana mastocitaria, il cui uso va iniziato alcune settimane prima dell’inizio della stagione; antistaminici, che hanno principalmente la funzione di bloccare la sostanza che scatena l’allergia; cortisonici, che hanno principalmente la funzione di spegnere l’infiammazione.

Gli insetti: l’allergia da veleno

Gravi reazioni allergiche possono essere scatenate anche da punture di api, vespe e calabroni. e a questo proposito al pronto soccorso dell’Ospedale (dotato di un Centro Antiveleni raggiungibile telefonicamente 24 ore su 24 al numero 06 6859 3726) lo scorso anno sono stati registrati quasi 500 accessi per punture. Quelle di imenotteri scatenano reazioni allergiche in circa due persone su 100 ma meno di frequente tra i bambini. Tuttavia in Italia muoiono da 5 a 20 persone (tra adulti e bambini) proprio a causa del veleno di insetti.

Gli insetti con pungiglioni – vespe (tra cui quella orientale, sempre più diffusa in Italia), calabroni, bombi e api – colpiscono soprattutto nei mesi estivi e autunnali. Le reazioni normali alla puntura e conseguente iniezione di sostanze nocive sono bruciore, rossore, dolore e prurito. Se non sono localizzate nella sede della puntura e se limitate nell’estensione, nella gravità e nella durat si parla invece di allergia al veleno. Capita che sia interessata gran parte di un braccio o di una gamba però l’allarme massimo deve essere lanciato quando colpisce lontano: per esempio un’orticaria sul tronco sebbene per esempio la puntura sia su una mano. Il rigonfiamento arriva al picco massimo entro le 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni. A volte si presentano anche febbre, spossatezza e nausea.

Come ridurre il rischio

“In caso di reazione allergica grave, la somministrazione tempestiva di adrenalina è la terapia salvavita – evidenzia il professor Fiocchi – È importante che i bambini a rischio abbiano sempre con sé l’adrenalina autoiniettabile e che i genitori siano adeguatamente istruiti sul suo utilizzo”. Meglio se i bambi indossano pantaloni lunghi e maniche lunghe durante le passeggiate o le gite, specie nelle prime ore della mattina o al tramonto e si consiglia, nelle parti non coperte, un repellente per insetti. Per non attirare gli insetti bisogna poi evitare saponi, shampoo e deodoranti profumati poiché attirano gli insetti e tenere coperti cibi e bevande, soprattutto se dolci. Quando si viaggia, è meglio tenere chiusi i finestrini dell’auto. e se puntu occorre rimuovere immediatamente il pungiglione, applicare impacchi freddi e, se necessario, ricorrere a una visita specialistica dall’allergologo.

La cura

L’unica terapia in grado di ridurre il rischio di reazioni gravi alle punture di insetti e all’esposizione ai pollini è l’immunoterapia desensibilizzante, nota anche come vaccino anti-allergico. Indicata nei bambini con allergie particolarmente severe, consiste nella somministrazione controllata di dosi crescenti dell’allergene per un periodo di tre-cinque anni.  È stato documentato un beneficio dell’immunoterapia specifica per la rinite e la congiuntivite allergica, l’asma allergico e l’ipersensibilità al veleno di imenotteri. “Nei bambini con reazioni allergiche importanti, la vaccinazione specifica è essenziale per garantire una protezione efficace e sicura nel tempo. I vaccini antiallergici rappresentano oggi l’unica terapia in grado di educare il sistema immunitario curando così la causa dell’allergia e non solo i sintomi”, conclude il professor Fiocchi.

 

Foto: Pixabay

 

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