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Linguaggio dei segni per bambini: come insegnarglielo

Comunicare con il vostro bambino attraverso il linguaggio dei segni può aiutare a comprendere meglio i suoi bisogni e a rafforzare il legame tra i componenti della famiglia.

Prima ancora di imparare a parlare il bambino può iniziare ad esprimersi attraverso dei gesti e attraverso un vero e proprio linguaggio fatto di segni. Infatti, prima che il bimbo sviluppi la capacità di parlare, sviluppa molto più rapidamente le abilità motorie. Inoltre nei bambini c’è una forte propensione all’imitazione dei gesti, che rende l’apprendimento del linguaggio dei segni più semplice. Adottare questa forma di linguaggio può agevolare la comunicazione tra genitori e bambini e migliorare anche il loro legame.

Comunicare con vostro bambino attraverso dei gesti può aiutare a comprendere meglio i suoi bisogni, e può essere molto utile nel caso in cui il bambino inizi a parlare “tardi”. Il linguaggio dei segni è quindi un valido modo per implementare una comunicazione più precoce e per rafforzare anche il legame tra genitore e figlio.

Linguaggio dei segni e bambini: quando iniziare ad insegnare

L’insegnamento del linguaggio dei segni non è semplice e richiede tanta pazienza. É importante non iniziare troppo presto e aspettare che sia il bimbo a dare i primi segni di voler comunicare, come intorno ai 9 mesi. Per iniziare è importante partire da una parola usata di frequente, come il cibo, ed è importante accompagnare sempre alla parola il gesto. Questo può essere completamente inventato, ma è importante che sia semplice da imitare. Non è detto che l’imitazione del gesto avvenga subito. Si tratta di un processo lungo e inoltre è anche possibile che in una prima fase il bambino imiti il gesto senza però comprendere esattamente il suo significato.

Una volta appresi i primi segni si può continuare fino a creare un vero e proprio vocabolario, fatto non di parole, ma di gesti. In base all’età del bambino si può passare dalla comunicazione di oggetti a azioni fino a quella di sensazioni, come di caldo o di freddo, e arrivare anche ad esprimere emozioni.

Nelle prime fasi di vita, quando il bambino inizia a sviluppare una volontà ma non riesce a comunicare perché non ha ancora appreso come farlo, utilizzare il linguaggio dei segni può essere molto importante per aiutare il bambino a farsi comprendere. I segni possono essere scelti a piacere e devono indicare ad esempio delle azioni come mangiare, giocare e dormire, degli oggetti come il biberon, ma anche delle persone come mamma, papà, zia, nonno.

Come funziona il linguaggio dei segni

Il linguaggio dei segni si basa sull’imitazione. Se il genitore continua ad associare il gesto alla parola, il bambino inizierà ad associare le due cose e inizierà a provare a riprodurre il gesto. Proprio come succede con il gesto della mano per fare ciao. Inoltre, l’apprendimento dei gesti da parte del bambino, non solo può favorire la comunicazione delle proprie necessità al genitore, ma inoltre aiuta anche a sviluppare nel bambino una maggiore capacità di coordinazione.

Negli infanti il linguaggio dei segni può quindi essere usato in maniera efficace per comprendere meglio le necessità di un bambino e i suoi bisogni, come la fame e il sonno. Tuttavia non aspettiamoci che questo risolva ogni problema. Il bambino potrebbe comunque continuare a fare i capricci se non ottiene quello che vuole. É importante cercare di agevolare al massimo la comunicazione con il bimbo per alleviare la frustrazione data dall’incapacità di comunicare con gli altri.

Le origini della lingua dei segni

Questa pratica, anche definita Baby Sign Linguage, tra origine dall’America ed è un’evoluzione della lingua dei segni utilizzata nella comunicazione dalle persone sorde. Attraverso questo tipo di comunicazione si possono ottenere benefici sia per i genitori, sia per i bimbi stessi. Possono ottenere lo sviluppo di questo tipo di linguaggio potrebbe favorire una maggiore autostima.

Inoltre, sebbene si possa pensare che l’utilizzo del linguaggio dei segni possa ritardare l’apprendimento della comunicazione parlata, è stato riscontrato che il linguaggio dei gesti possa favorire l’apprendimento anche della lingua parlata.

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