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Psicologia dell’amico immaginario

L'amico immaginario è una figura fondamentale che permette al bambino di poter crescere senza che possano nascere delle potenziali situazioni che tendono a essere complesse. E' anche un valido alleato del bambino nei suoi primi anni di vita.

Spesso si pensa che l’amico immaginario, che si viene a creare quando il bambino ha circa tre anni, rappresenti una sorta di elemento che crei non pochi problemi al piccino.
Ecco la psicologia che si cela dietro questa creatura che potrebbe venirsi a palesare improvvisamente nella vita del proprio figlio.

Perché viene creato l’amico immaginario

L’amico immaginario è quella figura che spesso viene creata da un bambino per soddisfare alcune delle sue esigenze che spesso non vengono espresse al genitore oppure che sono talmente grandi che alla sua età è impossibile riuscire a soddisfare.
L’amico immaginario, che può essere maschio o femmina ma anche più di uno, rappresenta quell’ascoltatore che spesso riesce a offrire al bambino tutte quelle risposte di cui necessita: le parole dei genitori vengono quindi trasportate all’amico immaginario, che farà in modo che il bambino possa semplicemente comprendere un’azione o evitare di adottare un comportamento tutt’altro che positivo.
Spesso gli amici immaginari nascono anche da quella voglia del bambino di avere compagnia e quindi di trovarsi co un compagno di giochi col quale divertirsi e parlare.
Lasciare che il bambino possa avere questo particolare amico, cercando di evitare di interferire eccessivamente, consente allo stesso di prevenire delle situazioni dove la crescita potrebbe essere abbastanza difficoltosa e allo stesso tempo priva di quel fattore divertimento che dovrebbe invece andare a caratterizzare la vita del bambino durante i suoi primi anni.

Il bambino e la crescita con l’amico immaginario

L’amico immaginario è inoltre una figura fondamentale che permette al bambino di poter crescere senza che possano nascere delle potenziali situazioni che, molto spesso, tendono a essere complesse.
Avere un amico immaginario che fa da compagno di giochi e da consigliere riesce a offrire al bambino quella sicurezza maggiore che spesso non viene offerta dai suoi coetanei.
Inoltre occorre anche parlare del fatto che l’amico immaginario, per i bambini, altri non è che la versione del dialogo interiore che gli adulti spesso tendono ad avere con se stessi, specialmente durante i periodi di maggiore difficoltà.
Pertanto l’amico immaginario, che il bambino non tramuterà in reale in modo pesante come si potrebbe pensare in un primo momento, è una sorta di coscienza che il bambino sviluppa e che esterna durante i suoi primi anni di vita, crescendo assieme a lui e facendo in modo che ogni avventura che vivrà possa essere definita come ottimale e priva di momenti negativi.

Quando l’amico immaginario cessa di esistere

L’amico immaginario, col passare degli anni, tende a essere sempre meno presente: il suo posto viene lentamente preso dai bambini reali, ovvero quelli che frequenterà a scuola, all’asilo oppure coi fratelli e parenti vari della sua stessa età, nonché vicini di casa e altri bambini.
Lentamente l’amico immaginario sarà quindi una figura che viene assorbita dalla mente del piccino che, in alcune occasioni, non si ricorderà nemmeno di lui, come se l’aver giocato da solo fosse sempre stata l’attività praticata.
Nessun addio particolare quindi tra piccino e amico immaginario, ma semplicemente un costante processo di eliminazione che permette al piccino stesso di essere in grado di socializzare con le persone in carne e ossa, ovvero quelle che entreranno a far parte della sua vita.

Di conseguenza l’amico immaginario è un valido alleato del bambino per i suoi primi anni di vita, visto che gli permetterà di divertirsi e giocare ma che, col passare del tempo, verrà messo in secondo piano sempre più velocemente, visto che il bambino stesso tenderà a voler passare maggior tempo con le altre persone che sono entrate a far parte della sua vita.

Scritto da Redazione Online
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