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Linguaggio dei segni: come e quando impararlo

Il linguaggio dei segni è un tipo di comunicazione composta da gesti associati alle parole. Viene utilizzato dai bambini sordi, ma tutte le famiglie dovrebbero impararlo.

La LIS, acronimo di Lingua Italiana dei Segni è una lingua utilizzata dalle persone non udenti. E’ costituita da un sistema di simboli e regole grammaticali e non ne esiste una universale, ma ogni nazione ne ha una propria. Fin da piccoli, è importante che i bambini non udenti imparino la LIS, poiché per loro sarà un vero e proprio strumento di comunicazione, da utilizzare a casa e a scuola. Infatti, molto spesso accade che, anche se neonati, i bambini sordi cerchino di relazionarsi con gli altri ma, non potendo esprimersi con la voce, vengano fraintesi e non capiti. Questo genera frustrazione e di conseguenza, urla e pianti continui. Quindi, se gli adulti cominciassero dai primi mesi a relazionarsi con i neonati insegnando loro qualche gesto, potrebbero comunicare con più facilità, favorendo un clima di serenità. Ma il linguaggio dei segni come funziona e come impararlo?

Linguaggio dei segni: quando devono impararlo i bambini

Come per qualsiasi lingua parlata, anche l’apprendimento della LIS avviene per gradi. Già dai 4 mesi circa i neonati sono in grado di osservare il linguaggio dei segni dei genitori. Tuttavia è necessario attendere ancora qualche mese per riuscire a instaurare una prima forma di interazione.

Dai 7 o 9 mesi è possibile cominciare a proporre ai bambini una forma di comunicazione gestuale, che deriva dalla lingua dei segni. Infatti, i piccoli più precoci, già dopo i primi mesi di vita, potrebbero essere in grado di riprodurre alcuni gesti. Le forme e i movimenti delle mani sono a tutti gli effetti parole ed espressioni che permettono di comunicare con l’adulto. I bambini possono quindi esprimere in modo semplice i primi bisogni e desideri, come la fame e la sete o la voglia di giocare.

Come comunicare con i bambini sordi: la LIS

Tempo e pazienza. Questi sono gli elementi necessari per riuscire a comunicare con i bambini non udenti. Per far sì che i piccoli riescano a memorizzare i gesti e i movimenti è opportuno iniziare proponendo dei segni che si riferiscano a parole quotidiane, vicine a un contesto a loro familiare.

In secondo luogo, è consigliabile ripetere molto di frequente la parola da insegnare, ad esempio fame o palla, in contemporanea al gesto che si vuole associare alla parola. I bambini hanno fin da piccoli la tendenza a imitare subito tutto ciò che sentono e vedono, tuttavia ognuno ha le sue tempistiche e potrebbe anche impiegare settimane per capire il meccanismo.

Infine, l’ideale è proporre queste attività in chiave giocosa, magari stimolando i bambini attraverso l’uso della musica. Man mano che i piccoli imparano le parole base, il genitore può continuare e ampliare il vocabolario. Fondamentale è l’uso quotidiano di tale modalità, così da favorire un apprendimento rapido.

Benefici del linguaggio dei segni

Riuscire a comunicare con la lingua dei segni apporta notevoli benefici non solo ai bambini ma anche alla famiglia. Riduce nei piccoli il senso di frustrazione e li aiuta a costruire, passo dopo passo, la loro autostima e a riporre una prima fiducia verso le persone che li circondano. Inoltre hanno così la possibilità di esprimere il loro pensiero e migliorare la coordinazione occhio-mano e le capacità motorie. Si tratta di abilità che costituiscono le basi per riuscire ad apprendere gli insegnamenti durante la scuola dell’infanzia e primaria. Infine, se i bambini e gli adulti riescono a comunicare con la lingua dei segni il loro legame sarà ancor più forte.

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