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Difterite nei neonati: quali sono i sintomi e i rischi

La difterite è una gravissima infezione batterica che si può manifestare già nei primi mesi dopo la nascita. La vaccinazione contro la difterite è obbligatoria in Italia.

Tra le tantissime malattie che possono colpire i neonati, vi è anche la difterite, una patologia che può danneggiare e in alcuni casi anche distruggere i tessuti e gli organi dei piccoli corpicini. La difterite è molto comune tra i neonati non vaccinati dell’Africa Sub-sahariana, ma vi sono anche dei casi in Europa e in Italia. A partire dal secondo dopoguerra è stato finalmente adottato un vaccino contro la difterite, che ha ridotto al minimo i casi in Italia, evitando gravi complicazioni sia per i neonati che per gli adulti. Quali sono i rischi della difterite nei neonati?

Difterite: cos’è

La difterite è una gravissima infezione batterica, generata dal batterio Corynebacterium diphtheriae, che penetra all’interno dell’organismo e infetta le mucose del naso e della gola e in stadi più avanzati anche la pelle e gli occhi. L’infezione batterica che provoca difterite è molto pericolosa e in molti casi può portare anche alla morte. Inoltre è resistente a molti farmaci e solo il vaccino può essere la cura più efficace.

In Italia, il vaccino contro la difterite è previsto dal calendario nazionale di vaccinazione e viene somministrato in 3 dosi rispettivamente al terzo, quinto e dodicesimo mese di vita del neonato. La difterite si sviluppa principalmente nei mesi invernali e si trasmette tramite il contatto diretto con una persona infetta, in particolare attraverso le goccioline di saliva presenti nell’aria, le ferite infette o addirittura tramite il contatto diretto con oggetti contaminati. Per la rapida diffusione del batterio e le sue gravissime complicazioni, in Italia, il vaccino per la difterite è obbligatorio e prima di frequentare la scuola primaria è necessario procedere a un secondo richiamo.

Quali sono i sintomi della difterite?

Nonostante in Italia non si registrano casi di difterite nei neonati, questa malattia è presente nei Paesi in via di sviluppo. I sintomi più comuni della difterite nei neonati e anche negli adulti sono: mal di gola persistente, difficoltà nella deglutizione, ingrossamento dei linfonodi nel collo, respirazione accelerata o difficile e febbre.

Per diagnosticare la difterite, il medico analizza la patina grigiastra che si forma sulle tonsille e in gola. É uno dei campanelli d’allarme più utili per confermare la presenza del batterio della difterite. In alcuni casi, la difterite si manifesta a livello cutaneo, provocando arrossamento, ferite dal colore grigiastro e dolore diffuso. Essendo un’infezione batterica particolarmente grave e dalla rapida diffusione, se viene confermata la diagnosi di difterite, il neonato viene isolato nel reparto di malattie infettive.

Difterite nei neonati: quali sono i rischi

Dopo aver analizzato i sintomi della malattia, cerchiamo di capire quali sono i principali rischi della difterite. La gravità della difterite dipende soprattutto dalla diffusione della tossina nell’organismo e dalla non tempestiva diagnosi. Inoltre come abbiamo segnalato in precedenza, vaccinare il neonato evita a priori l’attacco da parte di questo invasivo batterio.

Quando la tossina è diffusa nell’organismo, possono presentarsi delle complicanze più o meno gravi. Possono provocare l’ostruzione delle vie aeree e problemi diffusi per l’apparato respiratorio e attaccare il cuore, i reni (insufficienza renale) e il sistema nervoso. Nel caso di attacco del sistema nervoso, si può manifestare anche una neuropatia periferica, una patologia molto grave e invalidante. Quando la difterite è molto grave e non curata adeguatamente, il decorso negativo può portare anche la morte. Difatti il tasso di letalità può variare dal 3% al 23% in base alla gravità della forma clinica e all’impossibilità di effettuare un adeguato trattamento.

I neonati italiani ed europei possono evitare questi gravi rischi, sottoponendosi alla vaccinazione obbligatoria per la difterite. Gli adulti non vaccinati che si recano in Paesi dove è ancora diffusa questa grave infezione batterica, è sempre consigliabile sottoporsi a una vaccinazione preventiva.

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