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Spirale post parto, quando si usa: i consigli

Spirale post parto: quando si usa, i diversi tipi che esistono e in che modo evitano una gravidanza indesiderata a ridosso del parto.

La ripresa dell’attività sessuale dopo la nascita di un bimbo è una questione delicata. Ritrovare l’intimità è importante, non solo perché l’intesa e l’alleanza di coppia si rafforzano. Per la neomamma vuol dire anche recuperare una parte della propria identità messa in ombra temporaneamente dalla maternità. Se non si vuole rimanere subito incinta, si può allora pensare all’utilizzo di un contraccettivo. Spirale post parto, quando si usa? Scopriamolo insieme.

Cosa succede dopo il parto

Nell’arco di 4-5 settimane dopo il parto, il cosiddetto periodo del puerperio, l’utero torna progressivamente al volume iniziale, i tessuti delle vie genitali recuperano elasticità e guariscono da eventuali traumi subìti al passaggio del bambino. In questo periodo è consigliabile astenersi dai rapporti sessuali completi, che potrebbero risultare fastidiosi per la donna. Superato il puerperio, se la donna sta bene, non c’è nulla che vieti ai neogenitori di ritrovare la loro intimità e riprendere l’attività sessuale.

Il capoparto, cioè la ricomparsa delle mestruazioni dopo la gravidanza, si verifica di solito tra la quarta e l’ottava settimana dal parto, ma può tardare diversi mesi nelle donne che allattano esclusivamente al seno, perché l’ormone prolattina inibisce l’attività delle ovaie. È un meccanismo naturale che si è sviluppato nel corso dell’evoluzione umana proprio per ridurre il rischio di gravidanze troppo ravvicinate. Anche la neomamma che allatta esclusivamente al seno può tornare fertile in tempi brevi e non c’è modo di prevederlo in modo attendibile. Inoltre, alla ripresa dell’attività ovulatoria dopo il parto, i cicli possono presentare delle irregolarità transitorie, per cui è ancora più difficile riuscire a identificare i giorni fertili.

Spirale post parto: quando si usa

In questo quadro complesso, si può usare la spirale? Dopo aver partorito, la donna vive un naturale calo del desiderio, provocato dalle paure, dalla stanchezza, dal poco dormire dopo la nascita del bebè. Dopo qualche tempo, il desiderio torna ed è allora che bisogna pensare a un possibile contraccettivo da assumere, come la spirale.

La spirale è un dispositivo intrauterino molto efficace per il controllo delle nascite, con una precisione del 99%. Detta in gergo IUD (Intra Uterine Device), è un contraccettivo intrauterino che negli ultimi anni si è evoluto moltissimo. È un dispositivo a forma di T che viene inserito all’interno dell’utero per impedire una gravidanza.

Esistono diversi tipi di spirale contraccettiva, ma sostanzialmente si può fare una suddivisione tra spirale ormonale e spirale in rame. Entrambe vengono posizionate nell’utero ed entrambe evitano una possibile gravidanza fino alla loro rimozione. La prima rilascia una piccola quantità di progestinico nell’utero, il quale riduce la possibilità degli spermatozoi di entrare. La seconda rilascia piccole quantità, non di progestinico come prima, ma di rame. Proprio questo metallo modifica la composizione dei fluidi nell’utero e nelle tube di Falloppio e, così impedisce la sopravvivenza degli spermatozoi.

Diversi sono gli studi che rassicurano le donne sull’uso della spirale nel post-parto. Il dispositivo intrauterino, infatti, non ha alcun tipo di controindicazione per coloro che hanno appena partorito. Le raccomandazioni OMS consigliano l`inserimento almeno a 4-6 settimane dal parto, e possibilmente dopo la ripresa delle mestruazioni.

Scritto da Francesca Belcastro
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