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Covid-19: i luoghi considerati più a rischio

Covid-19: ecco i luoghi considerati più a rischio e dove ci si contagia maggiormente secondo lo studio dell'Università Tecnica di Berlino.

Un anno dopo il primo lockdown l’Italia si trova ad affrontare la terza ondata del virus. La terza ondata, quindi, è ormai realtà e le scuole chiudono nelle zone rosse. Infatti, il nuovo Dpcm che è stato firmato nella giornata di ieri, ha chiarito ogni dubbio sulla questione scuola. Gli italiani, però, continuano a chiedersi dove i contagi avvengano maggiormente. Covid-19, quali sono i luoghi considerati più a rischio? La risposta nei dati dello studio tedesco.

Covid-19: i luoghi più a rischio

Da un anno a questa parte ci si chiede quali siano i luoghi dove il contagio è maggiore e oggi nuove risposte arrivano da uno studio dell’Università Tecnica di Berlino. Lo studio ha tenuto conto dell’insieme delle vie di trasmissione e delle regole di igiene per contrastare la diffusione del coronavirus, dunque distanziamento interpersonale, ricambio d’aria e uso delle mascherine.

Il gruppo di ricercatori, guidato dall’ingegnere e analista di correnti d’aria Martin Kriegel, ha stimato un valore di contagio R per ogni diversa situazione, utilizzando un modello di rischio sviluppato in collaborazione con il Robert Kock Institute, l’organizzazione di controllo e prevenzione delle malattie infettive in Germania, e la facoltà di Medicina dell’ospedale universitario della Charité di Berlino. Analogamente all’indice Rt che ben conosciamo anche in Italia, il valore R indica il numero di persone che, in media, possono essere contagiate da un positivo. Pertanto, un valore di R pari a 1 corrisponde a 1 persona infettata in quello specifico ambiente.

I risultati dell’indagine

Nel loro calcolo gli studiosi hanno tenuto conto anche della durata media del soggiorno, del flusso d’aria e dell’attività svolta. Determinati, dunque, le quantità di particelle presenti nell’ambiente e il tempo trascorso in quel preciso luogo. Nello studio è stato inoltre ipotizzato l’uso di una mascherina con un’efficienza filtrante del 50%.

Tenendo conto di questo, Kriegel e i suoi colleghi hanno calcolato che un supermercato ha un valore R pari a 1, presupponendo una permanenza di un’ora. Un ufficio con più persone, con metà dei dipendenti in smart-working, raggiunge invece un valore di R pari 8 con una permanenza di otto ore e senza l’uso di mascherina. In caso, invece, di uno spettacolo a teatro di due ore, con un’occupazione del 30% dei posti in platea e l’obbligo di mascherina, il rischio di infezione è di 0,5. In una scuola superiore, con le aule occupate solo al 50%, uso obbligatorio di mascherina e permanenza di 6 ore, il valore R è di 2,9, mentre senza mascherina è due volte più alto.

Per una seduta di due ore dal parrucchiere, indossando la mascherina, i ricercatori hanno stimato un valore di R pari a 0,6. Al contrario, fare fitness in palestra per un’ora, con ingressi limitati al 50% e senza mascherina, comporta un rischio di contagio di 3,4. In un ristorante, con posti a sedere dimezzati, il valore di R è di 2,3. Ipotizzando invece di andare in un cinema con limitazione dei posti del 30% e guardare un film di due ore senza obbligo di mascherina, il valore di R è di 1.

In conclusione, il rischio di infezione sarebbe molto alto negli uffici e nelle scuole. Il principale fattore che rende questi luoghi più pericolosi di altri è la durata della permanenza.

Scritto da Francesca Belcastro
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