La balbulzie è un disturbo del linguaggio che provoca la rottura dei normali schemi di discorso, si manifesta con la ripetizione di certi suoni e sillabe o con il troncamento di alcune parole ed è una condizione abbastanza comune nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni, che non hanno ancora imparato a parlare bene. Il balbettio riflette quindi un’insicurezza nell’uso del linguaggio che scompare nel giro di poco tempo, nel momento in cui i piccoli raggiungono un certa padronanza dialettica, ma vi sono casi in cui il disturbo perdura per diverso tempo ed è spia di qualche serio problema.
Varie possono essere le cause della balbuzie patologica che, se non trattata in modo adeguato, può protrarsi sino all’età adulta e diventare permanente. Ecco i fattori che provocano l’insorgere dello squilibrio comunicativo:
- storia familiare, secondo molti esperti si tratta di un problema genetico, non ci sono dati certi che confermano questa teoria, ma si è osservato che circa il 60% dei bimbi che balbettano in maniera permanente hanno qualche parente o qualche antenato balbuziente;
- disfunzione di natura neurofisiologica, ovvero la presenza di uno scompenso tra l’attività cerebrale protesa all’elaborazione del linguaggio e il funzionamento dei muscoli del viso e della lingua che controllano il linguaggio;
- disagio psicologico, stando al parere degli psicologici, un bambino che ha vissuto un forte trauma emotivo o che è esposto ad una condizione di ansia e di tensione prolungata, dovuta a disarmonie nella famiglia e nell’ambiente in cui vive oppure che si trova coinvolto in uno stile di vita troppo frenetico, può inconsciamente manifestare il suo malessere interiore attraverso la balbuzie.
Quando un bimbo mostra delle difficoltà nel parlare, per sapere se si tratta di un disturbo temporaneo o se invece è un problema che ha radici più profonde è bene consultare il medico e, se è necessario, sottoporre il caso ad una valutazione specialistica.
