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Quando preoccuparsi se si avverte dolore ai capezzoli

Ecco alcuni consigli su cosa fare quando si avvertono forti dolori al seno e ai capezzoli

Il dolore ai capezzoli consiste in un evento molto frequente. Come tale, in gran parte dei casi esso non deve destare preoccupazione: al contrario, si tratta di un fenomeno fisiologico e passeggero. In altri casi, invece, rappresenta un campanello d’allarme, per questo è bene avere un’idea del panorama completo delle possibili cause alla sua base.

Sebbene, nella maggio parte dei casi, il dolore in questione sia causato da un piccolo trauma, da una modifica nella ghiandola mammaria o per lo sfregamento con superfici o tessuti irritanti, in altri casi esso deve invece destare sospetti. Al contrario di quanto comunemente si crede, il discorso in questione non è valido soltanto per la donna, bensì per entrambi i sessi.

Dolore al seno

Il dolore al seno invece, per quanto caratteristico di ambo i sessi, rappresenta un problema emblematico di quello femminile. Il dolore al seno è scientificamente denominato mastodinia e indica un generico dolore alle mammelle. Esso può rivelarsi estremamente variabile e soggettivo per ogni persona, spaziando da una banale tensione a un dolore continuo, penetrante e acuto.

Al dolore in sé contribuisce infatti anche la sue percezione soggettiva. Esso preoccupa spesso eccessivamente le donne che ne soffrono per il timore che costituisca un sintomo di tumore al seno. Sebbene questa non corrisponda con l’eventualità più diffusa, non è nemmeno rara quindi non deve essere sottovalutata. Spesso l’evento risulta del tutto fisiologico e completamente svincolato dall’eventualità catastrofica di un cancro. In ogni caso, le donne che lo avvertono dovrebbero sempre rivolgersi a un ginecologo. Solo un esperto, infatti, potrà eseguire una diagnosi corretta e accurata, tranquillizzando la paziente oppure indirizzandola verso la terapia migliore per la soluzione del suo problema.

Al fine di interpretare questi dolori prima della visita ginecologica (comunque cruciale e imprescindibile) può rivelarsi molto utile un’autodiagnosi. Essa consente infatti di scoprire eventuali disturbi patologici già allo stadio iniziale, permettendo così di agire tempestivamente. Le pratiche migliori per rilevare autonomamente eventuali anomalie a livello mammario risiedono nell’osservazione delle mammelle e nell’autopalpazione del seno. La prima tecnica consiste nella semplice osservazione delle caratteristiche del proprio seno quando si avvertono i primi dolori.

Se il suo aspetto non risulta differente dal solito e i capezzoli appaiono naturalmente sporgenti, la condizione si rivela benigna. Al contrario, occorre rivolgersi a un medico quando l’aspetto della pelle del seno appare anomalo, i capezzoli presentano alcune rientranze e, se spremuti leggermente, emettono un secreto giallastro o lattiginoso. Questi, infatti, potrebbero costituire sintomi di una condiziona patologica.

L’autopalpazione del seno rappresenta una pratica di più difficile apprendimento rispetto a quella descritta. Potete chiederla al vostro ginecologo a ogni visita -qualora lei o lui non la effettuasse già di prassi- e chiedere anche che vi venga insegnata correttamente. Essa dovrebbe infatti essere eseguita da ogni donna regolarmente, e non solo nel momento in cui si presenta un dolore al seno, poiché le patologie potrebbero anche risultare asintomatiche e quindi non manifestarsi in maniera così evidente. Attraverso la palpazione è possibile rilevare mutamenti anomali delle mammelle in termini di dimensioni e forma, nonché riconoscere eventuali noduli sospetti.

Dolore ai capezzoli

Il dolore al capezzolo risulta più specifico rispetto al problema più generale del dolore al seno, proprio a causa della natura della parte del corpo interessata. Il capezzolo corrisponde infatti alla parte sporgente della mammella, di forma conica, circondato da una zona circolare (areola) e di colore più scuro rispetto alla pelle del seno stesso. Le piccole protuberanze che si vedono sulla superficie dell’areola costituiscono lo sbocco delle ghiandole sebacee, le quali sono denominate tubercoli di Morgagni.

Nella parte sporgente del capezzolo, invece, una ventina di minuscoli forellini corrispondono allo sbocco della ghiandola mammaria. La funzione di quest’ultima coincide con la produzione di latte materno che, durante la fase di allattamento, viene drenato all’esterno verso i dotti escretori localizzati nel capezzolo. Le dimensioni della ghiandola mammaria cambiano più volte nel corso della vita, seguendo eventi completamente fisiologici. Esse infatti mutano ciclicamente poiché sono strettamente legate ai livelli ormonali di progesterone ed estrogeni presenti nel corpo della donna. Durante la pubertà, la ghiandola si ingrossa, così come nella fase di allattamento.

Diventa inoltre ipertrofica ciclicamente, in concomitanza con l’ovulazione e la mestruazione, per poi perdere volume e tonicità nel momento della menopausa. Detto questo risulta facile intuire che, in presenza di cambiamenti così ciclici e frequenti, il dolore ai capezzoli risulti nella maggior parte dei casi fisiologico. In particolare, se esso si manifesta nei momenti dell’ovulazione e del mestruo e si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni, non dovrebbe destare alcuna preoccupazione.

Si tratta infatti di un evento normale che deve essere associato al ciclo ormonale e ai mutamenti da esso comportati, ai quali la donna è sottoposta mensilmente. Se il dolore però risultasse forte, e non una semplice tensione, consigliamo comunque di rivolgersi a un ginecologo. Probabilmente non si tratterà di una condizione patologica, ma non è comunque sano convivere mensilmente con un dolore acuto. Il campanello d’allarme dovrebbe invece scattare di default quando il dolore ai capezzoli risulta persistente e si accompagna a ulteriori manifestazioni, come secrezioni, rossore, rigonfiamenti, modifiche in forma e colore, lesioni o screpolature.

In questo caso, rivolgetevi al più presto al vostro medico, che saprà indirizzarvi verso le visite specialistiche del caso. Non improvvisate automedicazioni e non affidatevi a terapie trovate su Internet. Niente, neanche i siti più affidabili, può sostituire un consiglio medico, poiché ogni caso si presenta in modo differente dagli altri e richiede una diagnosi specifica che tenga conto di tutti gli elementi della singola paziente. Una terapia fai da te, molto probabilmente, aggraverebbe solo la situazione di base.

Dolore ai capezzoli cause

Le cause del dolore ai capezzoli possono essere differenti, e si dividono principalmente in due categorie: fisiologiche e patologiche. Qui di seguito ci proponiamo di offrire una panoramica delle principali ragione che possono essere alla base del disturbo in questione. La lista che segue non può risultare però esaustiva per il motivo già spiegato, ovvero che ogni specifico caso racchiude una quantità di variabili che devono essere valutate sul campo da uno specialista. Cominciamo da quelle che vengono definite cause fisiologiche, quindi cicliche, temporanee e che non comportano conseguenze negative.

Innanzitutto, troviamo le alterazione dei valori ormonali nell’organismo. I fenomeni di questo tipo che originano il dolore ai capezzoli coincidono in genere con eventi del ciclo mestruale, con la gravidanza e con la menopausa. L’ipertrofia della ghiandola che, come abbiamo accennato, si rileva in corrispondenza delle mestruazioni e dell’ovulazione, corrisponde a un ingrandimento della ghiandola e un maggiore afflusso di sangue verso di essa. La maggiore sensibilità localizzata può provocare dolore al capezzolo. Un evento simile può avvenire anche nell’organismo maschile, in particolar modo durante la fase della pubertà.

Altra causa fisiologica del dolore risiede nello sfregamento del capezzolo, evento comune allo stesso modo nelle donne e negli uomini. Il capezzolo è costituito di tessuto morbido e delicato. Di conseguenza, lo sfregamento con i tessuti ruvidi o con sostanze irritanti provocano rossore, irritazione, screpolature e dolore sulla porzione di pelle interessata. In chi pratica sport, inoltre, il contatto del capezzolo con i tessuti provoca costante fastidio e bruciore.

Infine, un dolore ai capezzoli può presentarsi nelle donne che allattano al seno proprio durante questa fase. Il latte prodotto dalla ghiandola mammaria, infatti, esercita pressione sul capezzolo. La ghiandola si ingrossa, dunque spesso si avverte una sensazione di tensione che si estende a tutta la mammella. Al termine della poppata, la tensione si riduce e il dolore scompare progressivamente. Quando al bambino spuntano i primi denti, interviene un ulteriore fattore di dolore, ovvero lo sfregamento dei primi dentini sul capezzolo materno. Tale evento origina le ragadi, ovvero piccole lesioni che, a causa della sensibilità e dell’innervazione del capezzolo, risultano dolorose.

Esistono poi alcune cause patologiche che possono provocare dolore ai capezzoli e che devono destare allarme per consentire un intervento tempestivo e una cura adeguata, prescritta necessariamente da uno specialista che abbia visitato la paziente e non teorizzata sul web o da qualcuno che non possiede le competenze necessarie. Lo scenario più catastrofico e più temuto dalle donne che iniziano ad avvertire dolori coincide con il tumore al seno. Tenete a mente che, per quanto questa eventualità debba giustamente preoccupare, esistono forma benigne e maligne di questo cancro.

Inoltre, al giorno d’oggi, grazie alle campagne di screening e all’efficacia delle terapie disponibili, la percentuale di sopravvivenza risulta particolarmente elevata. Il carcinoma della mammella rappresenta una delle forma più invasive, che deve necessariamente essere tenuta sotto controllo. Esso è riconoscibile perché origina il cosiddetto Morbo di Paget, una serie di segni e sintomi caratteristici. Il capezzolo infatti appare tumefatto e la pelle circostante si presenta arrossata e secca. Tali manifestazioni visibili si accompagnano a secrezioni del capezzolo, dolore, sensazioni di prurito e bruciore e alterazioni nella forma del capezzolo stesso. In particolare, questo potrebbe apparire sia estroflesso, sia introflesso.

L’altra classica causa patologica del dolore ai capezzoli corrisponde alle infezioni. In questi casi, il dolore è normalmente accompagnato da tensione, febbre e, a volte, secrezioni anomale. L’infezione potrebbe anche rivelarsi la conseguenza di un taglio sottovalutato. Se non opportunamente trattata qualsiasi lesione, compresi le ragadi, può degenerare in un’infezione.

Scritto da marafallini
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