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17 maggio: la Giornata internazionale contro l’omofobia

Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia: perché nel 2021 è ancora fondamentale avere una giornata per ricordare i diritti della comunità LGBTQ+.

La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia è promossa dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l’omofobia e la transfobia. L’Unione Europea e le Nazioni Unite hanno riconosciuto questa iniziativa che si celebra dal 2004 il 17 maggio di ogni anno. Giornata internazionale contro l’omofobia: la storia e il perché della scelta di questo giorno.

Giornata Internazionale contro l’omofobia

Ideata da Louis-Georges Tin, curatore del “Dictionnaire de l’homophobie”, la prima Giornata internazionale contro l’omofobia ha avuto luogo il 17 maggio 2004. La scelta della data non è casuale: esattamente 14 anni dopo la decisione di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicate dall’OMS.

Nel 2007, in seguito ad alcune dichiarazioni di autorità polacche contro la comunità LGBT, l’Unione Europea ha istituito ufficialmente la giornata contro l’omofobia sul suo territorio, con l’invito a superare le discriminazioni subìte da coppie dello stesso sesso.

Durante il 2009, inoltre, la campagna IDAHO (International Day Against Homophobia) si concentra sulla transfobia, in particolare sugli atti di violenza contro le persone transgender. Nel 2015, infine, viene aggiunta anche la bifobia negli obiettivi della campagna. Per questo motivo, quindi, oggi si parla di Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

Giornata internazionale contro l’omofobia: i numeri

Il 17 maggio è la Giornata internazionale contro l’omofobia. La data è stata specificatamente scelta per ricordare la decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità nel 1990 di declassificare l’omosessualità da disturbo mentale. Questa giornata mira a celebrare la diversità, in senso lato e quella sessuale e di genere, in particolare, e fare una campagna contro la violenza e la discriminazione subìte dalle persone con diversità di genere, nelle nostre comunità e a livello internazionale.

Ci sono oltre 70 paesi al mondo in cui le relazioni omosessuali sono illegali e in circa 10 di questi paesi la punizione potrebbe essere la morte. Si stima che il 70% della popolazione mondiale viva secondo leggi e regolamenti che limitano la libertà di espressione riguardo all’orientamento sessuale e all’identità di genere.

Circa 50 richieste d’aiuto al giorno, fra chat e telefonate. Per il 60% provengono da giovani in età tra i 13 e i 27 anni. Sempre fra i giovani, uno su due ha subito moderati o gravi problemi in famiglia in seguito al proprio coming out. La percentuale sale al 70% se si tratta di rivelare l’identità di genere. Il 36% dei minorenni è stato represso: reclusione all’interno delle mura domestiche, tentativi di conversione, violenza verbale e fisica. Il 17% dei maggiorenni ha invece perso sostegno economico da parte della famiglia. Sono i dati raccolti da GayHelpLine.it, il contact center nazionale antiomofobia e antitransfobia per persone gay, lesbiche, bisex e trans gestito dal Gay Center.

Nell’anno della pandemia sono cresciute inoltre le minacce ricevute e le discriminazioni sul lavoro, contribuendo ad alimentare il fenomeno dell’under reporting, cioè la rinuncia a denunciare. Tra i ragazzi che hanno contattato il centro, il 30% ha affermato di aver subito attacchi di cyberbullismo.

Giornata internazionale contro l’omofobia: spiegarla ai bambini

I numeri appena illustrati spiegano una volta di più l’importanza della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, che ricorre oggi 17 maggio.

“Omofobia” è un termine coniato dallo psicologo George Weinberg, per definire la paura irrazionale, l’intolleranza e l’odio nei confronti delle persone omosessuali da parte della società eterosessista.

È importante ricordare che non si nasce omofobi; lo si diventa attraverso l’educazione, i messaggi, diretti e indiretti, che la famiglia, la politica, la Chiesa e i media, ci trasmettono. Fin da bambini tutti noi acquisiamo convinzioni e valori che ci vengono presentati come assolutamente giusti e legittimi. Molto prima, dunque, di avere una reale comprensione di cosa significhi la parola omosessualità, ereditiamo, da una cultura omofoba, la convinzione che essere gay sia qualcosa di assolutamente sbagliato, innaturale e contrario alle norme del vivere comune.

Parlare presto ai più piccoli aiuta, perché i bambini nascono senza pregiudizi. Loro non vedono la diversità tra amore o colore. Loro vedono la diversità di un gioco che un compagno ha e che loro vorrebbero. Nelle scuole italiane non ci sono corsi o lezioni sul tema fino alla scuola media superiore, dove l’argomento è comunque affidato all’iniziativa dei singoli insegnanti o delle direzioni scolastiche. Per questo motivo, quindi, è di fondamentale importanza affrontare fin da subito il tema della diversità e dell’uguaglianza di genere.

Scritto da Francesca Belcastro
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