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Fare del parto naturale un’esperienza unica nel suo genere

Il parto è un momento unico e deve essere un’esperienza unica nel suo genere. Il parto in acqua ad esempio fa del parto naturale un’esperienza unica nel suo genere. Il parto è innegabilmente una delle esperienze più belle che una donna ed il suo compagno vivono nel corso della loro vita.

Certo per la donna è sicuramente un’esperienza molto intensa tra paure, ansie, timori e dolore, ma non appena quel minuscolo essere vivente ci viene messo sul grembo, come per magia si dimentica tutto. Scopriamo allora insieme in questo articolo come avviene il parto in acqua, in cosa consiste, quali sono le strutture che prevedono il parto in acqua ed infine i vantaggi e le controindicazioni.

Parto in acqua

Da quando è stata creata la possibilità di partorire in acqua, sempre più strutture si sono adeguate alle richieste ed hanno messo la vasca per il parto in acqua. Le vasche appositamente costruite per il parto in acqua contengono 600 litri di acqua e sono nate da un’idea del medico russo Igor Tjarkowskij. Oggi la richiesta per il parto in acqua è talmente alta che si può partorire in acqua a domicilio con un’ostetrica, direttamente nella propria vasca da bagno o in particolari piscine gonfiabili riscaldate.

Le vasche per il parto in acqua devono avere dimensioni tali da far muovere comodamente la mamma ed il suo pancione in acqua, devono essere di vetroresina per essere igienicamente pulite alla perfezione e l’acqua deve avere la stessa temperatura per tutta la durata del parto e del travaglio. Infine questo tipo di vasca l’acqua deve avere un ricambio continuo, per motivi prettamente igenici, può infatti capitare che la donna sotto sforzo perda del materiale organico come urina o sangue. Ma come funziona il parto in acqua?

Quando la donna è arrivata a tre centimetri di dilatazione può immergersi in acqua, la cui calda temperatura e le carezze che l’acqua fa sul corpo, consentono alla donna di rilassarsi e di provare meno dolore durante le contrazioni. Anche se la mamma è immersa in acqua, il personale medico tiene il battito cardiaco del piccolo sempre sotto controllo. Non appena il bambino viene partorito, viene subito dato alla mamma, e si aspetta che il cordone ombelicale smetta di pulsare, per poter visitare il bambino. Non appena il bambino viene visitato, può nuovamente tornare tra le braccia della mamma.

Le strutture che prevedono il parto in acqua

Di seguito l’elenco delle strutture che prevedono il parto in acqua. Per sicurezza sempre meglio telefonare alla struttura per una visita e per tutte le informazioni del caso.

Abruzzo: Ospedale civile di Vasto (CH);

Calabria: Ospedale Soveria Mannelli (CZ) – Ospedale di Lamezia Terme (CZ);

Campania: Clinica Mediterranea di Napoli- Ospedale G. Fucito Mercato San Severino;

Emilia Romagna: Ospedale di Bentivoglio (BO) – Ospedale di Porretta Terme (BO) – Ospedale di Carpo (MO) – Ospedale di Mirandola (MO) – Ospedale di Sassuolo (MO) – Ospedale di Fiorenzuola D’Arda (PC) – Ospedale di Piacenza (PC) – Ospedale di Lugo di Romagna (RA) – Ospedale di Reggio Emilia (RE);

Friuli Venezia Giulia: Ospedale di Monfalcone (GO) – Ospedale di San Daniele del Friuli (UD) – Ospedale Civile di Tolmezzo (UD);

Lazio: Casa di cura Fabia Mater (RM);

Liguria: Ospedale Gaslini (GE) – Ospedale di Lavagna (GE) – Ospedale di Voltri (GE) – Ospedale di Savona (SV) – Ospedale di Albenga (SV);

Lombardia: Casa di Maternità (MI) – Ospedale Macedonio Melloni (MI) – Ospedale Pediatrico Buzzi (MI) – Ospedale Niguarda (MI) – Ospedale San Carlo (MI) – Ospedale San Paolo (MI) – Ospedale di Desio (MI);

Marche: Ospedale di Fabriano (AN) – Ospedale di Macerata (MC) – Ospedale di Senigallia (PU);

Piemonte: Ospedale di Casale Monferrato (AL) – Ospedale di Novi LIgure (AL) – Ospedale di Asti – Ospedale di Brà (CN) – Ospedale Maria Vittoria (TO) – Ospedale di Vercelli;

Puglia: Ospedale Miulli Acquaviva delle Fonti (BA) – Ospedale di Altamura (BA) – Casa di cura Bernardini (TA);

Sardegna: Casa di Cura di Quartu (CA);

Sicilia: Ospedale Cannizzaro di Catania – Ospedale Civico di Palermo – Casa di Cura Sant’Anna di Trapani;

Toscana: Casa di Cura Santa Chiara (FI) – Casa di Cura Villa Donatello (FI) – Ospedale Careggi (FI) – Ospedale della Versilia (FI) – Ospedale di Cecina (LI) – Ospedale “Villamarina” Piombino (LI) – Ospedale Poggibonsi (SI) – OSPEDALI RIUNITI della VALDICHIANA SENESE di Montepulciano (SI);

Trentino Alto Adige: Casa di Cura Santa Maria (BZ) – Ospedale di Brunico (BZ) – Ospedale di Merano – Ospedale di Vipiteno (BZ) – Ospedale di Cles (TN) – Ospedale di Tione (TN) – Ospedale di Riva del Garda (TN);

Umbria: Ospedale di Castiglione del Lago (PG) – Nuovo Ospedale di Foligno (PG) – Ospedale di Orvieto (TR);

Veneto: Ospedale di Vicenza – Ospedale di Noventa (VC) – Casa di Cura Pederzoli di Verona – Ospedale di Bussolengo (VR) – Casa di cura Dr Pederzoli S.p.A. di Peschiera del Garda (VR) – Ospedale Classificato Villa Salus di Venezia Mestre.

Vantaggi e controindicazioni

Vediamo ora insieme quali sono i vantaggi e le controindicazioni del parto in acqua.

Le vasche utilizzate hanno una capienza di 600 litri: più la donna riesce a immergersi, infatti, maggiore è la spinta idrostatica e quindi l’effetto di sostegno esercitato dall’acqua. Grazie alla sensazione di leggerezza sperimentata, la mamma può cambiare posizione con maggiore agio, cosa che le consente di avere un ruolo attivo durante il travaglio. Il partner e l’ostetrica l’assistono dall’esterno.

In acqua, le contrazioni si avvertono con minore intensità: questo è dovuto non solo alla temperatura, che mantenuta intorno ai 37 gradi rilassa i tessuti, ma anche al costante massaggio che si viene a creare a ogni movimento e che invia continui stimoli a livello cerebrale. Si viene così a produrre una sorta di “ingorgo” delle vie nervose, per cui le terminazioni che dovrebbero trasportare il messaggio del dolore si trovano occupate e non riescono più a “comunicare” in modo efficace.
La durata del periodo dilatante si riduce e persino la fase espulsiva è meno intensa. In acqua i tessuti del canale vaginale sono infatti più elastici (si stirano più facilmente) e il ricorso all’episiotomia, l’incisione effettuata per favorire la fuoriuscita del bambino, non è quasi mai necessaria.

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