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Le cattive abitudini del bambino: come interromperle

La maggior parte di queste sgradevoli abitudini scompaiono quando diventa più grande.

Torcersi i capelli, mangiarsi le unghie, mettersi le dita nel naso e rosicchiare la camicia sono solo alcune delle cattive abitudini del bambino. Vostro figlio non ha intenzione di infastidirvi: queste abitudini sono un modo per far fronte allo stress. Assillarlo a smettere è in realtà controproducente. Attira solo l’attenzione negativa sull’abitudine, rendendo vostro figlio più nervoso e attaccato a essa.

Le cattive abitudini nel bambino: come interromperle

Parlatene in modo più informale. Identificate l’abitudine e offrite ragioni razionali per smettere, che siano chiare e comprensibili per un bambino di 6 anni. “Mangiarsi le unghie può darti un’infezione che potrebbe farti male”. Oppure: “Ti stai facendo crescere i capelli da molto tempo ormai. Ma se continui a masticarli, potremmo doverli tagliare perché non è una cosa educata da fare”.

Chiedete l’aiuto di vostro figlio per trovare un modo per smettere. Suggerite un occhiolino segreto o un movimento della mano per segnalargli quando sta masticando la camicia, per esempio. Offrite un rinforzo positivo: se riesce a tenere la maglietta fuori dalla bocca per un mese, gli comprerete la maglia sportiva che sta implorando.

La maggior parte di queste sgradevoli abitudini scompaiono quando i bambini diventano più grandi e imparano altri modi per gestire l’ansia. Anche la pressione dei pari aiuterà. Non sono molti i bambini che lasciano che i loro compagni di classe se la cavino con le dita nel naso. Queste strategie, inoltre, sono molto importanti anche per quanto riguarda le cattive abitudini alimentari.

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La vostra vita ora

La maggiore capacità di attenzione di vostro figlio gli permette di estendere un tema di gioco su alcuni giorni o su più appuntamenti di gioco. Cercate di mettere da parte un posto in casa per vostro figlio per lasciare fuori le cose a cui sta lavorando, come progetti artistici, fortini, case gioco o città di blocchi.

Scritto da Stefania Netti
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