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Compiti a casa: come comportarsi e cosa fare per aiutare i bambini

Compiti a casa, come comportarsi e le utili soluzioni per aiutare i vostri bambini a svolgere correttamente e in tempo i compiti per casa.

Probabilmente sei stato seduto con il tuo bambino, parlando solo in toni pacati, sperando disperatamente che svolgerà i compiti di matematica per il giorno dopo. O forse hai appena ricevuto un’altra comunicazione dall’insegnante che ti dice che, per l’ennesima volta, tuo figlio non ha consegnato i compiti. A meno che non abbiate un bambini organizzato, metodico e costantemente motivato, avrete a che fare con la frustrazione dei compiti per casa. Qui di seguito troverete le risposte sui compiti a casa, come comportarsi e cosa fare per gestire la situazione.

Compiti a casa, come comportarsi

Vostro figlio sa già da una settimana che deve svolgere un compito importante, ma si riduce all’ultimo e rimanda continuamente. La prima cosa è capire se il bambino ha delle difficoltà di apprendimento in quella determinata materia. Innanzitutto, la maggior parte dei bambini non ha ancora un concetto chiaro di quanto tempo richiede un compito. Ma qual è la soluzione? Insistete sul fatto che, se i compiti a casa non sono stati svolti, i vostri bambini non possono dedicarsi al divertimento.

Un aiuto ulteriore può essere quello di creare delle liste di cose da fare e sincronizzale calendari digitali e applicazioni di promemoria. Tutti gli elementi “da fare” che non vengono fatti, possono essere spostati automaticamente al giorno successivo.

Il perfezionista

Ci può essere una ragione più profonda per cui tuo figlio sta rimandando i compiti: non riesce a sopportare l’idea di non farlo perfettamente. I bambini sensibili o particolarmente dotati, sono inclini al perfezionismo e soprattutto allo stress. A volte iniziano un progetto molte volte, continuano a respingere le proprie idee, sperando che il prossimo sia perfetto. Superare il perfezionismo è tutt’altro che facile. Cercate di mantenere l’attenzione sul processo piuttosto che sul risultato, e ribadite al vostro bambino che, finchè ha fatto del suo meglio, può stare tranquillo sul lavoro svolto.

Il demone della velocità

Alcuni bambini, prima possono fare i compiti, meglio è. Tornano a casa, li svolgono velocemente e in modo approssimativo, e dicono di aver finito, per poter giocare ai videogiochi o uscire con gli amici. Per risolvere questo problema, è importante che voi genitori ricontrolliate sempre i compiti. Fatelo insieme ai vostri figli, e insieme correggete le cose sbagliate o lasciate incomplete.

Il ribelle

Forse il vostro bambino sta cominciando a vedere il mondo con un occhio più critico, o forse ha altri interessi al di fuori della scuola. I bambini ribelli metteranno in dubbio lo scopo di quasi tutto quello che si studia a scuola. La soluzione è aiutare i vostri figli a scoprire nuove idee, concetti o competenze che possono padroneggiare. Scopri se c’è un modo per stabilire una connessione tra le loro passioni e il lavoro che fanno a scuola.

Resistete alla tentazione di offrire ricompense per premiare lo sforzo, perché si potrebbe creare una cattiva dinamica in cui l’obiettivo del bambino, che si tratti di un gelato o più tempo per giocare ai videogiochi, diventa il vero premio e non l’esperienza di apprendimento.

Quello che si dimentica

Parte del nostro ruolo di genitori è quello di aiutare i bambini a sviluppare capacità organizzative. In un primo momento, non bisogna fare troppo affidamento sul vostro bambino, perché probabilmente non ha ancora le competenze e la maturità tale per affrontare le conseguenze delle sue azioni. Aiutalo creando una lista di cose da fare e controllando la sua agenda insieme alla fine della giornata. Una volta che le sue capacità organizzative cominciano a svilupparsi, è importante fare marcia indietro.

Non c’è dubbio che i bambini sono felici quando i genitori sono coinvolti nel monitoraggio dei compiti e li aiutano a stabilire buone abitudini, ma non bisogna essere troppo coinvolti. Dopo tutto, i bambini imparano di più quando essi stessi capiscono come superare gli ostacoli. E gli insegnanti hanno bisogno di sapere quando un bambino ha problemi con i compiti.

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