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Endometriosi e gravidanza: tutto quello che c’è da sapere

Endometriosi e gravidanza: ecco cosa sapere su questa malattia che colpisce 3 milioni di donne in Italia e come aumentare la fertilità.

L’endometriosi può ridurre la fertilità, ma avere un figlio è comunque possibile. Quando non si riesce in maniera naturale, un aiuto può giungere dalla fecondazione assistita. Endometriosi e gravidanza: cosa c’è da sapere?

Endometriosi: cos’è

L’endometriosi è una malattia che colpisce le donne, determinata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero. Solitamente, queste cellule dovrebbero trovarsi all’interno di esso. Questa anomalia determina nel corpo della donna un’infiammazione cronica dannosa per l’apparato femminile. I principali sintomi di questa malattia sono caratterizzati da dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale e nel periodo dell’ovulazione. Inoltre, si possono riscontrare dolori pelvici cronici, dolore durante i rapporti sessuali e stanchezza fisica cronica. Solo una bassa percentuale dei casi non presenta sintomi.

Per una corretta diagnosi il primo passo è quello di rivolgersi a uno specialista o a un centro specializzato. Gli esami da fare per diagnosticare l’endometriosi sono vari e in alcuni casi possono esserci variazioni da paziente a paziente. Tra i vari esami consigliati ci sono: visite ginecologiche, esplorazioni rettali, diagnostica per immagini quale la risonanza magnetica, ecografie pelviche transvaginali ed esami del sangue specifici.

Senza dubbio, la terapia oggi riconosciuta come più immediata ed efficace è l’asportazione tramite intervento chirurgico dell’endometrio in laparascopia, senza intaccare l’apparato riproduttivo della paziente.

Endometriosi e gravidanza: cosa sapere

L’endometriosi non comporta necessariamente sterilità; nonostante ciò, è presente nel 30% delle pazienti affette dalla malattia. Data la complessità e le molteplici sfaccettature che questa patologia può rappresentare, è indispensabile che venga trattata da un Centro Specializzato di Medicina della Riproduzione, per valutarne l’entità e l’impatto con il concepimento e gravidanza. Le tecniche di riproduzione assistita di 2° livello, come la fecondazione in vitro, possono consentire di superare gli ostacoli al concepimento connessi con questa patologia.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’endometriosi colpisce più di 150 milioni di donne in tutto il mondo, di cui 3 milioni in Italia. Nel caso in cui il test di gravidanza non dia naturalmente risultati sperati, la strada più opportuna da intraprendere è la fecondazione assistita, un rimedio che consente di realizzare il sogno di maternità.

Lo sviluppo di moderne tecniche di procreazione assistita, infatti, permette anche alle donne che soffrono delle forme più gravi di endometriosi di portare a termine una gravidanza con alte percentuali di successo. Si tratta di procedure non invasive che, grazie soprattutto agli elevati standard di ricerca e all’uso di tecnologie sempre più sofisticate, si caratterizzano per una sempre maggiore percentuale di successo

Le tecniche di fecondazione assistita

L’endometriosi è una patologia da affrontare con tecniche terapeutiche, al fine di superare le cause che ostacolano il concepimento. Prima di avviare il percorso di inseminazione artificiale, è necessario che le pazienti assumano dei farmaci che consentano di stimolare la produzione dei follicoli. Tra le tecniche di fecondazione assistita più indicate per le pazienti affette da endometriosi ci sono: la FIVET e l’ICSI.

La FIVET

Si tratta di una fecondazione in vitro dell’ovulo con successivo trasferimento dell’embrione nell’utero della paziente. Con questa tecnica gli spermatozoi e gli ovociti vengono fatti incontrare in laboratorio e solo in una fase successiva avviene l’impianto nella paziente.

L’ICSI

Questa tecnica si distingue dalla procedura precedente per il fatto che gli spermatozoi vengono inseriti direttamente nell’ovocita mediante una specie di iniezione.

Scritto da Francesca Belcastro
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