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Vaccino Pfizer funziona sugli adolescenti: la conferma

Il vaccino anti-Covid Pfizer BioNTech funziona anche sugli adolescenti: i risultati emersi da uno studio condotto dalla stessa Pfizer su 2.260 pazienti.

Dopo solo dieci mesi dal sequenziamento del nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 sono partite in tutto il mondo le campagne di vaccinazione contro il Covid-19. BioNTech ha annunciato i primi risultati dei trial in corso sui più giovani: ecco perché il vaccino Pfizer funziona sugli adolescenti.

Vaccino Pfizer funziona sugli adolescenti

Il vaccino Pfizer/BioNTech è altamente efficace nei ragazzi tra i 12 e i 15 anni, e offre una protezione persino più elevata rispetto a quella osservata nei giovani adulti. Lo ha riferito la stessa Pfizer mercoledì 31 marzo, anticipando i risultati di uno studio di Fase 3 condotto su 2.260 adolescenti. Nel gruppo dei vaccinati non c’è stata alcuna infezione sintomatica: il vaccino di Pfizer ha dunque offerto una protezione del 100% e sollecitato un’elevata produzione di anticorpi. Nessuno dei ragazzi ha accusato gravi reazioni avverse e il vaccino è stato in generale ben tollerato.

Questa parte dello studio, di cui si attende una pubblicazione scientifica, doveva verificare se la quantità di anticorpi prodotta in questa fascia di età fosse la stessa di quella osservata su ragazzi più grandi. Secondo Pfizer, la risposta immunitaria è andata oltre le aspettative: gli adolescenti, che hanno regolarmente ricevuto le due dosi del vaccino, hanno prodotto in media livelli molto più elevati di anticorpi rispetto ai partecipanti di età superiore (16-25 anni) di precedenti trial. Gli effetti collaterali sono stati gli stessi di quelli osservati nei giovani adulti – ma per questo aspetto l’azienda non ha per ora fornito informazioni più precise.

Sono numeri ancora troppo piccoli per azzardare statistiche definitive, ma si tratta di dati molto incoraggianti: rispetto ai bambini, gli adolescenti si contagiano più facilmente.

Vaccino Covid-19 e bambini

Dall’inizio della pandemia le fasce giovani della popolazione sono sempre state quelle in cui l’infezione da coronavirus ha dato meno problemi. Perché la maggior parte dei bambini colpiti da SARS-CoV-2 ha un decorso rapido e con sintomi lievi? E perché alcuni riescono a neutralizzare il virus prima di altri? La risposta arriva da uno studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

Esso identifica per la prima volta le caratteristiche immunologiche dei bambini che meglio reagiscono all’infezione, riuscendo a debellarla già dopo la prima settimana. La ricerca, realizzata insieme all’Università di Padova e all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell Reports.

L’indagine ha coinvolto 66 pazienti di età compresa tra 1 e 15 anni ricoverati nel Centro Covid del Bambino Gesù di Palidoro nell’estate del 2020. Le indagini di laboratorio hanno evidenziato come il profilo immunologico dei bambini che già dopo una settimana erano riusciti a neutralizzare il virus, era caratterizzato da una grande quantità di linfociti T e B specifici contro SARS-CoV-2. Questi linfociti erano capaci di riprodursi velocemente una volta entrati in contatto con l’agente patogeno e produrre un gran numero anticorpi neutralizzanti.

L’identificazione delle caratteristiche immunologiche dei bambini in grado di neutralizzare rapidamente il virus, potrà consentire in futuro di adottare migliori strategie terapeutiche. Inoltre, consentirà di verificare l’efficacia delle vaccinazioni sui bambini e disegnare possibilmente delle misure di quarantena personalizzate. Qualora infatti si decidesse di testare i bambini sulla base del loro profilo immunologico si potrebbe infatti ipotizzare di ridurre il periodo di isolamento.

Scritto da Francesca Belcastro
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