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Quando tuo figlio perde la voce dopo un trauma: come fare

Il bambino ad un tratto non parla più a casa, a scuola, in occasioni sociali. Si tratta di mutismo elettivo, un disturbo dello sviluppo con origini legate all’ansia, alla fobia sociale, presente nel DSM, manuale diagnostico di dei disturbi mentali.

Il bambino non riesce più a parlare a causa di un forte stato di ansia, a volte lo fa in contesti protetti come la casa e non al di fuori delle mura domestiche. Spesso vi possono essere altri sintomi correlati fra cui depressione e aggressività.

Cosa può fare la famiglia? Rivolgersi tempestivamente al pediatra che probabilmente invierà la famiglia ad un neuropsichiatra infantile il quale dovrebbe prescrivere un trattamento cognitivo comportamentale.

Il progetto studiato attorno al bambino dovrebbe coinvolgere tutte le figure che si prendono cura del piccolo: genitori,insegnati, educatori.

Osservando il bambino e i suoi comportamenti, ricostruendo gli ultimi eventi nella vita, si dovrebbe risalire alla causa del malessere: un cambiamento improvviso, una mancanza di certezze, uno stress da sopportare, nei casi più estremi un trauma.

Individuata la causa la si può eliminare ad esempio se si tratta di una persona maltrattante, oppure si può aiutare il bambino ad affrontare la sua paura in modo graduale usando una tecnica chiamata desensibilizzazione sistematica.

Le figure attorno al bambino si devono poi muovere per far sentire il bambino sicuro, contenuto da solide barriere affettive, capace di affrontare i suoi compiti attraverso aiuti e rinforzi.

Occorre insegnare al bambino a gestire le proprie ansie e a mettere in pratica soluzioni efficaci in caso di pericolo.

Si tratta di un percorso lungo, faticoso per tutti ma serve anche per far sentire al bambino di non essere solo.

Scritto da Karen Carboni
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