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Come spiegare l’ora solare ai bambini: perché e da quando si usa

Domenica 25 ottobre le lancette dell'orologio si sposteranno indietro di un'ora: ecco come spiegare l'ora solare ai bambini.

Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre, le lancette dell’orologio si sposteranno. Succede due volte l’anno: portiamo avanti le lancette a fine marzo per poi riportarle indietro di un’ora a fine ottobre. Come spiegare ai bambini l’ora solare?

Come spiegare ai bambini l’ora solare

Lancette indietro di un’ora, dalle 3 alle 2, nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre. Torna, infatti, l’ora solare e potremo dormire un’ora in più ma perderemo sessanta minuti di luce al pomeriggio, che guadagneremo però la mattina. L’ora solare resterà attiva fino all’ultimo weekend del mese di marzo, quando torneremo a spostare in avanti le lancette.

L’ora solare è, quindi, l’ora civile convenzionale che corrisponde a quella del meridiano che attraversa lo Stato di riferimento. Si decreta in questo modo il ritorno ai ritmi invernali. Il passaggio dall’ora legale all’ora solare è un’occasione da non perdere per consentire ai genitori di anticipare di sessanta minuti la messa a letto dei bambini. Mantenendo nei giorni successivi al passaggio l’orario di addormentamento nell’ora precedente, si otterrebbe infatti un’ora di guadagno a tutto vantaggio del piccolo, che potrebbe avere un risveglio naturale anziché essere svegliato forzatamente. D’altronde, per stare bene un bambino deve dormire un numero adeguato di ore, e possibilmente avere un risveglio naturale.

Come spiegare ai bambini l’ora solare? Semplice: si spiega ai più piccoli che bisogna spostare le lancette indietro di un’ora perché si ritorna all’ora naturale, in questo modo si avrà un’ora in più per riposare e un’ora di luce in meno. Tramontando prima il sole, però, si potrà stare di meno al parco a giocare, però si può sempre tornare a casa e giocare insieme.

Come abituarsi all’ora solare

Nonostante il passaggio dall’ora legale all’ora solare rappresenti un cambiamento minimo per gli adulti, per i bambini abituati a ritmi molto serrati anche la differenza di un’ora può essere motivo di irritazione, stanchezza e fastidio. Se, infatti, da un lato si perde un’ora di luce, dall’altro se ne guadagna una al mattino al momento del risveglio.

Come aiutare i bambini ad affrontare questo cambiamento? Innanzitutto, è bene cercare di non stravolgere eccessivamente le abitudini. Se si è soliti cenare alle otto e andare a dormire alle nove e mezza, è bene lasciare invariati questi orari, anticipando o posticipando di pochi minuti la fase dell’adattamento. Inoltre, va tenuto conto che probabilmente, fin quando non ci si abituerà, i bambini potranno soffrire di nervosismo. Non vi preoccupate, si tratta solo di una fase momentanea e passeggera che si risolve nel giro di qualche giorno.

Differenza tra ora solare e ora legale

Mentre a ottobre portiamo indietro le lancette di un’ora, a marzo, invece, le spostiamo avanti di un’ora perché la primavera porta con sé l’ora legale. In Italia l’ora legale venne introdotta per la prima volta nel 1916. Mentre l’ora solare è l’orario naturale, quello stabilito dal movimento apparante del Sole nel cielo e usato da ogni Paese, l’ora legale invece è una sorta di convenzione, utile per sfruttare i raggi del Sole e quindi consentire un risparmio energetico grazie al minor utilizzo dell’illuminazione elettrica.

Tra luglio e agosto 2018 la Commissione Europea indisse un sondaggio chiedendo ai cittadini della UE se volessero o no tenere l’ora legale. A tale quesito, l’84% rispose chiedendo che il cambio dell’ora venisse abolito subito, mantenendo solo l’ora solare. Il motivo della richiesta risiede nel fatto che mentre nei Paesi del sud, come l’Italia, l’ora legale allunga effettivamente le giornate, al nord, invece, tale effetto non ha alcun beneficio. Nel marzo 2019 il Parlamento Europeo ha quindi deciso che il cambio dell’ora sarà abolito dopo il 2021. Dal 2022, infatti, ogni singolo Paese potrà scegliere se mantenere tutto l’anno l’ora solare oppure no.

Scritto da Francesca Belcastro
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