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Quando il bambino attira l’attenzione: come educarlo

Quello che sta davvero cercando è una relazione con te.

Quando il bambino attira l’attenzione, automaticamente potrebbe fare dei capricci. Tuttavia, quello che stanno davvero cercando è una relazione con te. Invece di lasciare i bambini a capire come regolare le loro emozioni da soli, è importante per i genitori e gli assistenti aiutare i bambini a sviluppare gli strumenti e il linguaggio per affrontare i loro sentimenti.

Rallentare e osservare

Può essere difficile rimanere neutrali quando tuo figlio si arrabbia. Per quanto possibile, cerca di assumere il ruolo di osservatore quando tuo figlio fa i capricci. Per quanto tu possa sentirti legata a ciò che è successo, cerca di vedere le cose dal punto di vista di tuo figlio. Cosa l’ha fatto arrabbiare? Come lascia che queste emozioni lo influenzino?

Perché il bambino attira l’attenzione

Ora che hai un’idea della situazione, pensa al perché tuo figlio si sta comportando così. Cosa sta cercando? Che sia d’accordo o meno con il modo in cui tuo figlio si comporta, cerca di scoprire obiettivamente da dove viene questo comportamento. Scopri quali tipi di legami può cercare tuo figlio, o di quale tipo di guida può avere bisogno.

Questo tipo di strategia è particolarmente efficace anche se il bambino ha dei comportamenti aggressivi.

Pianifica il vostro approccio

Ora che hai un quadro della situazione, pensa a come puoi aiutare tuo figlio a gestire i suoi grandi sentimenti. Anche il capriccio più irritante può essere un’opportunità per aiutare tuo figlio a imparare a gestire la delusione e la frustrazione. Considera di aiutarlo insegnandogli a fare respiri profondi, calmando i vostri corpi insieme.

quando il bambino attira l'attenzione

Successivamente, mostragli come usare il linguaggio per esprimere i sentimenti, dicendo qualcosa come: “Sembra che tu ti sia arrabbiato molto quando ho portato via quel giocattolo”. Si tratta di un’ottima alternativa se il tuo bambino è lunatico e spesso i suoi comportamenti sono imprevedibili.

Puoi anche usare questa opportunità per spiegare meglio il tuo “perché”. Per esempio, potresti dire: “Ho portato via il giocattolo perché ti avevo chiesto di non giocarci più. Se non ascolti, devo togliere le cose. La prossima volta, potresti ascoltare e mettere via il giocattolo da solo”. La chiave qui è di non spiegare troppo, ma piuttosto di dare a tuo figlio il linguaggio di cui ha bisogno per essere in grado di comunicare i suoi sentimenti.

Scritto da Stefania Netti
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