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Togliere il pannolino: come farlo senza traumi

Togliere il pannolino: un momento delicato e che sicuramente richiederà lavoro da parte del bambino e dei genitori. Ecco come affrontarlo.

Togliere il pannolino rappresenta una tappa importante quanto delicata della vita infantile. Inoltre, si tratta di una fase durante la quale sia il bambino o la bambina sia i suoi genitori dovranno impegnarsi. Infatti, una buona riuscita del tentativo non può prescindere da una collaborazione di tutti. Se intendete togliere il pannolino al vostro bambino, assicuratevi che sia pronto, proponetegli la prova come un gioco evitando di mettergli pressione e rispettate i suoi tempi. Di seguito proponiamo una piccola guida per risolvere quelli che sono i principali dubbi dei genitori i cui figli si apprestano a cominciare la transizione dal pannolino al vasino.

Via pannolino e stress

Come affrontare, nella maniera meno stressante possibile per tutti, questo delicato processo? Innanzitutto, occorre che i tempi del passaggio rispettino i ritmi del bambino. Ricordiamo che questi non sono uguali per tutti. Prima di togliere il pannolino, si potrebbe tentare un ibrido tra quest’ultimo e il vasino oppure direttamente il gabinetto (possibilmente con il riduttore). Infatti, è importante ricordare che tutti questi strumenti non sono necessariamente alternativi tra loro. Al contrario, è bene che per alcuni periodi esistano e siano complementari. Potete iniziare spiegando ai vostri figli come usare il vasino o il wc per urinare e defecare.

Senza provare vergogna, potete mostrarvi voi stessi nell’atto di farlo, per dare l’esempio. Il bambino potrà acquisire questa abitudine con i suoi tempi. Ciò non implica la necessità di togliere immediatamente il pannolino. Questo, infatti, può rappresentare una certezza per il piccolo che sarà consapevole del fatto che, qualora non riuscisse a correre in tempo sino al vasino, non correrà il rischio di sporcarsi.

Un passo alla volta

Una delle principali paure del piccolo nel corso di questa fase, infatti, sarà proprio quella di sporcarsi. Il bambino lo vivrà come un fallimento. Di conseguenza, è importante spiegargli che sbagliare non è solo consentito, ma anche normale. Dall’altro lato, però, non bisogna nemmeno forzare il bimbo a togliere il pannolino prima del tempo. Un periodo in cui quest’ultimo può coesistere con un vasino servirà infatti a dare il tempo al piccolo di acquisire un maggior controllo sui muscoli della propria vescica.

Inoltre, gli permetterà di acquisire gradualmente un’abitudine senza rischiare di bagnarsi continuamente. Per questa stessa ragione si consiglia, quando possibile, di cominciare questo processo durante la stagione calda. Questo permetterà infatti di lasciare il bambino svestito dalla vita in giù. Ovviamente, papà e mamma potrebbero ritrovarsi costretti a pulire più volte i pavimenti nel corso della giornata. Allo stesso tempo, però, il bambino non si ritroverebbe con mutandine e vestiti bagnati, il che potrebbe essere vissuto dai piccoli come una sconfitta e un’umiliazione. Ciò sarebbe controproducente, poiché il bambino si sentirebbe scoraggiato e si attaccherebbe allo strumento del pannolino come a una sicurezza indispensabile.

I trucchi per toglierlo

Come abbiamo già detto, un ottimo trucco per togliere il pannolino potrebbe essere quello di lasciare il bimbo nudo dalla vita in giù. Questo sistema ha una duplice valenza. Innanzitutto, non si rischia di sporcare una innumerevole quantità di vestiti e biancheria intima. Inoltre, il piccolo avvertirà di essere svestito e quindi si accorgerà immediatamente dell’assenza della protezione garantita dal pannolino. Oltre a questo, perché il passaggio sia efficace, il bambino deve avere ben chiaro dove fare i propri bisogni.

Ogni stanza, un vasino

Di solito si consiglia di cominciare con il vasino, poiché il gabinetto potrebbe essere fuori dalla portata dei più piccoli per altezza e dimensioni. Più vicino si trova il vasino, più sarà facile che il bimbo lo raggiunga in tempo senza sporcare il pavimento. Di conseguenza, un ottima abitudine è quella di posizionare diversi vasini in giro per la casa e di mostrarli uno per uno al bimbo, di modo che conosca la loro posizione. Per i primi giorni, addirittura, si consiglia di mettere un vasino in ogni stanza, di modo che il bambino non sia mai troppo lontano e che uno di essi risulti sempre nel suo raggio visivo.

Gratificare il bambino

Un altro trucco che può risultare divertente e appagante sia per i genitori, sia per il piccolo, è quello di gratificare il bambino ogni volta che riesce a fare i propri bisogni nel vasino. Una maestra statunitense che ha studiato un proprio metodo per togliere il pannolino ha addirittura ipotizzato di inventare un balletto e una canzone appositi da ripetere in ognuna di queste occasioni. In realtà, se non siete così creativi, può essere sufficiente elogiare il piccolo e magari ricompensarlo con qualcosa di più simbolico come una caramella o un applauso. Prediligete comunque un metodo simile, che premia i suoi successi, ed evitate di fargli pesare quelle volte in cui non riesce o, ancora peggio, di sgridarlo.

A che età toglierlo

Tra tutti questi consigli, sicuramente molto genitori che leggono si stanno ponendo la domanda fatidica: a quanti anni è arrivato il momento di togliere il pannolino? La risposta, forse non soddisfacente per alcuni, è che non esiste un’età precisa. La media dei bambini compie questo passaggio tra i due e i tre anni. Le femmine in media riescono a farlo un po’ prima dei maschi (due anni di età contro tre), ma non esistono prove del fatto che l’acquisizione del controllo della vescica sia legata al sesso, quindi potrebbe anche trattarsi di una coincidenza statistica senza alcun rapporto causale. Alcuni bambini precoci attraversano questa transizione prima dei due anni (ma comunque, di norma, mai entro l’anno e mezzo) e alcuni, invece, potrebbero impiegarci più tempo e riuscire solo oltre i tre anni.

Il fatto di acquisire il dovuto controllo sulla propria vescica ‘in ritardo’ non costituisce affatto un problema, proprio perché non si tratta di ritardo. Al contrario, ogni bambino è diverso dall’altro e possiede i suoi propri tempi e ritmi, che vanno sempre incoraggiati. Al compimento dei tre anni potrebbe porsi però un problema. La scuola dell’infanzia, infatti, accetta solo bambini che siano autonomi nell’espletare i propri bisogni, dunque che non necessitino del pannolino. In questo caso è possibile forzare un po’ i tempi naturali del bimbo, ma considerate sempre che questa mossa potrebbe rivelarsi controproducente, poiché potrebbe mettere il bambino di fronte ai suoi insuccessi e demotivarlo.

Pannolino di notte

Tutte le informazioni finora fornite riguardano la transizione dal pannolino al vasino durante le ore diurne. Togliere il pannolino durante la notte, infatti, rappresenta una fase separata e consecutiva. Risulta infatti più difficile mantenere il controllo sulla propria vescica quando si dorme, e quindi ci si trova in uno stato di incoscienza. I piccoli giungono a questo traguardo mesi o addirittura anni dopo averlo fatto di giorno. Non è raro né anomalo, infatti, che alcuni bimbi di cinque o sei anni di età non siano ancora in grado di trattenere la pipì mentre dormono. Anche in questo caso, evitate di forzare i loro tempi. Prima di provare a togliere loro il pannolino durante la notte, assicuratevi di averlo trovato asciutto dopo il sonno per almeno tre mattine di fila.

I metodi migliori

Abbiamo già visto qualche trucchetto con cui aiutarvi per togliere il pannolino ai bimbi quando si trovano in casa durante il giorno. Ma come bisogna comportarsi nelle altre situazioni? Finché state ancora sperimentando e il bambino non risulta in grado di trattenere i propri bisogni, lasciatelo nudo in casa ma mettetegli il pannolino se uscite. Quando, invece, si mostrerà sufficientemente capace di fare pipì nel vasino -almeno la maggior parte delle volte- potete iniziare a uscire -dapprima ber breve tempo- con lei o lui senza pannolino. Spiegate al piccolo che state uscendo senza pannolino e che, quando sentirà lo stimolo di fare pipì, dovrà informarvi. Evitate di mettergli le mutande, che lo illuderanno di godere della protezione offerta dal pannolino, e scegliete invece abiti -pantaloni o gonne- ampi e non attillati. In questo modo il piccolo avvertirà chiaramente di essere libero da ogni protezione. Portate sempre un cambio con voi.

Proteggere il materasso

Anche per quanto riguarda la notte, alcune protezioni speciali si rendono necessarie. Non partite dal presupposto che vostro figlio non bagnerà il letto, almeno all’inizio, perché molto probabilmente lo farà. Un metodo molto pratico consiste nel fare il letto con diversi strati di lenzuola. Mettete, a contatto con il materasso, un lenzuolo cerato, poi uno normale, poi un altro cerato e infine un altro lenzuolo normale. Lo strato cerato, infatti, proteggerà quelli sottostanti in casi di incidenti. In questo modo, se il piccolo non dovesse riuscire a trattenersi, non sarete costretti a dover rifare da capo il letto nel bel mezzo della notte. Sarà sufficiente rimuovere il primo strato, e il secondo risulterà già pronto, operazione che spesso potete effettuare senza nemmeno svegliarlo. Tenete inoltre a portata di mano un cambio e lasciate un vasino accanto al letto.

Come spiegarlo al bambino

Una componente importante di questa fase di transizione, addirittura la più essenziale, è quella di coinvolgere attivamente il bambino nel piano. Ricordatevi che si tratta di un suo traguardo, non vostro. Non incorrete nell’errore di confonderlo con un vostro compito: il ruolo che vi spetta consiste unicamente nel sostenere vostro figlio. Proponetegli il passaggio dal pannolino al vasino come un esperimento, un gioco divertente che lo vede come protagonista, quindi esponetegli le regole del gioco. Deve essere chiaro in cosa consiste l’obiettivo (non avere più bisogno del pannolino) ma anche che è possibile compiere innumerevoli errori senza che questo comprometta il risultato finale.

Spiegategli che sbagliare non è solo permesso, ma anche normale. Non criticatelo quando non riesce a trattenersi e, soprattutto, evitate nel modo più assoluto di sgridarlo, arrabbiarvi o farlo sentire umiliato o in colpa. Favorite invece il metodo opposto: gratificatelo per ogni piccolo successo.

Scritto da marafallini
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