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Omicidio Marianna Manduca: negato il risarcimento ai figli

Dopo l'omicidio di Marianna Manduca la sentenza d'appello nega il risarcimento ai figli.

Uccisa dal marito dopo dodici denunce sporte in questura, per Marianna Manduca non c’è ancora giustizia. La nuova sentenza nega ai figli orfani il risarcimento dei danni.

”Per lei non c’era nulla da fare”

Marianna Manduca, uccisa nel 2007 dal marito Saverio Nolfo, è stata vittima della negligenza della Procura una seconda volta. La donna, che dopo anni di innumerevoli violenze era stata uccisa a Palagonia, in provincia di Catania, aveva sporto ben dodici denunce nei confronti del marito. Denunce che sono rimaste inascoltate e non sono servite a cambiare il suo triste destino. Dopo la sua morte la sentenza di primo grado aveva condannato la Procura, ritenuta responsabile di inerzia nei confronti della donna che da anni chiedeva aiuto. La sentenza d’appello però ha ribaltato completamente la situazione, negando il risarcimento che era stato promesso ai figli rimasti orfani. Oltre al danno pure la beffa: se la Cassazione dovesse confermare quanto sentenziato in appello gli orfani della Manduca dovranno risarcire lo stato di 259.200 euro. Soldi che erano stati dati ai tre figli proprio dopo la sentenza di primo grado, nel giugno di due anni fa. La nuova sentenza prende tutta un’altra piega e dichiara che non ci sarebbe stato nulla da fare per la povera Marianna, vittima silenziosa della rabbia del marito. La sentenza d’appello stabilisce che la Procura in ogni caso non avrebbe potuto fare nulla per salvarle la vita; qualsiasi decisione avesse preso Saverio Nolfo l’avrebbe comunque uccisa. Per questo motivo ai figli non spetterebbe alcun risarcimento. I legali della famiglia, Alfredo Galasso e Licia D’Amico, si dichiarano esterrefatti dalla sentenza: ”Una sentenza inimmaginabile- hanno commentato-Marianna Manduca era predestinata ad essere uccisa, essendo del tutto inutili le sue continue e circostanziate invocazioni di aiuto. Non la Corte di Appello di Messina ma la Magistratura nei suoi organi rappresentativi dovrebbe riflettere su questa permanente tendenza all’auto assoluzione comunque e dovunque. Se non ci pensa il Tribunale, provvede la Corte d’Appello”.

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L’ira di Mara Carfagna

Una sentenza che ha scatenato anche l’ira di Mara Carfagna. La vice presidente della camera ha dichiarato in merito: ”La Corte d’Appello dice quindi agli orfani, e a tutti noi, che quel femminicidio non poteva essere evitato, denunciare i violenti è vano. Sconvolgente che i giudici abbiano sentenziato, in nome del popolo italiano, che non vi fu negligenza alcuna da parte di chi, preposto a proteggere la vita di noi tutti e a fare giustizia, ha ignorato le fondate e disperate richieste d’aiuto di Marianna Manduca». Continua esplicitando il suo dissenso: ”Non è mio costume mancare di rispetto alla magistratura ma, oggi, non posso astenermi dal dire che questa è l’ennesima beffa verso chi è vittima di violenza eppure trova il coraggio di denunciare, e soprattutto verso i più fragili, i più indifesi: gli orfani che hanno visto la madre uccisa dal padre. Questo è il risultato del messaggio politico che il Governo ha dato negando un fondo adeguato agli orfani di femminicidio, ma anche il segno che, al di là della propaganda, questo Paese rischia di fare retromarcia su diritti fondamentali e acquisiti. Ci auguriamo che la Cassazione ripristini legalità e giustizia e che, almeno di fronte a questo, il Governo si muova per sostenere le famiglie che accolgono e crescono bambini e ragazzi così orribilmente feriti».

Scritto da Alice Sacchi
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